sabato 5 maggio 2012
Zero virgola ma alleato di tutti... detta legge?
Adesso Pier Ferdinando Casini vuole governare la regia del parlamento. Adesso il ledaer centrista entra in pressing sulla maggioranza che fino ad ora ha sostenuto il premier Mario Monti per avere certezze sul futuro. "Chiederò un appuntamento a Bersani e a Berlusconi per sapere se vogliono sostenere il governo e vogliono andare avanti o se ogni giorno vogliono trovare un modo per distinguersi - ha spiegato Casini - finiamo la campagna elettorale, poi parliamo seriamente di tutto". A margine del suo intervento al congresso nazionale delle Acli, il leader centrista ha chiesto agli "alleati" una scelta di campo: o dentro o fuori. Il suo intento è quello di garantire ai tecnici la sopravvivenza fino al 2013.
Casini si sta rendendo conto di essere rimasto in minoranza. Sia il Pdl sia il Pd non nascondono più il proprio mal di pancia nei confronti del Professore: vuoi la raffica di nuove tasse, vuoi l'incapacità di partorire una riforma del lavoro incisiva, vuoi la reintroduzione della tassa sulla prima casa. Il parlamento sta - poco a poco - abbandonando Monti. "Ormai è il mio destino, in minoranza con Prodi, in minoranza con Berlusconi, resterò in minoranza anche adesso - ha aggiunto Casini - io le promesse e la demagogia fiscale ritengo che siano un tumore per il nostro paese". Secondo il leader centrista, la maggioranza deve andare avanti a rafforzare il governo nonostante la pressione fiscale eccessiva. Tanto che Casini sembra (quasi) giustificarla: "Questo avviene a causa dei tanti che non pagano le tasse. Se ci fosse meno evasione ci sarebbe una pressione fiscale più compatibile per tutti". Sul piano degli interventi in parlamento, Casini è tornato a chiedere una maggiore incisività nella lotta all’evasione fiscale che potrebbe portare nelle casse dello Stato un extragettito che, dopo la burrasca della crisi economica, potrebbe essere usato proprio per alleggerire le tasse sulle famglie e sulle imprese. "Oggi - ha concluso il leader centrista - non è il momento delle promesse demagogiche con le quali questo paese è arrivato dove è, cioè vicino alla grecia non solo geograficamente".
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