sabato 10 novembre 2012
Il caso marò
Marò, il processo ritarda: verso un Natale in prigionia. Ancora rinvii. Sul web colletta per i regali ai figli dei due militari di Fausto Biloslavo
Dopo 263 giorni l'odissea dei due marò trattenuti in India continua con uno stillicidio di rinvii giudiziari, mentre la Corte suprema, che dovrebbe decidere la loro sorte, se ne va bellamente in ferie. A tal punto che su Facebook è partita una colletta per i regali di Natale ai figli di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Giovedì il tribunale di Kollam, nell' inflessibile stato indiano del Kerala dove l'odissea è cominciata, ha deciso l'ulteriore rinvio del processo a carico dei marò accusati di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. L'aggiornamento del processo è stato fissato per il 12 novembre. Solitamente i rinvii erano di due settimane o più, in vista dell'agognata sentenza della Corte suprema, che si fa attendere da mesi. I giudici di New Delhi devono decidere se dare ragione o torto all' Italia che sostiene l'immunità dei marò, in servizio antipirateria ed il difetto di giurisdizione. Se proprio devono venir processati il procedimento va fatto in Italia. L'aspetto tragicomico è che le festività indiane faranno chiudere per ferie la Corte suprema dal 12 al 18 novembre. Se ne riparla il 19, ma la massima assise indiana non ha neppure lontanamente fissato un' udienza per decidere la sorte dei marò. In questa melina giudiziaria si avvicina dicembre e la fatidica data di Natale, che veniva indicata da Roma come la linea del Piave per il ritorno a casa di Girone e Latorre.
Se qualcosa andasse storto vorrebbe dire che la linea morbida e in punta di diritto adottata negli ultimi 8 mesi dal governo è stata un fallimento. A questo punto i ministri degli Esteri e della Difesa dovrebbero trarne le inevitabili conseguenze. La fiducia in una soluzione rapida è scarsa anche fra i «fan» dei marò, che proprio su Facebook hanno tirato fuori l'idea di organizzare una colletta per i regali di Natale ai figli dei fucilieri di marina. L'iniziativa è stata battezzata «operazione miccia accesa», con tanto di conto corrente indicato sulla pagina Fb del gruppo chiuso «Le famiglie dei marò». «Siamo oltre tredicimila. Basta un euro a testa per dei grandi regali di Natale ai figli dei nostri leoni trattenuti in India» spiega al Giornale Elena Spirito Perrone, che partecipa all' iniziativa. Nel frattempo a fine mese arriverà in Italia Ashish Kumar, massimo esperto indiano di diritto marittimo internazionale. Docente all'Unieui di Vicenza, istituto che consente la certificazione di operatore di pace dell'Onu, terrà un corso a porte chiuse a Genova. Sui marò ha già indicato le future mosse del governo di Roma: «Se gli italiani non saranno soddisfatti (dalla sentenza della Corte suprema, ndr) possono trascinare l'India davanti alla Corte internazionale di giustizia». Una mossa vagheggiata dalla Farnesina. I tempi di una causa fra stati sono, però, biblici e rischiano di far tornare a casa i marò con i capelli bianchi.
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