lunedì 23 settembre 2013

Ci sono problemi più gravi... e loro firmano cazzate

Razzismo, 17 paesi Ue firmano un appello a Roma in onore della Kyenge. Documento per "un'Europa tollerante". L'evento in Italia contro gli "attacchi inaccettabili" subiti dal ministro italo-congolese

Diciassette paesi dell'Unione Europea a Roma contro il razzismo e in sostegno a Cecile Kyenge, ministro italiano per l'Integrazione. E' di oggi la firma della dichiarazione congiunta per "sfidare l'intolleranza e l'estremismo" e per chiedere alla Commissione Ue e ai suoi stati membri un "Patto 2014-2020 per un'Europa delle diversità". L'intenzione dei promotori è sensibilizzare le istituzioni europee contro ogni forma di razzismo e xenofobia.

Il sostegno alla Kyenge - A volere la firma a Roma del documento è Joelle Milquet, vicepremier, ministro degli Interni e delle Pari Opportunità del Belgio. Perché la capitale italiana? Perché qui lavora la Kyenge. "Dobbiamo reagire alle manifestazioni di razzismo" ha detto Milquet , definendo "inaccettabili" gli attacchi subiti dal ministro italiano dell'Integrazione. "Era importante reagire e agire - ha ribadito il ministro belga ha insistito -. In tutta l'Europa ci sono movimenti politici che predicano il rifiuto dell'altro, dello straniero".

Il ringraziamento della Kyenge - "Ringrazio tutti per aver risposto alla chiamata - è la risposta della titolare italiana del dicastero all'Integrazione -, è un modo forte per affermare alcuni principi. Questo problema non riguarda solo me - prosegue -, sono atteggiamenti che stanno riaffiorando ovunque". La Kyenge, commentando la firma della dichiarazione, allarga il respiro dell'evento perché non risulti un'iniziativa dedicato a lei: "Bisogna cercare di reagire non solo in quanto sostegno alla mia persona - dice -, ma cercando di riaffermare i valori dell'Europa. Il nostro messaggio oggi è quello che vogliamo riaffermare la cultura della solidarietà".

4 commenti:

Maria Luisa ha detto...

gente bene integrata:
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1119322/nairobi-la-lista-degli-attentatori-del-westgate.shtml

Anonimo ha detto...

Sapendo che questo blog è molto attento ai fenomeni migratori (indotti in buona misura dal nuovo capitalismo finanziarizzato e globalista), segnalo la seguente e recente notizia ANSA, dalla quale risulta che anche l'astuto gesuita Bergoglio, pur con estrema ambiguità e prudenza, "segue la corrente":

Papa: no a barriere contro i migranti

Nessun Paese può affrontare da solo difficoltà dell'immigrazione

24 settembre, 13:45

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 24 SET - La realtà delle migrazioni "richiede il reciproco aiuto tra Paesi, con disponibilità e fiducia, senza sollevare barriere insormontabili". Lo ha detto il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante, spiegando che "nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno".

"E' importante la collaborazione ai vari livelli, con l'adozione corale degli strumenti normativi che tutelino e promuovano la persona umana".


Cari saluti

Eugenio Orso
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 24 SET - La realtà delle migrazioni "richiede il reciproco aiuto tra Paesi, con disponibilità e fiducia, senza sollevare barriere insormontabili". Lo ha detto il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante, spiegando che "nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno".

"E' importante la collaborazione ai vari livelli, con l'adozione corale degli strumenti normativi che tutelino e promuovano la persona umana".

Cari saluti

Eugenio Orso
http://pauperclass.myblog.it/

Maria Luisa ha detto...

anche papino Kikongo corre in suo aiuto:
http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1317222/Kyenge--papa-Kikongo-e-capotribu-in-Katanga---Prego-per-Calderoli-.html

Eleonora ha detto...

Eugenio, l'ho postata quella notizia. Grazie d'avermela segnalata.

Maria Luisa, te pareva. Ora abbiamo la certezza che è in quel fasullo (e del tutto inutile) ministero apposta. Quel capotribù, pensasse agli affaracci suoi e non per calderoli. Pensasse a riportarsi i suoi simili nelle proprie terre.