giovedì 31 ottobre 2013

Italiani e stranieri secondo Kyenge

Giusto un paio di commenti: "Non è ministro dell'integrazione, ma ministro dell'immigrazione. Sono passati ben più di 100 giorni dal suo insediamento, nulla ha fatto per far integrare gli immigrati, se non affermare che la mancata integrazione è dovuta all'atteggiamento negativo degli italiani..."

"Ma di quali tasse sta parlando? La maggioranza degli immigrati o paga un'inezia (redditi bassi e famiglie numerose) o lavora in nero e spedisce i soldi al paesello. Si' il posto all'asilo, gratis, lo ruba l'immigrato, a spese degli Italiani che pagano le tasse e pure la retta dell'asilo, e anche i ticket sanitari e anche l'affitto di casa e le bollette. Non venga a raccontare le solite balle dell'immigrato che porta ricchezza e cultura. Non ci crede nessuno perche' la "cultura" e' sotto gli occhi di tutti e la ricchezza che DRENANO (aiuti di tutti i tipi) pure. Per non parlare di tutti i venditori abusivi (sai quante tasse pagano quelli!). P.S. e che dire di tutti gli immigrati senza lavoro e dimora? Che tasse pagano quelli? E quelli, clandestini, mantenuti di sana pianta da noi? Se anche fossero vere le balle della Kyenge, le poche tasse pagate non basterebbero a coprire tutte le spese che lo Stato Italiano sostiene per loro (sanita', polizia, prigioni, CIE, ecc.). Stia zitta e si vergogni di agire e parlare sempre contro l'Italia e gli Italiani. BASTA NON SE NE PUO' PIU" DELLA CONGOLESE, CON CITTADINANZA ITALIANA."

"Credo che sia vero il contrario. Avete mai visto un "vu' cumprà" rilasciare lo scontrino fiscale? Anche sulle bancarelle dei mercatini, ormai in mano agli immigrati è la stessa cosa. Non credo che Kyenge possa smentirmi. Ancora, diverse volte, quando volevo assumere qualche collaboratrice domestica ad ore, queste mi hanno chiesto espressamente di essere pagate un po' di più e di non volere che io versassi i contributi perchè il loro marito avrebbe perso alcuni benefici (assegni o altro). Sono stato costretto a scartarle, non per eccessiva onestà, ma perchè temevo conseguenze. Credo che anche altri abbiano avuto la stessa esperienza. Strano che Kyenge non lo sappia. Per un ministro, ignorare ciò che accade nel suo campo, è grave, molto grave."

Kyenge: "L'immigrato paga le tasse, il vero nemico è l'evasore". Il ministro torna a ragionare per slogan: "Dentro ognuno di noi c’è uno straniero". E ancora: "L'immigrazione è un'opportunità" di Andrea Indini

Persino Attilio Befera, numero uno dell'Agenzia delle Entrate, ha ammesso che la crisi economica e l'eccessiva pressione fiscale hanno generato una sorta di evasione di sopravvivenza. Tesi sposata anche dal piddì Stefano Fassina, ora viceministro dell'Economia nel governo Letta. Addirittura certi giudici hanno graziato un imprenditore che non aveva potuto pagare l'Iva perché rischiava il fallimento. Tre episodi emblematici che dimostrano che qualcosa sta cambiando nel pensiero progressista di bieca persecuzione nei confronti di crea ricchezza. Purtroppo ci sono ancora schiere di politici, pensatori ed economisti pronti a fare della caccia all'evasore una vera e propria bandiera. Tra questi anche il ministro all'Integrazione Cecile Kyenge che, intervenendo a un convegno su cittadinanza e integrazione a Roma, ha detto che il nemico non è l'immigrato, ma appunto l'evasore.

Gli slogan della Kyenge sono sempre gli stessi. E il fine ultimo è sempre quello di andare a mettere mano alle politiche migratorie che vigono in Italia per allargare le maglie alle frontiere, cancellare il reato di clandestinità e soprattutto regalare la cittadinanza ai figli di immigrati regolari. Così, sulla scia della tragedia avvenuta al largo di Lampedusa, il ministro è tornato alla carica: "Il nostro nemico non è l’immigrato ma chi non rispetta i diritti delle persone, chi non rispetta le regole e questo non ha né colore né etnia". Quindi l'affondo: "Bisogna spiegare alla gente che ad esempio chi ruba il posto all’asilo non è l’immigrato, che paga le tasse, ma l’evasore". Alla Kyenge, in realtà, non interessa ragionare sul perché in Italia l'evasione, che resta comunque un reato, sia così alta. Non una parola sulla pressione fiscale arrivata a livelli da capogiro. Non una parola sulla recessione e sulla concorrenza dei Paesi emergenti che stanno mettendo in ginocchio i nostri imprenditori. La caccia all'evasore viene usata come un topos per "riabilitare" lo status degli stranieri che vivono in Italia.

Secondo il ministro all'Integrazione, per molto tempo i governi italiani avrebbero "navigato a vista" sulle politiche migratorie. In realtà risale al 2002 la Bossi-Fini, una legge che ha messo i paletti per regolamentare un fenomeno che rischia mettere in crisi tutto il Paese. Legge che viene quotidianamente inficiata dalla magistratura nostrana e che la Kyenge, come tutta la sinistra italiana, vorrebbero smantellare da cima a fondo. Per la titolare dell'Integrazione, infatti, l'immigrazione dovrebbe essere considerata una "opportunità". "Ora occorre cambiare approccio", ha continuato spiegando che il programma del governo Letta è centrato "sui diritti che non escludono i doveri". Su questo, ha precisato, "sono stati dati talvolta dei messaggi sbagliati che possono produrre effetti negativi. Le politiche di repressione hanno avuto un costo elevatissimo, fare una politica di integrazione invece costa poco e arricchisce il Paese". La Kyenge è, quindi, tornata sul tema della cittadinanza invitando il parlamento a cambiare le norme che ne regolano la concessione: "Integrazione non vuol dire assimilazione, che vuol dire perdere l’identità, ma significa interagire sul territorio: chi arriva porta il suo 'bagaglio' culturale per interagire con la nuova realtà". Quindi lo slogan finale: "Dentro ognuno di noi c’è uno straniero, una donna, un bambino, un anziano, un disabile".

2 commenti:

Maria Luisa ha detto...

sarà contenta la ministra,guarda la foto dei manifestanti per la casa:
http://sphotos-c.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash3/s403x403/1394250_507418546020029_1670117261_n.jpg

Eleonora ha detto...

Eh, loro c'entrano ANCHE e soprattutto quando NON dovrebbero farsi vedere. Nonostante abbiano molto più degli italiani indigenti.