sabato 24 agosto 2013

Firenze e gli zingari

I rom invadono Firenze e il sindaco non fa nulla. Nelle più belle piazze di Firenze rom ed extracomunitari lavano i panni sporchi e si fanno il bidet nelle fontane storiche accanto a turisti esterrefatti. Mentre Renzi pensa a pedonalizzare e a mettere i vasoni pieni di fiori in centro e il ministro Kyenge allo ius soli. Torselli (FdI): "Quel tabernacolo del '500 diventato vasca da bagno e lavanderia" di Fabrizio Boschi

Chissà cosa avrebbero detto Girolamo e Giovanni Della Robbia, autori della vasca cinquecentesca con fontana del Tabernacolo delle Fonticine sull'asse di via Nazionale, a pochi passi dal mercato di San Lorenzo. Due zingare, come se fossero al chiuso di una lavanderia, sciacquano una secchiata di panni. Non contente, li stendono, incuranti, di occupare un luogo pubblico. Un uomo, con totale indifferenza, prima l'ha fatta "fuori dalla tazza" e poi ha utilizzato la fontana come un bidet. L'ennesimo fermo immagine di questo album delle figuracce che Firenze sta regalando al mondo. Alcuni commercianti della zona postano su Facebook anche foto di chi si fa lo shampoo e chi si lava i denti. "Una vergogna - racconta una esercente-. Sta per partire una raccolta firme, una situazione del genere è intollerabile". A fare da cornice anche l'odore: disgustoso. "Spesso chiamiamo l'azienda di pulizie Quadrifoglio - sottolinea l'esercente - ma serve a poco: questo angolo è stato scambiato per un wc". Intanto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, di ritorno dalla sua vacanza in America, pensa a cambiare il simbolo della città di Firenze. Di questo passo sarà costretto a scegliere una toilette. Mentre il ministro per l'Integrazione Cécile Kyenge si è fissata sullo ius soli, col rischio di un'invasione di stranieri in Italia. "Si metta fine allo scempio del tabernacolo dei Della Robbia in via Nazionale usato come bagno pubblico dai rom", tuona in Palazzo Vecchio il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Francesco Torselli. "Chi può anche solo immaginare di possedere una stanza da bagno o una lavanderia realizzata da Girolamo e Giovanni Della Robbia? Nessuno. Eppure il tabernacolo di via Nazionale, le cosiddette Fonticine pare proprio abbiano assunto tali, svilenti, funzioni per alcuni rom ed extracomunitari della zona", denuncia Torselli. "Alcuni commercianti e lavoratori della zona mi hanno segnalato il problema - spiega Torselli - ma ho stentato a crederci fino a quando non ho visto coi miei occhi alcune donne rom avvicinarsi in pieno giorno alle Fonticine e con la massima disinvoltura, prima spogliarsi e lavarsi parti del corpo utilizzando addirittura bottiglie d'acqua (?) prese dalle loro borse, poi addirittura sciacquare nel tabernacolo del 1522 i propri abiti". "La cosa grave è che - prosegue il consigliere di centrodestra - in risposta a chi faceva notare alle donne il cattivo gusto del loro gesto, abbiamo ricevuto solo offese e sfottò. Ci dispiace che la parola degrado urti la sensibilità del nostro sindaco, ma noi conosciamo pochi altri termini per definire simili comportamenti. Possiamo dire scempio, offesa o mancanza di rispetto verso Firenze, i fiorentini e la nostra storia, ma a prescindere dalle parole, pretendiamo una sola risposta: che si ponga fine a questi deplorevoli comportamenti veramente disgustosi nel pieno centro di Firenze, di fronte agli occhi di tutto il mondo". E oltre al danno, c'è sempre la beffa. Dal 2004 ad oggi il centrosinistra ha speso 14 milioni e 703.819 euro per la gestione dei campi rom a Firenze. A cosa sono serviti tutti questi soldi dei fiorentini? Il Comune di Firenze ha in vigore un regolamento per la gestione dei due campi: è stato rispettato, o il Comune non ha fatto ciò che è previsto? I soldi sono serviti per accogliere i rom e integrarli e superare in maniera graduale la logica dei campi, o soltanto a dimostrare una falsa accoglienza e a far lavorare le cooperative? Tutte domande che per il momento non hanno una risposta.

1 commenti:

Johnny 88 ha detto...

Di questo passo saremo costretti a diventare come Dexter per sopravvivere.