Non solo Angela Merkel, ma tutta l'Europa guarda con preoccupazione il Belpaese, alle prese - di nuovo - con l'instabilità politica. A impensierire l'Unione europea è che in caso di voto il prossimo governo non rispetti gli impegni e sfori il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e pil. Così siamo arrivati al presidente del Parlamento europeo che fa apertamente il tifo per Enrico Letta, chiedendo ai parlamentari "responsabili" del Pdl e a tutti quelli del Pd di sostenere il premier "con tutti i mezzi in questo momento critico". Per perorare la sua causa, Martin Schulz ha incontrato oggi il segretario del Pd, Guglielmo Epifani. "Una caduta del governo creerebbe enormi turbolenze politiche e sui mercati finanziari" non solo in Italia ma in tutta Europa, ha detto poi all'Ansa, sottolineando che in tutta l'Eurozona è in corso "un modesto raddrizzamento economico che può portare più lavoro soprattutto ai giovani" e che "ogni elemento che possa frenare questo processo è assolutamente superfluo". "Dunque tutti quelli che domani voteranno per un governo stabile sosterranno il processo di rilancio in Europa", conclude. Anche il Commissario Ue Olli Rehn ha ammonito il Paese dal tornare alle urne. "L’Italia ha fatto molto per stabilizzare i suoi conti e si è impegnata a fare tutti i passi necessari per raggiungere gli obiettivi concordati con i partner Ue. Quei risultati e quegli impegni hanno consentito alla Commissione di chiudere la procedura per deficit eccessivo, un segno della fiducia riguadagnata", ha detto all'Ansa. Se questo non bastasse, ci si mette l'Ocse a ricordare all'Italia come sia ormai a un passo dalla ripresa. "È molto vicina" a raggiungere l'obiettivo del 3%, ha ricordato il segretario generale dell'organizzazione Angel Gurria, aggiungendo però che "la soglia del 3% non è un dogma", ma "serve come punto di riferimento ed è stata scelta perché è sostenibile e permette la ripresa della crescita".
"L’instabilità politica impatterà pesantemente sull’andamento dell’economia reale". A lanciare l'allarme è il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, parlando con i giornalisti a margine dell’assemblea generale degli industriali della provincia di Avellino. "L’instabilità politica potrebbe impattare facendo scendere di un punto percentuale le previsioni della crescita. Bisogna veramente mettere mano ai problemi dell’economia reale, due settimane fa la crescita prevista era di +0, 7, ritorneremmo un’altra volta al dato negativo di -0, 3", ha dichiarato il leader degli industriali. Che poi ha invocato "per lo sviluppo del Paese una seria politica industriale che si può realizzare soltanto in presenza di una stabilità del quadro politico".
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