Il suo terreno di caccia era Facebook. Servendosi di quattro diversi profili contattava e adescava ragazzine minorenni per avere rapporti sessuali con loro e, in almeno un caso, Samir M., egiziano di 26 anni, c’è riuscito. Nel maggio scorso ha infatti conosciuto una ragazza di 13 anni in chat, una sudamericana adottata e naturalizzata italiana che vive a Milano, che in breve tempo ha iniziato a fidarsi dello sconosciuto dall’altra parte dello schermo. In un mese è nata un’amicizia, poi un amore telematico, al punto che la vittima si è lasciata convincere a scappare di casa per andare da lui. Una volta uscita di casa la ragazzina si è precipitata nell’albergo dove l’egiziano aveva fissato l’appuntamento e dove, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, hanno avuto rapporti sessuali. La fuga è durata un giorno e una notte - dal 29 al 30 maggio scorsi - perché nel frattempo i carabinieri della stazione di San Cristoforo avevano già ricevuto la denuncia di scomparsa dai genitori e stavano cercando la 13enne. È stata lei a farsi ritrovare dalla madre davanti a una stazione della metropolitana quando è uscita dall’albergo. Sempre lei a raccontare cos’era successo in quelle ventiquattro ore, mentre gli investigatori hanno scavato nel suo pc e in quello del 27enne per scoprire il resto della vicenda. Fondamentali sono state anche le intercettazioni telefoniche tra l’uomo e l’adolescente, che hanno permesso di appurare la natura del loro rapporto.
Il materiale raccolto è sembrato più che sufficiente al pm Cristian Barilli per chiedere l’ordine di custodia cautelare al gip di Milano Simone Luerti, che ieri ha firmato l’atto e autorizzato l’arresto per sottrazione della ragazzina alla potestà dei genitori ma soprattutto per l’articolo 609 quater del Codice penale, che punisce gli atti sessuali con una minore di 14 anche se consenziente - e li parifica alla violenza sessuale. Nella sua ordinanza il gip Luerti parla di un «gravissimo ed allarmante episodio» e di un «torbido contesto». Spiega infatti che sono in corso accertamenti sul «ruolo» di un’amica della 13enne, «di due amiche di quest’ultima (di anni 11 e 12) e di due amici di Samir di 20 e 22 anni, tutti da identificare compiutamente, presenti ai fatti e coinvolti» - secondo quanto dichiarato dalla vittima - «in atti sessuali nel medesimo albergo in cui ha passato la notte del 29 maggio». Luerti continua tracciando il profilo dell’arrestato, irregolare, «solito prostituirsi» e «destinatario di un ordine del questore della provincia di Milano a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni». Un ordine scaduto da tempo visto che è stato emesso lo scorso 10 marzo, e che va ad aggiungersi a un provvedimento analogo firmato, quasi tre anni prima, dalla Questura di Pavia. Per il resto sulla testa di Samir non pendono altri reati, né è chiaro se abbia già adescato altre vittime con uno dei suoi alias. In ogni caso la vicenda è complessa e ancora lontana dalla risoluzione definitiva. Lo dimostra un punto che per il gip motiva le esigenze cautelari: la possibilità da parte dell’uomo di «influire sulla minore in modo da concordare una versione dei fatti di comodo». Da quando è iniziata questa storia, fino al mese scorso, Samir e la sua giovane amante non si sono mai allontanati, hanno sempre continuato a sentirsi per telefono.
di Salvatore Garzillo
1 commenti:
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