martedì 29 maggio 2012
Esodati
Si torna a parlare di esodati. Il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua e il ministro del Lavoro Elsa Fornero tornano sulla questione e se il ministro sottolinea come siano un costo della riforma, che non riporterà però a riaprire i giochi, Mastrapasqua evidenzia la necessità di fare più di quanto annunciato. Antonio Mastrapasqua sottolinea la necessità di "trovare una soluzione che valga per tutti, non solo per il contingente" annunciato dal ministro del Lavoro Elsa Fornero - e individuato dal decreto che dovrebbe essere emanato a giorni -, che riguarda 65.000 lavoratori. Nel suo intervento alla presentazione del rapporto annuale dell'Inps alla Camera definisce la riforma varata a fine 2011 "dura, severa, equa e coraggiosa, capace di assicurare la necessaria stabilità finanziaria al sistema previdenziale italiano in questa complessa transizione". Ma fa anche presente la necessità di ragionare sulle condizioni di chi "è colto a metà del suo passaggio personale" e "non può e non deve essere dimenticato o trascurato. Deve essere assistito e garantito nei suoi diritti soggettivi. Deve essere assicurato il dovuto sostegno: è un atto di giustizia, di legalità e di democrazia". A Mastrapasqua risponde il ministro Fornero. Il decreto sugli esodati - dice - riguarderà 65mila persone, ma sarà "una soluzione parziale del problema". Dopo il decreto si dovrà ragionare con la parti sociali per risolvere "il problema delle altre categorie, alcune delle quali sono ancora al lavoro". Infatti, sottolinea, è "preferibile dare in tempi brevi una risposta a persone che vivono nell'incertezza". Per le 65mila persone che sono rimaste al lavoro sarà salvaguardato "il diritto al pensionamento secondo le vecchie regole". Per gli altri lavoratori, "difficilmente enumerabili", verranno trovate soluzioni che tengano presente "i criteri di equità e di efficienza ma senza scardinare la riforma". Critica la replica di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Una soluzione in due tempi "è disprezzo nei confronti delle persone. Il ministro parla senza sapere di cosa parla perché non ci sono persone a lavoro, ma al massimo sono lavoratori in cig, in attesa di passare in mobilità, certo non a lavoro". Sull'argomento anche l'intervento della Cisl. Maurizio Petruccioli, segretario confederale, ricorda che il sindacato ha "sempre sostenuto che le risorse stanziate, così come l'individuazione delle 65.000 unità da salvaguardare fossero insufficienti soprattutto rispetto alle altre situazioni per le quali, finora, non è stata prevista alcuna risposta". E conclude: "Urgente anche l'apertura di un confronto con il ministero per definire le situazioni sulle quali intervenire, purché vi sia una risposta immediata e in tempi certi alle persone coinvolte".
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