giovedì 19 luglio 2012
Nell'assoluto silenzio
... e con la complicità di molti altri partiti (di destra e di sinistra) che hanno votato a favore.
Monti ottiene l'ok al trattato europeo che assicura l'abbattimento del deficit. Ma il sacrificio sarà enorme: l'Ue controllerà bilanci e fisco, Parlamento esautorato. Approvazioni a tappe forzate, senza dibattito in Aula. Il "fiscal compact" dopo il sì del Senato il 12 luglio ottiene anche quello della Camera: 368 i sì, 65 i no e altrettanti gli astenuti. Idv e Lega hanno votato contro, e lo stesso hanno fatto, in dissenso dal proprio gruppo, i Pdl Crosetto, Martino e De Camillis. Non era un passaggio rituale, né un dettaglio burocratico. Con il trattato entra in vigore il "taglia debito" imposto dall'Unione europea in linea con i diktat rigoristi di Angela Merkel e deiv ertici Ue. L'obiettivo: ridurre il deficit a zero, con tagli da 45 miliardi di euro all'anno per 20 anni. Giusto per intendersi su cosa significherà: la temuta spending review di Monti cancella "appena" 29 miliardi di spese in tre anni. Una manovra monstre indipendente dai governi che ci sono e che verranno: di fatto, l'Europa si garantirà un controllo centrale sui bilanci e il fisco dei paesi dell'Unione, in particolare quelli a rischio (tra cui, naturalmente, c'è l'Italia). La Camera darà il via libera anche al Meccanismo europeo di stabilità (Mes), un fondo da 500 miliardi che dovrebbe diventare operativo da settembre (sempre che la Corte costituzionale tedesca dia l'ok) e che fungerà da paracadute per le nazioni pericolanti. Mario Monti si potrà così vantare di aver fatto i "compiti a casa", presentandosi a Germania e Francia con tutti gli accordi europei ratificati dal Parlamento (solo la Lega Nord ha provato a opporsi). Ma cosa prevede il famigerato fiscal compact? Innanzitutto, l'obbligo del pareggio di bilancio e una riduzione colossale del debito pubblico per un ventesimo della quota che supera il 60% del Pil per 20 anni. In cifre, appunto, gli italiani pagheranno 45 miliardi di euro l'anno.
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