Dopo un lungo braccio di ferro tra il governo maltese e i vertici dell'Unione europea, l'Italia ha deciso di accogliere i 102 clandestini salvati dalla nave cisterna Salamis alla quale Malta ha rifiutato l'attracco nel porto della Valletta. Il Salamis è, quindi, sbarcato a Siracusa oggi pomeriggio dopo che il governo italiano ha dato il suo via libera al termine un intenso negoziato diplomatico che è durato tutta la notte. Il primo ministro Joseph Muscat ha ringraziato Palazzo Chigi per l’impegno e l’assistenza dati dal premier Enrico Letta per aver capito l’emergenza maltese dopo gli arrivi di centinaia di immigrati in poche settimane che hanno mandato in tilt le strutture di accoglienza dell’isola. I 102 naufraghi, soprattutto eritrei, sono statoi soccorsi dalla nave cisterna Salamis a 45 miglia nautiche dalla Libia. Qui sono rimasti bloccati per un giorno intero dopo che le autorità maltesi hanno rifiutano l’ingresso in porto. Tra loro ci sono anche quattro donne in stato di gravidanza, una ferita che necessita di ricovero, e un bimbo di cinque mesi. Sin dalle prime battute del braccio di ferro, per il commissario europeo Cecilia Malmstrom la priorità è stata quella di "salvare le vite" dei clandestini. Da qui il diktat a Malta di lasciar sbarcare gli stranieri perché respingerli in Libia sarebbe "contrario alle leggi internazionali". Il premier Joseph Muscat si è rifiutato spiegando di "essere in possesso di prove" che attestano come Leopoldo Manna, capitano del Salamis, "abbia ignorato le indicazioni del Centro soccorsi italiano" di sbarcare i clandestini nel porto più vicino, e cioè in quello libico di Khoms, "per considerazioni di carattere commerciale". "Malta soddisfa i suoi obblighi internazionali - ha spiegato - ma non ci si aspetti che intervenga per proprietari di navi irresponsabili che si beffano delle regole". Così, mentre Bruxelles ha invitato a rimandare a un momento successivo "qualsiasi disputa sull’autorità responsabile della ricerca e del soccorso", il ministro degli Esteri maltese Manuel Mallia ha sottolineato come il "no" all’ingresso in porto alla nave fosse un "punto di principio". "Altrimenti - ha chiosato - si creerebbe un grave precedente". Secondo il capo della diplomazia maltese, infatti, "l’Ue dovrebbe assistere i suoi stati membri, Italia e Malta, che sono dalla parte della legge" e non una nave che le ha infrante. Durante un colloquio la Malmstrom ha dimostrato di non avere il quadro completo della situazione. A bordo della nave infatti, non c'era alcuna emergenza. Le forze armate hanno subito distribuito viveri e prestato cure mediche ai naufraghi. Anche i proprietari del Salamis, che batte bandiera liberiana ma è gestita dai greci della Hellenic shipping, hanno scritto al governo della Valletta, al centro italiano di coordinamento dei soccorsi, e al commissario Ue, per raccontare la propria versione dei fatti. L'Ue, però, è stata irremovibile. E, al termine di una lunghissima notte di trattative diplomatiche, Malta l'ha spuntata. E i 102 clandestini sono stati dirottati sulle coste siciliane.
mercoledì 7 agosto 2013
Da malta a siracusa...
...ringraziando il premier Letta che s'è prostrato alla ue. Di nuovo. Sapevamo benissimo come sarebbe andata a finire la ribellione di malta.
Malta non si piega ai diktat Ue: Letta fa sbarcare a Siracusa i clandestini naufragati in Libia. Il governo maltese non acconsente l'attracco alla Valletta dell'imbarcazione con a bordo 102 immigrati. L'Ue è impotente. Alla fine tocca a Letta spalancare le porte della Sicilia di Sergio Rame
Dopo un lungo braccio di ferro tra il governo maltese e i vertici dell'Unione europea, l'Italia ha deciso di accogliere i 102 clandestini salvati dalla nave cisterna Salamis alla quale Malta ha rifiutato l'attracco nel porto della Valletta. Il Salamis è, quindi, sbarcato a Siracusa oggi pomeriggio dopo che il governo italiano ha dato il suo via libera al termine un intenso negoziato diplomatico che è durato tutta la notte. Il primo ministro Joseph Muscat ha ringraziato Palazzo Chigi per l’impegno e l’assistenza dati dal premier Enrico Letta per aver capito l’emergenza maltese dopo gli arrivi di centinaia di immigrati in poche settimane che hanno mandato in tilt le strutture di accoglienza dell’isola. I 102 naufraghi, soprattutto eritrei, sono statoi soccorsi dalla nave cisterna Salamis a 45 miglia nautiche dalla Libia. Qui sono rimasti bloccati per un giorno intero dopo che le autorità maltesi hanno rifiutano l’ingresso in porto. Tra loro ci sono anche quattro donne in stato di gravidanza, una ferita che necessita di ricovero, e un bimbo di cinque mesi. Sin dalle prime battute del braccio di ferro, per il commissario europeo Cecilia Malmstrom la priorità è stata quella di "salvare le vite" dei clandestini. Da qui il diktat a Malta di lasciar sbarcare gli stranieri perché respingerli in Libia sarebbe "contrario alle leggi internazionali". Il premier Joseph Muscat si è rifiutato spiegando di "essere in possesso di prove" che attestano come Leopoldo Manna, capitano del Salamis, "abbia ignorato le indicazioni del Centro soccorsi italiano" di sbarcare i clandestini nel porto più vicino, e cioè in quello libico di Khoms, "per considerazioni di carattere commerciale". "Malta soddisfa i suoi obblighi internazionali - ha spiegato - ma non ci si aspetti che intervenga per proprietari di navi irresponsabili che si beffano delle regole". Così, mentre Bruxelles ha invitato a rimandare a un momento successivo "qualsiasi disputa sull’autorità responsabile della ricerca e del soccorso", il ministro degli Esteri maltese Manuel Mallia ha sottolineato come il "no" all’ingresso in porto alla nave fosse un "punto di principio". "Altrimenti - ha chiosato - si creerebbe un grave precedente". Secondo il capo della diplomazia maltese, infatti, "l’Ue dovrebbe assistere i suoi stati membri, Italia e Malta, che sono dalla parte della legge" e non una nave che le ha infrante. Durante un colloquio la Malmstrom ha dimostrato di non avere il quadro completo della situazione. A bordo della nave infatti, non c'era alcuna emergenza. Le forze armate hanno subito distribuito viveri e prestato cure mediche ai naufraghi. Anche i proprietari del Salamis, che batte bandiera liberiana ma è gestita dai greci della Hellenic shipping, hanno scritto al governo della Valletta, al centro italiano di coordinamento dei soccorsi, e al commissario Ue, per raccontare la propria versione dei fatti. L'Ue, però, è stata irremovibile. E, al termine di una lunghissima notte di trattative diplomatiche, Malta l'ha spuntata. E i 102 clandestini sono stati dirottati sulle coste siciliane.
Dopo un lungo braccio di ferro tra il governo maltese e i vertici dell'Unione europea, l'Italia ha deciso di accogliere i 102 clandestini salvati dalla nave cisterna Salamis alla quale Malta ha rifiutato l'attracco nel porto della Valletta. Il Salamis è, quindi, sbarcato a Siracusa oggi pomeriggio dopo che il governo italiano ha dato il suo via libera al termine un intenso negoziato diplomatico che è durato tutta la notte. Il primo ministro Joseph Muscat ha ringraziato Palazzo Chigi per l’impegno e l’assistenza dati dal premier Enrico Letta per aver capito l’emergenza maltese dopo gli arrivi di centinaia di immigrati in poche settimane che hanno mandato in tilt le strutture di accoglienza dell’isola. I 102 naufraghi, soprattutto eritrei, sono statoi soccorsi dalla nave cisterna Salamis a 45 miglia nautiche dalla Libia. Qui sono rimasti bloccati per un giorno intero dopo che le autorità maltesi hanno rifiutano l’ingresso in porto. Tra loro ci sono anche quattro donne in stato di gravidanza, una ferita che necessita di ricovero, e un bimbo di cinque mesi. Sin dalle prime battute del braccio di ferro, per il commissario europeo Cecilia Malmstrom la priorità è stata quella di "salvare le vite" dei clandestini. Da qui il diktat a Malta di lasciar sbarcare gli stranieri perché respingerli in Libia sarebbe "contrario alle leggi internazionali". Il premier Joseph Muscat si è rifiutato spiegando di "essere in possesso di prove" che attestano come Leopoldo Manna, capitano del Salamis, "abbia ignorato le indicazioni del Centro soccorsi italiano" di sbarcare i clandestini nel porto più vicino, e cioè in quello libico di Khoms, "per considerazioni di carattere commerciale". "Malta soddisfa i suoi obblighi internazionali - ha spiegato - ma non ci si aspetti che intervenga per proprietari di navi irresponsabili che si beffano delle regole". Così, mentre Bruxelles ha invitato a rimandare a un momento successivo "qualsiasi disputa sull’autorità responsabile della ricerca e del soccorso", il ministro degli Esteri maltese Manuel Mallia ha sottolineato come il "no" all’ingresso in porto alla nave fosse un "punto di principio". "Altrimenti - ha chiosato - si creerebbe un grave precedente". Secondo il capo della diplomazia maltese, infatti, "l’Ue dovrebbe assistere i suoi stati membri, Italia e Malta, che sono dalla parte della legge" e non una nave che le ha infrante. Durante un colloquio la Malmstrom ha dimostrato di non avere il quadro completo della situazione. A bordo della nave infatti, non c'era alcuna emergenza. Le forze armate hanno subito distribuito viveri e prestato cure mediche ai naufraghi. Anche i proprietari del Salamis, che batte bandiera liberiana ma è gestita dai greci della Hellenic shipping, hanno scritto al governo della Valletta, al centro italiano di coordinamento dei soccorsi, e al commissario Ue, per raccontare la propria versione dei fatti. L'Ue, però, è stata irremovibile. E, al termine di una lunghissima notte di trattative diplomatiche, Malta l'ha spuntata. E i 102 clandestini sono stati dirottati sulle coste siciliane.
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