venerdì 7 settembre 2012
Sanità toscana
... poi però, in toscana, nella civilissima e rossa toscana, c'è la sanità completamente gratuita ANCHE per i clandestini.
MILANO - Si sta rivelando un vero e proprio boomerang la decisione della Regione Toscana di applicare un contributo fisso di 10 euro per la digitalizzazione delle procedure diagnostiche per immagini (Rm, Tc, scintigrafie, radiografie, ecografie). Un boomerang di immagine, per un’amministrazione che è sempre stata un esempio in materia di sanità in Italia e all’estero. Ma, soprattutto, un boomerang per le tasche dei cittadini più indifesi e bisognosi. Vogliamo raccontarvelo attraverso due segnalazioni che ci sono arrivate. Entrambi riguardano pazienti inseriti nel circuito dei Centri oncologici di riferimento dipartimentale toscani. Si tratta di malati di tumore, in altre parole. La prima riguarda un pensionato di 83 anni che si è presentato in ambulatorio per ritirare il referto dell’ultimo esame diagnostico effettuato. La figlia ci ha raccontato che il papà è dovuto tornare a casa a prendere i soldi, perché nel portafogli aveva solo 6 euro. Ha raccontato anche dell’imbarazzo di medici e infermieri presenti. Qualcuno voleva dare all’anziano i quattro euro mancanti, ma temeva di offenderlo. L'uomo, oltre all'imbarazzo, è sembrato quasi scusarsi: «Non pensavo di dover pagare: noi siamo sempre stati esenti noi perché malati di cancro». Il secondo caso, invece, riguarda una donna di 42 anni malata di tumore e anche di Chron, una patologia infiammatoria cronica dell’intestino: tre esami la settimana. Il problema è che lavora come cassiera in un supermercato, con uno stipendio di 1.100 euro al mese. Il problema è che ne deve pagare 550 al mese di affitto. Il problema è che ha un figlio ipovedente a carico. Per lei, dunque, pagare 30 euro la settimana diventa un ostacolo insormontabile. Ecco perché, quando ha sentito dal suo medico che avrebbe dovuto pagare 10 euro per la sua ecografia di controllo, ha quasi pianto dalla disperazione.
L’ALLARME DI CITTADINANZATTIVA - È chiaro che qualcosa non sta funzionando. Se ne sono accorti subito i rappresentanti di Cittadinanzattiva che hanno lanciato l’allarme. «Il contributo di 10 euro per il ritiro del referto di esami con immagini è particolarmente iniquo – dice Domenico Gioffrè responsabile di Cittadinanzattiva/Tribunale per i diritti del malato della regione Toscana -. Colpisce tutti qualunque sia il reddito, salvo alcune categorie protette. Non si può chiedere persino questo, non trattandosi nemmeno di prestazione sanitaria vera e propria, tanto che il suo inserimento nella delibera n. 753 del 10 agosto 2012 risulta incoerente con lo stesso provvedimento che rimodula i livelli di compartecipazione ai costi delle prestazioni sanitarie. Pagare la digitalizzazione degli esami con immagini equivale a portare il gesso a scuola, altrimenti non si può far lezione. Siamo davvero arrivati a questo punto?». Cittadinanzattiva allarga però la valutazione all’intera manovra sanitaria regionale. «Anche se la Regione Toscana, diversamente da altre Regioni che non hanno fatto differenze di reddito, ha cercato di rapportare i ticket alle potenzialità economiche dei contribuenti, con i nuovi ticket sanitari, siamo al limite del sistema di protezione sociale - aggiunge Gioffrè -. Occorre fissare un limite non più valicabile. Con i nuovi ticket, per i redditi appena superiori a 36.151,98 euro, 46 euro complessivi (26 del precedente ticket, 10 di ticket attuale e 10 per il referto digitalizzato) per una risonanza magnetica o una Tac diventano insostenibili. Attenzione il riferimento è al reddito lordo. Non quello reale che entra nelle tasche dei cittadini. Inoltre, per alcuni esami il costo delle prestazioni è superiore a quello che, senza dover attendere, offrono le strutture private. Tutto ciò comporta il duplice rischio di arrecare un danno economico al sistema sanitario ed un suo indebolimento in favore della sanità privata. Alla luce delle nostre osservazioni, riteniamo che sia quanto mai opportuno un sollecito riesame del provvedimento». Gioffrè lo ha ribadito in un incontro con l’assessore alla Salute, Luigi Marroni. Una situazione imbarazzante, quella sul ticket di 10 euro per la digitalizzazione, anche perché a detta di Cittadinanzaattiva finora nessun’altra Regione lo avrebbe introdotto. «Ci sembra un’assurdità - sottolinea Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale del Malato- Cittadinanzattiva -. E solo un ulteriore balzello. C’è la crisi, d’accordo, ma non e possibile che alla fine siano sempre e solo i cittadini a dover pagare».
LA REGIONE - E l’assessorato regionale che dice? Abbiamo fatto presente i due casi, chiedendo una spiegazione. L’assessore Marroni preferisce non intervenire e lascia rispondere i suoi uffici. «Al numero verde attivato proprio per i nuovi ticket stanno arrivando telefonate di questo tipo – confermano -. Secondo quanto stabilito finora, i casi delle due persone segnalati rientrano tra quelli che devono pagare. Quasi sicuramente ci saranno aggiustamenti e correzioni in corso d'opera, come del resto è già successo venerdì scorso proprio a proposito del contributo di 10 euro per la digitalizzazione: in un primo tempo dovevano pagarlo tutti, poi sono state individuate alcune categorie di esenzione. Molto probabilmente altre categorie verranno escluse da questo contributo e questo dovrebbe avvenire entro la fine del mese». Ma qui nascono ulteriori domande. Un paziente è allora obbligato a ritirare il cd con le immagini digitalizzate? Non è possibile per il medico di famiglia o lo specialista che avessero bisogno di consultare non solo il referto ma anche le immagini degli esami del paziente, farlo attraverso il Sistema informatizzato regionale e il fascicolo sanitario? «Il contributo di 10 euro non è legato al ritiro o meno del cd con i risultati digitalizzati – è la risposta degli uffici dell’assessorato -. La digitalizzazione avviene a prescindere, indipendentemente dal fatto se poi il cittadino vuole o meno il cd. Il contributo sulla digitalizzazione non si inquadra come contributo alla consegna del cd bensì come contributo sulla digitalizzazione delle procedure di diagnostica per immagini e si inserisce nel programma regionale di miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini nel campo della radiodiagnostica che ha come obiettivo la massima fruibilità delle immagini mediante la messa in rete, a regime, dell'intero sistema degli erogatori. Il fascicolo sanitario deve essere attivato dal cittadino».
Ruggiero Corcella
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento