lunedì 28 maggio 2012
Spending Rewiew
La metafora è quella del buon padre di famiglia. Il ministro Piero Giarda si appresta a sforbiciare la spesa pubblica e si affretta a chiarire che non si taglieranno i servizi ai cittadini, bensì a ridurre gli sprechi. Sprechi che nel breve periodo saranno ridotti di 100 miliardi la spesa pubblica "potenzialmente aggredibile nel breve periodo», mentre è di 300 miliardi quella che richiede un intervento al lungo periodo. Da qui devono saltar fuori risparmi di 4,2 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva dal primo ottobre. Intervistato da Radio Vaticana, Giarda ha spiegato che si sta puntando la lente su tre tipi di spese: sprechi, inefficienze, ma anche su «interventi che facevamo prima e che oggi sono più costosi e comportano oneri che non possiamo più affrontare". Cifre notevoli visto che la spesa pubblica totale sfiora gli 800 miliardi, compresi i circa 70 per gli interessi. In settimana arriverà al Comitato interministeriale la prima relazione del commissario Enrico Bondi, che si incentrerà sulla spesa per acquisti di beni e servizi, non solo dei Ministeri, ma anche di Regioni (con la Sanità che è il grosso del budget), Enti pubblici e Comuni. L'idea di fondo è che tutti i centri di spesa acquistarino beni e servizi (compresa l'elettricità) al minor prezzo disponibile. In questo la Consip, la centrale unica di acquisti, avrebbe un ruolo fondamentale. Una Tac o una garza dovranno costare la stessa cifra sia in Calabria che in Lombardia, e una cartuccia per stampante dovrà essere pagata al miglior prezzo sia da un Ministero che dall'Inps. L'area di intervento, ha detto Giarda, è ampia: "Tutto il settore pubblico, dallo Stato fino all'ultimo dei comuni. Tutto il Paese non si è ancora adattato alle nuove condizioni". Nè "ci sono posti o sezioni dove si annidano sprechi maggiori, è tutto il comparto che va rivisto e analizzato". "Alcuni aggiustamenti si possono fare nel breve periodo", ha detto ancora il ministro, e "la massa di spesa" che oggi è «potenzialmente aggredibile nel breve periodo ammonta a circa un centinaio di miliardi, divisa tra Stato, Enti previdenziali, Regioni ed Enti locali". Poi "se si guarda un po' più lontano la spesa su cui si può intervenire è di importi notevolmente più ampi, pari a circa 300 miliardi di euro". Entrando nel merito, secondo Giarda, i comuni e le provincie di minori dimensioni potrebbero essere accorpate per risparmiare. Tagli in vista anche per i giudici di pace che passeranno da 848 a 174, Spese per gli affitti, sistemi informatici, razionalizzazione: saranno queste le leve di risparmio nel settore istruzione. Per quanto riguarda i trasporti sarà riorganizzato il sistema che ruota intorno al ministero, dalla Motorizzazione alle autorità portuali. Il comparto sicurezza vedrà messa sotto la lente la spesa di Vigili del Fuoco e polizia che assorbe l'80% di quella del ministero dell'Interno.
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