giovedì 8 novembre 2012
No, macchè motivi religiosi... scherziamo?
Il padre assassino di Umbertide avrebbe premeditato la morte dei suoi figli, di otto e 12 anni. Mustapha Hajjaji, cittadino marocchino che martedì sera ha sgozzato Ahmed e Jiahane nel bagno della casa della moglie Naoual Belgotte, dalla quale si stava separando, ha infatti lasciato una lettera scritta in arabo nella quale avrebbe tra l'altro scritto: «Ho fatto la cosa che ci vuole».
TAGLIERINI PORTATI DA CASA - Il 44enne , inoltre, si era portato da casa delle lame di taglierino che gli sono state trovate in tasca, mentre sotto ai corpi dei due bambini sono state rinvenute altre due lame, e lì accanto un coltello sporco di sangue. Ma le lame in più contribuiscono a costruire l'ipotesi della premeditazione.
LA FUGA DA CASA - Questo è quanto emerge dalle indagini condotte dal pubblico ministero Mario Formisano che quindi ha chiesto al gip la convalida del provvedimento restrittivo nei confronti di Hajjaji e l'emissione a suo carico di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. A inizio novembre la donna, con i bambini, aveva lasciato la casa coniugale a Città di Castello e si era trasferito nella vicina Umbertide. In passato aveva già denunciato il marito per una lite, e per questo Formisano è stato affiancato dal sostituto procuratore Massimo Casucci, titolare di quel fascicolo.
«COME UNA SCHIAVA» - Hajjaji, che dopo il duplice infanticidio aveva tentato il suicidio, si trova ricoverato all'ospedale di Città di Castello e venerdì dovrebbe essere trasferito in quello di Perugia. Non ha ancora parlato con gli inquirenti. La signora Belgotte, invece, avrebbe ammesso di essere «trattata come una schiava» e di essere stata «terrorizzata» dal marito.
«LA RELIGIONE NON C'ENTRA» - Parrebbe invece escluso il movente religioso: si ipotizzava, inizialmente, che le liti fossero legate al rifiuto di Belgotte di indossare il velo islamico. «Quella che si è consumata è purtroppo una tragedia familiare, maturata all'interno delle mura domestiche - ha spiegato Valerio Collesi, legale della donna - Non ha nessun legame con motivi religiosi». In ogni caso il Centro culturale islamico di Umbertide ha espresso dura condanna per l'accaduto: «Un principio fondamentale dell'Islam è che "chiunque uccida un essere umano sarà come se uccidesse tutta l'umanità e chiunque salvi una vita sarà come se salvasse la vita a tutta l'umanità", pertanto quanto accaduto è contrario a qualsiasi principio della religione musulmana», è stato sottolineato in una nota.
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2 commenti:
effettivamente può sembrare che la religione non c'entri, ma la cultura araba certamente!!
erio il padano
C'entra, c'entra eccome la religione. Anche per il solo fatto che aveva ridotto la moglie ad essere una schiava. L'islam avalla ampiamente lo schiavismo.
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