giovedì 24 maggio 2012
E se lo dice lui... c'è da crederci
Sulla Grecia può succedere di tutto, gli Eurobond si faranno ma non subito, anche perché c'è ancora da convincere la Germania. E' la crisi finanziaria dell'Unione Europea il tema forte dei primi interventi del premier italiano Mario Monti a PiazzaPulita, il programma di La7 condotto da Corrado Formigli. L'esordio è tutto sul vertice Ue di mercoledì sera, in apparenza inconcludente, che ha attirato sui leader continentali molte critiche. "La mia valutazione è che si è fatto qualche importante passo avanti - commenta il professore -. Forse meno di quanto nella situazione attuale è necessario, ma più di quanto può apparire dai formali comunicati diffusi a fine vertice". Innanzitutto, gli eurobond. "Sono più numerosi quelli che si sono pronunciati a favore che quelli che si sono pronunciati contro", anche se il tempo di realizzazione "non sarà qualche mese, sarà di più". Per la collettivizzazione dei debiti nazionali, infatti, "occorre anche il consenso della Germania in particolare, che qualcosa significa". La linea d'azione italiana, per questo, non può essere quella di picchiare il pugno sul tavolo ma la persuasione. "Anche perché - è la battuta di Monti - a Bruxelles quel pugno rimbalzerebbe...". Comunque, annuncia, le decisioni grosse arriveranno al vertice del 28 giugno.
Grecia a rischio - L'altro capitolo è la Grecia. "E' certamente possibile il salvataggio - spiega il premier -. Può succedere di tutto ma l’esito positivo, per la Grecia ma anche per tutti, è il più probabile". Ottimismo cauto, dunque. Anche per l'Italia, che ora a detta del prof conta di più. "Non abbiamo più lezioni da ricevere. Siamo diventati attori compartecipi del destino dell’Europa e in grado di spingere tutti nella direzione del bene collettivo, Germania compresa". Il paragone, obbligato, è con il governo Silvio Berlusconi. "Il momento di maggior umiliazione, immagino, è stato il vertice di ottobre quando ci volevano obbligare a mettere sotto tutela dell'Ue i nostri conti e le nostre manovre". Un po' come la Grecia oggi. "Ma è un pericolo ormai scampato, credo. Ma a ottobre 2011 c'era il rischio di non poter pagare le pensioni, gli stipendi pubblici. Per fortuna c'è stato il presidente Napolitano, che ha rifiutato il ritorno alle urne e ha preferito un governo di ampia maggioranza. Ecco, la Grecia non ha avuto Napolitano".
L'ultima promessa di Mario Monti: otto miliardi per provare a risolvere il dramma della disoccupazione giovanile. Reduce dal vertice Ue a Bruxelles e incassata "l'accelerazione" sugli Eurobond, il premier incontra il Forum Nazionale dei giovani e parla soprattutto di lavoro, nel giorno in cui lo scontro sul ddl di riforma è ancora al centro di polemiche feroci tra governo e parti sociali e all’interno dello stesso esecutivo, con le parole del ministro del Welfare Elsa Fornero e la replica stizzita del collega della Pubblica amministrazione Patroni Griffi sul licenziamento degli statali. Monti sprona i ragazzi a "rischiare, a mettersi in gioco", a "sfidare l'autorità" e ad avere un "sogno in tasca che è il più bello e il più forte degli incentivi". Belle parole, ma in concreto la realtà è durissima.
Riforma del merito - E così ecco gli annunci: in Consiglio dei ministri si discuterà della 'riforma del merito', concedendo incentivi, borse di studio e tasse più basse per gli studenti più bravi. "Siate più disponibili a cambiare più lavori - ripete il premier riproponendo in chiave diversa il concetto sulla 'noia' del posto fisso che mesi fa scatenò polemiche e critiche - accettando i cambiamenti che saprete procurarvi come un arricchimento della personalità e non come una punizione. E' importante che viaggiate quando ne avete l’opportunità per sentirvi cittadini d’Europa". Sempre che i genitori, già in crisi, riescano a pagare loro i soggiorni all'estero. Monti snocciola cifre, dati e percentuali. E annuncia: "In Italia il 29% dei fondi strutturali per il 2007-2013, più di 8 miliardi di euro, sono potenzialmente destinabili alla lotta alla disoccupazione giovanile. Sono 460mila i ragazzi che in Europa (128mila in Italia) potrebbero beneficiare di questo piano di riallocazione dei giovani a livello europeo".
Lo "spreco" di Draghi - Citando le parole di mercoeldì del Capo dello Stato Napolitano, il premier esorta i giovani ad "aprire porte e finestre se non vi fanno entrare". Quindi risponde, senza citarlo direttamente, anche al governatore della Bce Mario Draghi, che ha parlato di "spreco" riferendosi alla disoccupazione giovanile in Europa. "Il governo sta rispondendo con le riforme". Riforme, come quella del mercato del lavoro, che favoriscono "una distribuzione più equa delle risorse, estendendo le garanzie a tutti. Vi renderà liberi di scegliere il lavoro che volete", perché ha "l'obiettivo di spostare la tutela del singolo posto a quella della singola persona". Certo, ammette il premier, il provvedimento del governo non ha incassato le lodi delle parti sociali, anzi ha scontentato tutti. Ma è "quasi normale che tutte le parti sociali abbiano trovato non ottimale la riforma del lavoro - dice - abbiamo seguito obiettivi di flex security seguendo le indicazioni di organismi, come l’Ocse e l’Fmi, che non hanno a cuore interessi di categoria, ma interessi generali. Tanto i sindacati quanto le imprese sono portatori di interessi particolari, ma noi abbiamo fatto l’interesse generale. E sono più contento del sì di Commissione europea e Ocse che dei dubbi espressi dalle organizzazioni sindacali e datoriali".
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2 commenti:
Quello è un pericolo pubblico. Fino a queste dichiarazioni pensavo che Monti si credesse chiamato direttamente da Dio a fare il premier. Adesso temo che si creda lui stesso, Dio !
Massimo, ma quello che credeva d'essere l'unto del signore e poi dio non era Berlusconi? O avevamo capito male?
E intanto, continuano a regalare soldi al sud.
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