La firma è stata messa il 6 novembre scorso a Firenze nello studio del notaio Claudio Barnini di Firenze. Quel giorno Matteo Renzi si è caricato il suo terzo mutuo casa sulle spalle. E non è cosa da poco per un povero politico che ha dichiarato di guadagnare 4.300 euro netti al mese e di arrivare appena a 5.500 euro netti con lo stipendio della moglie, insegnante precaria. Il primo - 300 mila euro a un tasso di interesse inziale del 2,9% per 20 anni - lo aveva sottoscritto con la Cassa di risparmio di Firenze il 4 ottobre 2004, pochi mesi dopo essere diventato presidente della provincia. Serviva a finanziare l’acquisto della sua attuale abitazione, un villino di 12,5 vani a Pontassieve. Quel mutuo - come la proprietà del villino - era però suddiviso con la moglie, Agnese Landini.
Cinque anni dopo, diventato sindaco, Renzi ha ribussato insieme alla moglie a Cassa di Firenze per chiedere un nuovo mutuo da 160 mila euro per ingrandire il villino con l’acquisto di alcune pertinenze. Questa volta il tasso di interesse annuo iniziale era un po’ superiore (3%), ma la durata venticinquennale. Per 15 anni le rate dei due mutui si sarebbero sommate. Nonostante la doppia ipoteca, l’acquisto della prima casa di Renzi si è dimostrato un affare. Oggi secondo la valutazione della banca dati Cribis il villino e le pertinenze valgono più del doppio di quei 460 mila euro complessivi di mutuo. Il villino in sé ha una rendita di 2.259,50 euro e una valutazione catastale di 284.697, e al momento è esente da Imu grazie alla sicura abolizione della prima rata e alla promessa di cancellazione della seconda fatta da Letta. Il valore di mercato (il prezzo ricavabile dalla vendita) presunto da Cribis ammonta a 913.877,37 euro. Al villino si aggiungono le pertinenze, con una superficie catastale di 57 metri quadrati. La loro rendita è di 200,18 euro, il valore catastale di 25.222,68 euro e il valore di mercato presunto di 80.964,80 euro. Insieme fanno poco meno di un milione di euro: ottimo affare per un immobile acquistato nove anni fa facendo un’opera di bene, visto che a venderglielo è stata l’O.A.M.I. onlus (Opera assistenza malati impediti)
Il terzo mutuo appena sottoscritto è di importo assai più elevato: 1,3 milioni di euro, ma l’importo (come la proprietà) è suddiviso con il fratellino Samuele (classe ’83), la sorella maggiore Benedetta (classe ’72) e quella minore Matilde (classe ’84). Il debito è suddiviso, ma soprattutto i soldi resteranno in famiglia. A vendere è infatti mamma Renzi, che da signorina si chiamava Laura Bovoli. A passare di mano anche in questo caso è un immobile di categoria A7 (villino), però assai grande: 17 vani. Il terzo mutuo di Matteo è iniziato con un tasso di interesse annuo del 4,462%, ha durata venticinquennale, per 11 anni si sommerà con le rate degli altri due mutui sottoscritti e per ulteriori 10 anni solo con le rate del secondo mutuo da 160 mila euro. A erogare quel milione e trecentomila euro è stato un mini pool di banche, che si sono divise a metà la somma: la Banca di credito cooperativo di Signa e la Banca di credito cooperativo di Impruneta.
2 commenti:
Mi sa che l'asfaltatore farà la stessa fine dello smacchiatore
I miei figli (83,85,87), non sarebbero in grado di pagarsi un mutuo di quella portata, nemmeno io ,e quel bel mamino va in tv a dire che bisogna far pagare il tributo di soladarietà anche alle pensioni di 3500 euro lordi.
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