mercoledì 5 settembre 2012

Quando i numeri non contano

Il premier ha perso l'ennesima occasione per tacere. C'è gente che ancora sta in "ferie forzate" e non si sa fino a quando... proprio perchè la ripresa è imminente, ma lui questo non lo sa mica. O lo sa e mente sapendo di mentire.


Il premier Mario Monti ci crede (ancora). Continua a ripetere che la crisi economica è agli sgoccioli, che l'Italia sta uscendo dal tunnel e che il boom è dietro l'angolo. Non solo. A chi gli fa notare che i dati sono allarmanti, spiega con pacatezza che "la ripresa non la si vede nei numeri ma io invito a constatare che la ripresa, se riflettiamo un attimo, è dentro di noi ed è una cosa che adesso è alla portata del nostro paese e credo anche che arriverà presto". In realtà, la situazione economica è tutt'altro che tranquilla. Tanto che, anche oggi, gli industriali hanno lanciato l'ennesimo allarme: "L'autunno non è caldo, è bollente, ci sono casi di crisi aziendali che non finiscono sui giornali". Intervenendo alla Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha duramente boccato la politica economica del governo Monti e, prendendo a esempio il caso Sulcis, ha accusato i tecnici di "latitare" nell'adottare "una politica industriale chiara".

"Ci sono migliaia di piccole e medie aziende che stanno soffrendo mediaticamente in silenzio ma che sono la cosa che ci preoccupa di più", ha denunciato Squinzi spiegando che le imprese italiane "potranno essere uniche quanto si vuole ma abbiamo bisogno di un paese normale, di semplificazioni burocratiche, se il nostro paese non assicura condizioni competitive, analoghe a quelle del resto d’Europa e del mondo non andremo molto lontano". Secondo il leader degli industriali, il caso Ilva è emblematico per comprendere "la complicazione normativa e burocratica del Paese, con una regione che può imporre parametri più stringenti di quelli europei". "Sono problemi che bisogna risolvere per dare una speranza a chi investe nel paese", ha proseguito il numero uno di viale dell’Astronomia cogliendo l'occasione per bocciare la riforma sul mercato del lavoro firmata dal ministro del Welfare Elsa Fornero. Il presidente della Confindustria giudica, "al momento", la riforma varata dal governo Monti come "un’occasione persa", anche se ritiene che "si possa intervenire per migliorarla". "Non giudichiamo la riforma in maniera positiva in quanto ha tolto molta flessibilità in entrata senza dare una vera svolta alla flessibilità in uscita", ha spiegato Squinzi a Belpietro. Il calo della produzione industriale italiana è legato principalmente alla flessione dei consumi interni, dovuta in particolare al prelievo fiscale. Proprio per questo, a detta di Squinzi, "uno stimolo dei consumi interni è il modo più diretto e immediato per far ripartire la crescita". "Bisogna lavorare in modo particolare sulla detassazione dei salari", ha concluso il presidente di Confindustria auspicando da parte del governo Monti misure a più lungo termine come "il sostegno alla ricerca, per essere capaci di creare innovazione".

0 commenti: