giovedì 10 ottobre 2013
Lettera a Papa Francesco
Vergogna?!? di Piero LaPorta
Beatissimo Padre, per l’ennesimo naufragio al largo di Lampedusa, Lei esecrò: «È una vergogna!» D’altronde se Lei avesse detto “è una tragedia”, l’evento sarebbe parso indipendente da cause umane. Poiché «È una vergogna!» v’è necessariamente chi deve vergognarsene, visto che «Ciò che è accaduto è un peccato davanti a Dio», come Lei aggiunse, tacendo tuttavia chi fosse il peccatore da svergognare. Additò dunque il peccato, non il peccatore, applicando una volta ancora la categoria “chi sono io per giudicare?”, tanto cara a S.Em. Rev.ma il cardinale Carlo Maria Martini. In tal modo la pur significativa espressione «È una vergogna!» rimane un esercizio retorico che fa velo a chi invece dovrebbe vergognarsi. Il Vicario di Cristo indulge nella retorica per ossequio alla mondanità? Pensiamoci. I popoli migrano tanto più precipitosamente quanto più i conflitti sono devastanti, come ferro rovente a spingerli da tergo verso contrade più sicure, come l’Italia. Quanto non riesce alla guerra, lo completano i Cavalieri rimanenti: Morte, Malattia e Fame, incalzando i sopravvissuti a spostarsi verso di noi. Siano benvenuti e noi abbiamo il dovere di non mascherare le cause delle loro traversie. Esprimo dunque apprezzamento a Giorgio Napolitano quando coerentemente confessa: «Provo vergogna e orrore». Egli mandò infatti forze militari italiane contro la Libia e ben sa che tutto l’infiammarsi dell’Africa e del Vicino Oriente, dall’Oceano Atlantico al Golfo Persico originò le migrazioni e la vergogna. È bene dunque che egli confessi: «Provo vergogna e orrore»; davvero encomiabile. D’altronde è inaccettabile che Napolitano sia lasciato solo a vergognarsi, come sembrerebbe conseguire, Beatissimo Padre, alle Sue esecrazioni senza responsabili.
Chi deve vergognarsi? Tutto il popolo italiano, secondo taluni stravaganti giornalisti, vocati alla genuflessione, per i quali deve vergognarsi il signor Carlo, assiduo a pagare il biglietto sul tram mentre Muhammad, suo vicino di casa, mena vanto di non averlo mai pagato, fin da quando arrivò in Italia, dieci anni fa. Storie lunghe, come può vedere. Dubito pure debba vergognarsi la signora Luisa, la cui pensione sociale fu sforbiciata da Mario Monti da 620 a 600 euro, mentre Muhammad ogni mese, coi contributi statali (Stato italiano o quel che ne rimane) ed elargizioni caritatevoli, incassa il doppio senza lavorare. Non dimentichiamo che il padre di Muhammad percepisce a casa sua una pensione di 300 euro, gentilmente inviatagli dallo Stato italiano (o quel che ne rimane) con neppure quindici anni di contributi. Noi qui però introducemmo il sistema contributivo. Curioso, no? Dubito che debba vergognarsi Patrizia, figlia della signora Luisa, che non può mandare il bambino all’asilo nido comunale: il suo reddito infatti, di ben 865 euro mensili, la pone in graduatoria dietro tutti gli extracomunitari e gli zingari del paese, tanti come Lei sa. Né le cose vanno meglio quando Patrizia si reca al pronto soccorso, dov’è in coda a una lunghissima fila di Muhammad, che saranno curati, bene e naturalmente gratis, cure odontoiatriche incluse, quelle che Patrizia si sogna.
Forse deve vergognarsi il conducente dell’autobus romano minacciato e picchiato da un marocchino. Il bravo immigrato s’irritò perché il mezzo non s’arrestò, com’egli esigeva, ben prima giungere alla fermata. Non si vergogna Il Messaggero, in prima fila a gridare “Vergogna!”, attento a nascondere le ferite del povero autista in un angolo della cronaca locale. Dicono che così non attizzano odio. Li si direbbe dunque buoni cristiani. Un quarto degli italiani, Beatissimo Padre, vive con meno di 10mila euro per anno, cioè meno di 850 euro per mese, presto falcidiate grazie alle ulteriori tasse, così esercitandosi nella povertà che Lei sovente gioiosamente richiama. Dubito che questi debbano vergognarsi per quel barcone carico di disperati ai quali qualcuno promise uno zero virgola della povertà dilagante in Italia, sebbene quegli italiani con meno di 10mila euro annui siano a loro modo fortunati, pagando poca o nessuna IRPEF (è una delle centinaia di tasse italiane). Difficile tuttavia confidare nella vergogna dei rimanenti 30milioni di contribuenti, i più tartassati d’Europa, i cui versamenti al famelico fisco nazionale assicurano un futuro a Mohammad mentre lo tolgono a Carlo, a Luisa, a sua figlia e al nipotino. Nelle ultime ore pare debbano vergognarsi gli equipaggi delle Capitanerie di Porto, messi sotto accusa da pescatori che non hanno mai trafficato illeciti sul mare, non è vero? Cosicché finora, Beatissimo Padre, la graduatoria di quanti debbono vergognarsi è composta solo da un illustre autoaccusato come Napolitano e dagli equipaggi delle Capitanerie di Porto. Curioso, non le pare?
Tutta colpa della legge Bossi-Fini? Questa è certamente una pessima legge, se così affermano le signore Laura Boldrini e Cécile Kyenge. Eppure, se tale legge fosse cancellata del tutto, come le due autorevoli e pacate signore auspicano con tutta la capacità di intelligente, profonda e onesta riflessione che da tempo le distingue, i naufragi rimarrebbero tal quali, anzi aumenterebbero. I barconi naufragano infatti perché sono vecchi e sgangherati; i barconi naufragano perché gli scafisti li lasciano in balia del mare; i barconi naufragano perché sono sovraccarichi. Nessuna di tali cause consegue alla legge Bossi-Fini, la cui abolizione non causerà alcuna contrazione dei flussi migratori, anzi li incoraggerà, come sono aumentati – lo abbiamo appena visto – dopo che Lei, Beatissimo Padre, davanti alle mondane telecamere di Lampedusa, assicurò che avrebbe messo a disposizione le strutture ecclesiastiche vuote per colmarle di migranti. Non un metro cubo, dei 18milioni di metri cubi vuoti e sottratti all’IMU, è tuttora a disposizione dei migranti, mentre tivvù e internet anche al di là del mare diffondono quella che dopo tutto è pubblicità ingannevole e, alla prova dei fatti, esiziale. Non un metro cubo, dei 18milioni di metri cubi vuoti e sottratti all’IMU, è tuttora a disposizione dei migranti, mentre tivvù e internet anche al di là del mare diffondono le immagini della ribellione nel Centro di accoglienza di Lampedusa, esplosa dopo due notti di pioggia.
Dettagli, questi, sfuggiti anche alla signora Boldrini, la cui vasta e corrucciata fronte fu al servizio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, mentre sembra volersi ancora perpetuare nell’antico incarico, preceduto tuttavia da una permanenza in tivvù in un programma alquanto ardito. Da questa esperienza nello spettacolo leggero trasse forse la disinvoltura per discettare d’accoglienza sebbene, quando fu nell’Altissimo Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, mai esecrò spagnoli che sparano sui barconi, francesi che li affondano, greci che li riportano in mare aperto, maltesi che interdicono i propri porti, inglesi che sogghignano dalla Rocca di Gibilterra. Neppure redarguì costoro per la severità delle loro sanzioni contro gli immigrati clandestini. Inutile aspettarsi la vergogna della signora Boldrini; mi domando tuttavia perché dal suo perenne broncio non uscì mai neppure una sillaba per la polizia statunitense che spara a raffica sui profughi messicani e stese un muro sul confine, gettando in galera chiunque osi varcarlo senza le dovute autorizzazioni. Necessita pure osservare che ai confini col Messico la Bossi-Fini non c’è eppure i migranti sono incessanti e altrettanto le repressioni, le morti e le vessazioni. Neppure giunse l’eco del Suo: ”E’ una vergogna”. Non giunse, né la signora Boldrini si prodigò per echeggiarlo in qualche modo.
Appare singolare che fra Marocco, Spagna e Gibilterra, dov’è un braccio di mare infinitesimo rispetto al fatale e vasto Canale di Sicilia, pochissimi osino attraversare. La signora Boldrini, già zelantissimo funzionario dell’Altissimo Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, potrebbe spiegarci quali siano le capacità persuasive di Marocco, Spagna e Gran Bretagna – celebri per il loro amorevole trattamento dei migranti – così che noi si possa confezionare una legge a similitudine delle loro umanissime. Altro che Bossi-Fini, non crede, Beatissimo Padre? Come Lei sa, Beatissimo Padre, il Parlamento italiano studia intensamente una legge che sanzioni il reato di “omicidio stradale”, al fine di cancellare la colposità delle morti per incidenti d’auto, con zelo solo inferiore a quello che produsse la sanzione del femminicidio, urgentissima e assolutamente necessaria, come si sa. Nessuno invece propone di reprimere il reato di migranticidio, la cui urgenza non appare inferiore a quella usata per il femminicidio. Nessuno. Curioso, no? Chi deve vergognarsi? La signora Kyenge s’è commossa nel capannone dei funerali di Lampedusa, non ha dunque di che vergognarsi. Figlia d’un notabile del Congo Kinshasa, un notabile e, in quanto tale, corresponsabile della miseria di quel popolo, giunse in Italia come fosse una poveretta, quantunque il suo genitore numero 1 sia un benestante in mezzo a una moltitudine di miserabili. La signora studiò gratis, a spese dell’inospitale Italia, s’intrufolò fra i clandestini; oggi discetta d’accoglienza. Vuole l’abolizione della Bossi-Fini, anzi esige l’abolizione del reato d’immigrazione clandestina, esattamente quanto auspicano gli scafisti. Fra una lacrima e l’altra, la signora Kyenge invoca l’imperturbabile Europa, dimenticando che in tutti, proprio in tutti gli altri paesi – e specialmente in Germania, in Francia e in Belgio, tanto amato da suo padre – il reato d’immigrazione clandestina è punito con severità. La signora Kyenge infatti fu clandestina in Italia, non altrove. Non deve dunque vergognarsi, non Le pare, Santità? In conclusione, se il popolo non deve vergognarsi, se i politici non devono vergognarsi, non rimangono che gli uomini delle Capitanerie di Porto, ai quali s’accostano gli unici due che hanno confessato vergogna: Napolitano e Lei, Beatissimo Padre. Che vuole farci? Questo accade quando il Vicario di Cristo è francescano con la tivvù e gesuita col popolo di Dio.
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1 commenti:
è inammissibile che si debba sopportare questi comportamenti razzistici nei nostri confronti:
http://www.imolaoggi.it/2013/10/10/padova-nordafricano-rifiuta-di-parlare-con-linsegnante-del-figlio-perche-e-donna/
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