venerdì 20 luglio 2012
Berlusconi, Monti e Grilli
Cosa si nasconde dietro la nomina di Vittorio Grilli? Di Francois Asselineau
Il presidente del Consiglio italiano, che nessuno ha mai eletto, ha appena ceduto a Vittorio Grilli, neppure lui mai eletto, la carica di ministro dell' economia. E' un ulteriore passo in avanti della piovra europeista? oppure l'inizio del disimpegno di mario monti di fronte al disastro che incombe? Nello scorso novembre l'oligarchia euro-atlantica, e più esattamente la Commissione europea e Goldman Sachs, avevano deciso di cacciare Silvio Berlusconi congedandolo dal suo incarico di capo del governo italiano.
NOTA BENE : BERLUSCONI CACCIATO PER AVER TARDATO A METTERE IN ATTO LE "RIFORME INDISPENSABILI"
Questa decisione era stata presa non a causa degli innumerevoli scandali finanziari e di costume che circondavano quello che la stampa italiana definiva "Il Cavaliere". No, la decisione di allontanarlo era stata presa perché Berlusconi tardava a mettere in atto il programma di "riforme indispensabili" che i Signori Trichet (presidente della BCE in quel momento) e Draghi (suo successore designato) avevano cucinato nel segreto dei loro uffici, e che gli avevano reso noto senz 'altra formalità di una lettera datata 5 agosto 2011. Questa lettera stabiliva in modo molto preciso quale dovesse essere l'azione del governo italiano, in materia di smantellamento del patto sociale e di vendita del patrimonio pubblico italiano alle banche ed altri fondi d'investimento. Il tono e il contenuto di questa lettera avevano dell'incredibile se si pensa che era stata firmata da due tecnocrati senza alcuna legittimità democratica, non essendosi mai sottoposti a suffragio universale e per di più totalmente sconosciuti agli elettori italiani. Lo scandalo fu tale che il contenuto della lettera trapelo' sui giornali a fine settembre, sicuramente in conseguenza delle pressioni esercitate dallo stesso Silvio Berlusconi, furioso di essere trattato come un domestico. [fonte: http://challenges.fr/economie/20110929.CHA4869/l-incroyable-diktat-de-trichet-a-berlusconi.html]
Questo appello implicito di Berlusconi a sostegno dell'opinione pubblica testimoniava una tale mancanza di volontà di piegarsi al racket della mafia euro-atantica che quest'ultima decise immediatamente la sua caduta. Nelle settimane che seguirono, un'autentica cospirazione fu così ordita per cacciare il controverso e spumeggiante capo del governo/uomo d'affari, e per sostituirlo con uno dei principali membri dell'oligarchia euro-atlantica, M Mario Monti. Ex Commissario europeo ed ex responsabile di Goldman Sachs, questi era sconosciuto al grande pubblico e, come M Trichet e M Draghi, non era mai stato eletto.
IL COLPO DI STATO MASCHERATO DEL NOVEMBRE 2011
In pochi giorni, e quando identiche manovre si tramavano contemporaneamente in Grecia per cacciare il Primo ministro Papandreou, Mario Monti fu "nominato senatore a vita" dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano. (Questo tipo di nomina "diretta", senza elezione e a vita, è una delle norme quanto meno strane previste dalla Costituzione della Repubblica italiana). Sulla scia di questa nomina, Mario Monti fu "chiamato" (gentile eufemismo per dire "imposto") a succedere a Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio dei ministri e a formare un "governo di tecnici". In un attimo, tutti i media al soldo degli europeisti, liberandosi dell'influenza di Silvio Berlusconi, trovarono l'idolo del momento in quest'uomo provvidenziale, che il 99,9999% degli italiani non conosceva minimamente. Il colpo di stato sotto un'apparenza di legalità fu portato a termine senza intralci. Il 12 novembre 2011, Berlusconi cedette al cancan mediatico e alle "trame" politiche tessute dal parlamento italiano: rassegno' le dimissioni. Il giorno dopo, il capo di Stato incarico' Mario Monti di formare un governo. Costui ebbe l'incredibile ipocrisia di accettare "con riserva", assumendo atteggiamenti da vera prima donna.
L'ASCESA DEL TRISTO FIGURO GRILLI
La situazione di sfiducia dei mercati nei confronti dell'Italia era tale che, quando s'insediò a Palazzo Chigi a metà novembre scorso, Mario Monti decise di assumere insieme alla carica di capo del governo ("Presidente del Consiglio") anche l'incarico di ministro dell'economia. Ed è quest'ultimo incarico che a sorpresa ha appena deciso di rimettere, l'11 luglio 2012 dopo 8 mesi di mandato, nominando il vice-ministro dell'economia Vittorio Grilli come suo sostituto. L'ascesa di quest'ultimo non si spiega per qualche exploit elettorale, poiché non si é mai presentato, neppure lui, di fronte agli elettori. Non si spiega neanche per un particolare carisma da lasciare abbagliati perché M Grilli non è propriamente un uomo che trasuda gioia di vivere. Per contro, la sua ascesa si comprende se si da un'occhiata al suo eloquente pedigree. Vittorio Grilli è stato successivamente:
- professore d'economia all'Università di Yale (Stati Uniti) per 4 anni Universitari (dal1986 al 1990),
- professore d'economia al Birkbeck College dell'Università di Londra (Regno Unito) per 4 anni universitari (dal 1990 al 1994),
- capo del dipartimento delle Privatizzazioni e dell'analisi economica al ministero italiano dell'economia, dal 1994 al 2000,
- direttore generale della banca d'investimento elvetico-americana "Crédit Suisse First Boston" dal 2001 al 2002,
- ragioniere generale dello Stato italiano dal 2002 al 2005,
- direttore del Tesoro dal 2005 al 2011,
- prima di essere nominato vice-ministro dell'economia nel novembre scorso da Mario Monti
GRILLI, LA QUINTESSENZA DELL' APPARATCHIK EUROPEISTA
Durante le sue ultime funzioni come Direttore del Tesoro, Vittorio Grilli è stato il più stretto collaboratore del "compianto" Tomaso Padoa-Schioppa, ministro dell'economia italiana (2006 -2008), oggi scomparso. I partecipanti più attenti delle mie conferenze si ricorderanno sicuramente che io cito a più riprese Padoa-Schioppa, perché autore di un articolo-shock intitolato "Gli insegnamenti dell'avventura europea", apparso sulla rivista francese "Commentaire" n. 87, autunno 1999. In questo pezzo d'antologia del pensiero europeista, il defunto capo del nuovo ministro dell'economia italiano aveva in effetti spiegato senza giri di parole quella che è la presunta costruzione europea: "La costruzione europea é una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. L'Europa non nasce da un movimento democratico. Essa si crea seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato." Il suo successore ed emulo Vittorio Grilli testimonia che questa descrizione è molto giusta ma non completamente esatta. Perché se M Grilli è un "despota illuminato" a cui è riuscito il miracolo di essere allo stesso tempo "impiegato, funzionario, banchiere e professore", non per questo non è anche "pallido e magro". Quanto all'aspetto "cospiratore", non so molto bene cosa significhi questo termine ma mi sembra interessante notare che Vittorio Grilli è:
1°)- membro del consiglio d'amministrazione del FESF
E' il famoso "fondo di stabilità dell'euro", al quale dovrebbe succedere il MES.
M Grilli è quindi molto legato al tedesco Klaus Regling, direttore del suddetto FESF, e che sarà il presidente del futuro MES, come ho segnalato in un precedente articolo e come è stato deciso l'altro ieri.
2°) - ex presidente del Comitato economico e finanziario dell'UE (CEF)
Tale comitato, che non bisogna confondere né con il Sistema europeo delle Banche centrali (SEBC) nè con l'Eurosistema, nè con il Consiglio dei ministri "ECOFIN", nè con l'Eurogruppo, è un organismo consultivo istituito dall'articolo 114 del trattato di Roma (TCE), trasformato nell'articolo 134 del trattato sul funzionamento dell'UE (TFUE).
Composto dai rappresentanti degli Stati membri, della Commissione europea e della BCE, il CEF ha il compito di seguire la situazione economica e finanziaria dell'Unione europea, i movimenti di capitali e i pagamenti, dare pareri alle istituzioni europee, e agevolare la coordinazione tra gli Stati membri e le istituzioni europee. Con i brillanti risultati a cui assistiamo! In ogni caso, è bene sapere che M Grilli è stato presidente del CEF quando la Germania aveva come rappresentante... Klaus Regling. A riprova del fatto che tra gli eurocrati, sono sempre le stesse persone che ruotano.
3°)- membro del consiglio d'amministrazione del "think tank" Bruegel
M Grilli appartiene al "think tank" ultra-europeista Bruegel, creato nel 2004, e il cui presidente, dal 2005 al 2008, non fu altro che... Mario Monti. Che resta d'altra parte presidente onorario. Il pubblico che mi segue con più assiduità si ricorderà che questo "think tank" Bruegel è diretto dall'economista francese Jean Pisani-Ferry, con il quale ho partecipato ad un dibattito interrotto su France 24 il 25 novembre 2011 [fonte: http://www.dailymotion.com/video/xmkslx_f-asselineau-sur-france-24-25-11-2011_news ]
Come avevo indicato durante quella farsa di "dibattito", dove fui costantemente interrotto dal giornalista, il "think tank" Bruegel è finanziato tra gli altri da Goldman Sachs.Il mondo è decisamente molto piccolo. D'altra parte, il "think tank" ultra-europeista Bruegel, con Mario Monti come presidente onorario e Jean Pisani-Ferry come direttore e di cui Vittorio Grilli è uno dei membri del consiglio d'amministrazione, non è finanziato solo da Goldman Sachs. Tra i generosi donatori di questa onorabile istituzione che ha a cuore il buon funzionamento dell'Europa figurano:
- la società americana di "consulenza" Emst & Young,
- la società americana General Electric,
- la società americana Goldman Sachs, che non presentiamo più,
- la società americana Google, i cui possibili legami con la CIA sono oggetto di più di un'indiscrezione (cf. per esempio http://www.infowars.com/group-calls-for-hearings-into-googles-ties-to-cia-and-nsa/)
- la società americana Microsoft, i cui legami con la CIA e la NSA sono un segreto di pulcinella (cf. ad esempio http://www.infosecisland.com/blogview/21694-Microsoft-the-CIA-and-NSA-Collude-to-Take-Over-the-Internet.html)
- la società americana NYSE Euronext, gruppo mondiale d'imprese del mercato della finanza (cioè di società commerciali che hanno per attività quella di garantire la gestione di uno o più mercati finanziari). Il gruppo è nato nel 2007 dalla fusione tra il gruppo New York Stock Exchange e il gruppo Euronext. NYSE Euronext è oggi il primo gruppo mondiale sulle piazze borsistiche e la sua sede si trova a New York,
- la società americana Qualcomm, specializzata in telecomunicazioni, in programmazione e produzione di processori per telefoni mobili e conosciuta per aver messo a punto la tecnica CDMA. ( I legami di questa società con la CIA sono stati per breve tempo al centro della cronaca negli Stati Uniti nel 1998, quando uno dei suoi responsabili fu arrestato per spionaggio a Roston-sur-de-Don, in Russia, cosa che all'epoca fece parlare molto: cf. http://business.highbeam.com/4776/article-1G1-20202729/risky-business-cia-new-cover-story).
In breve, e come mi aveva detto con asprezza il giornalista di France 24, bisognerà pure che i think tanks pro-europei trovino i loro finanziamenti... In ogni caso memorizziamo bene che Vittorio Grilli, membro anche del think tank euroatlantico " Istituto Aspen", incarna l'archetipo dell' apparatchik europeista. Ne ha tutte le caratteristiche:
- un burocrate di formazione e di stile,
- un carisma da pesce lesso,
- una carriera negli Stati uniti e nel mondo bancario e finanziario,
- una conoscenza perfetta della lingua di John Wayne,
- una totale ignoranza di cosa sia un elettore,
- una preferenza impressionante per i think tanks profumatamente finanziati da gruppi americani vicini alla CIA,
- e una vita sotto una campana di vetro insieme agli altri apparatchiks europeisti della sua specie.
CONCLUSIONE: PERCHE' ADESSO? La domanda che è legittimo porsi è perché Mario Monti ha deciso di rimettere, l'11 luglio 2012, l'incarico di ministro dell'economia che aveva mantenuto fino ad oggi insieme a quello di Presidente del Consiglio? La prima risposta che ci viene in mente - un eccesso di lavoro - non è sicuramente quella giusta:
- da una parte perché non è dopo 8 mesi che ci si rende conto che non è possibile far fronte a due incarichi.
- dall'altra parte perché nel maggio 2013 si terranno le prossime elezioni generali in Italia per rinnovare la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Mario Monti che aveva già portato avanti i due incarichi di Presidente del Consiglio e ministro dell'economia, poteva conservarli entrambi fino alla loro naturale scadenza.
- infine perché Vittorio Grilli, che era già vice-ministro dell'economia, di fatto svolgeva funzioni di ministro. Niente, a priori, obbligava a promuoverlo. E quindi? Ebbene, la spiegazione deve forse essere cercata altrove. Perché l'11 luglio, Mario Monti non ha solo nominato Vittorio Grilli come ministro dell'economia. Di fronte alla stampa ha anche annunciato che "escludeva di ambire" ad un nuovo mandato alla conclusione di quello in corso. Esprimendosi a margine del summit dei ministri dell'economia a Bruxelles, ha ricordato di aver sempre escluso di rimanere capo del governo dopo le elezioni della prossima primavera. [fonte: http://www.tempsreel.nouvelobs.com/monde/20120711.FAP5540/italie-mario-monti-exclut-de-rester-au-pouvoir.html]
E' vero che M Monti ha 69 anni e forse ritiene che l'età per lasciare è arrivata. Ma questa dichiarazione di rinuncia, concomitante alla nomina di M Grilli, arriva proprio nel momento in cui la situazione finanziaria e politica dell'Italia continua a degradarsi. Come ho ricordato qualche giorno fa, i tassi d'interesse delle obbligazioni italiane a 10 anni hanno raggiunto livelli esorbitanti, riprova della rinnovata sfiducia dei mercati. Oltre tutto, e nonostante avesse sempre dichiarato il contrario, Mario Monti ieri ha finito per entrare in contraddizione con se stesso, ammettendo di fronte alla stampa che l'Italia potrebbe, alla fine, fare ricorso al fondo di stabilità della zona euro. [fonte: http://www.romandie.com/news/n/Italie_Monti_n_exclut_pas_un_recours_aux_fonds_de_secours_de_la_zo]
Ora, Mario Monti è il primo a sapere che questi fondi di stabilità sono ancora inesistenti. Il MES ha subito un ritardo, la Finlandia e i Paesi-Bassi frenano, e il Tribunale di Karlsruhe si pronuncerà tra non prima di tre mesi per stabilire se il MES dovrà essere abbandonato, perché in contraddizione con la Costituzione tedesca e la democrazia. In breve, l'altra ipotesi da prendere in considerazione è quella per cui Mario Monti cominci ad ammettere che il colpo di mano che ha condotto alla sua nomina nel novembre scorso si stia concludendo con un terribile fallimento. Avrà solo ritardato, ma non potrà fermare la catastrofe che sta sopraggiungendo. Allora tutto si spiegherebbe a meraviglia:
- M. Monti annuncia che lascerà le sue funzioni governative in primavera, sperando che l'euro non esploda prima di allora
- e si libera dell'imbarazzo del ministero dell'economia per rifilare la responsabilità del disastro che incombe a Vittorio Grilli, che si lascerà "arrostire" (scusate il brutto gioco di parole) al suo posto. [ndt: "arrostire" in francese "griller" assonante con Grilli].
Questa nuova ridistribuzione di figurine è ovviamente seguita da vicino dal "Cavaliere", l'ex capo di governo Silvio Berlusconi che fu cacciato come un domestico indelicato lo scorso novembre e che probabilmente sta maturando la sua vendetta, come vuole una consolidata tradizione plurimillenaria sulle sponde del Tevere. Proprio oggi, Angelino Alfano, una delle persone a lui più vicine, ha tratto profitto dalle dichiarazioni di Mario Monti per rendere noto alla stampa dell'esistenza di un movimento in crescita nell'opinione pubblica a sostegno del ritorno di Berlusconi. E il delfino del Cavaliere ha pensato bene di annunciare anche che: "Credo che in definitiva, deciderà di presentarsi [alle elezioni del maggio prossimo]." Decisamente, Angela Merkel, José Barroso, tutti i piani di rigore, tutte le "riforme indispensabili", e tutti i think tanks europeisti finanziati da Goldman Sachs non potranno cambiare il dato di fatto che l'Italia è sempre l'Italia... Cosa che per altro è una grande fortuna perchè è l'indice più chiaro che l'euro non potrà ancora a lungo pretendere di cambiare i popoli contro la loro volontà.
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