Ormai l'attacco alla Siria sembra imminente. Tutto è pronto. Il Dipartimento di Stato Usa ha rinviato l'incontro con i diplomatici russi in programma a L'Aia previsto per il 28 agosto, una decisione messa in relazione alla necessità di elaborare una risposta adeguata all'uso delle armi chimiche in Siria. Le forze armate britanniche stanno mettendo a punto un piano di emergenza nell’eventualità di una risposta militare al presunto attacco chimico in Siria. "Qualsiasi decisione deve essere presa rigorosamente in un ambito internazionale. Qualsiasi uso di armi chimiche è completamente e assolutamente aberrante e la comunità internazionale deve rispondere", ha dichiarato il portavoce di David Cameron. Intanto il presidente Obama sta valutando un attacco militare contro Damasco "di portata e di durata limitate". Secondo fonti citate dal Washington Post, l'attacco potrebbe durare non più di due giorni e sarebbe un attacco "punitivo" con azione deterrente. L'attacco, secondo fonti i media americani, prenderebbe di mira obiettivi militari non direttamente legati alle armi chimiche.
Si pensa a intervento lampo: Secondo il New York Times, inoltre, sebbene Obama debba optare per un’azione militare, le operazioni sarebbero limitate: ciò comprenderebbe, per esempio, il lancio di missili cruise dalle navi americane nel Mediterraneo contro obiettivi militari siriani, secondo fonti dell’amministrazione americana citate dal giornale. Non si tratterebbe di una campagna prolungata per destituire il presidente siriano Bashar al Assad o per cambiare l’equilibrio della guerra, ha aggiunto il Times. Nei prossimi giorni, gli uomini dell’intelligence americana forniranno ulteriori informazioni a sostegno della tesi che la Siria è ricorsa ad armi chimiche.
Russia e Iran avvertono gli Usa: Il presidente americano continua intanto a consultarsi con gli alleati e avrebbe abbandonato le speranze di ottenere un'autorizzazione all'azione da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu, dato il veto della Russia.
Siria, bimba si sveglia dopo l'attacco: A tal proposito, Alexander Lukashevich, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha fatto sapere che "i tentativi di aggirare il Consiglio di Sicurezza Onu creano per l'ennesima volta pretesti artificiali infondati per un intervento militare nella regione, gravidi di nuove sofferenze in Siria e conseguenze catastrofiche per Medio Oriente e Nord Africa Nord". Anche l'Iran minaccia gli Usa. "Un attacco alla Siria avrebbe gravi conseguenze in tutta la regione mediorientale", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, aggiungendo che "serve una soluzione politica".
"L'Italia non interviene senza il sì dell'Onu": "L’Italia non prenderebbe parte a soluzioni militari al di fuori di un mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Non è un modo di scaricare le responsabilità, ma un’assunzione di piena responsabilità nei teatri in cui già operiamo. Vi sono altre strade percorribili, come il deferimento dei responsabili dell’uso di armi chimiche alla Corte penale internazionale o spingere di più verso una soluzione politica, come l’esilio dei vertici di quel regime", ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino alle Commissioni Esteri congiunte.
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