martedì 3 luglio 2012

Punti di vista (post di ieri)


Se i mercati avessero reagito come ha reagito tutta la stampa nelle ore immediatamente seguenti al vertice notturno di Bruxelles non avremmo brindato solo venerdì, ma anche oggi si sarebbe dovuto continuare a stappare bottiglie di champagne. Cosi non è stato. L’euforia del venerdì può essere spiegata, per lo meno a livello di analisi di mercato, come forma di ricopertura da operazioni ribassiste imposte dai grandi fondi sulle obbligazioni dei cosiddetti PIIGS (soprattutto Italia e Spagna). Ma concentriamoci sull’oggi e riportiamo due dati in fase di chiusura del mercato: FtseMib a 14300, Spread a 420 ed Euro-Dollaro a 1,2570. I dati dopo l’accordo strappato da Monti sono: FtseMib a 14300, Spread a 420 ed Euro-Dollaro a 1,2670. Questo significa che la grande euforia è già finita, per lo meno sui mercati. Ovviamente per la politica, da noi, è tutto un’altra cosa. Bisognerà ovviamente vedere nei prossimi giorni, ma attenti analisti sono convinti che ci manterremo su questi dati, e dunque?

Quello che dalla FAZ è stato definito un “ricatto impertinente” si sta rivelando poco di più che una bolla di sapone. Del resto le misure che sono state solo annunciate al momento non sono state sottoscritte, anzi la Finlandia e l’Olanda hanno già dichiarato che intenderanno bloccare il cosiddetto “scudo anti-spread”.  Nel frattempo le cose si complicano anche in Germania dal momento che la Corte Costituzionale di Karsruhe ha già ricevuto una serie di denunce contro il trattato dell’ESM (Meccanismo Europeo di Stabilità) ratificato dal parlamento venerdì scorso e la Corte si pronuncerà il 10 luglio. Quindi esiste la concreta possibilità che la ratifica venga annullata.  Si continua a cercare la soluzione della crisi a livello finanziario attraverso il debito: rendendolo ancora più agevole, con il rischio alla fine che la crisi si avviti su se stessa. Le banche potranno, in linea di principio, essere maggiormente facilitate nell’approvvigionamento del credito, ma il grosso problema è l’utilizzo di questo credito. Se si continua ad utilizzarlo come è avvenuto sino ad ora, le decisioni del vertice di Bruxelles non faranno altro che favorire ulteriormente le attività speculative delle banche. Il grosso problema per il nostro paese oggi è come rilanciare la produttività e riacquistare la competitività sul mercato. Questo continua ad essere impossibile sotto il cappello di una stessa moneta: la Germania ha un Euro che pesa indubbiamente di più di quello Italiano e questo dislivello può essere colmato solo con valute diverse. Hic Rhodus, hic salta.

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