venerdì 14 settembre 2012

Palestra, pay tv e animali fanno l'uomo ricco (e parassita evasore)


Un'ora di relax in palestra, l'assunzione di una colf e l'iscrizione dei propri figli in un asilo privato (scelta spesso obbligata causa carenza di posti nelle strutture pubbliche) potrebbero presto diventare «segnali di ricchezza» sufficienti per scatenare i segugi dell'Agenzia delle Entrate. Certo, il nuovo redditometro è ancora in fase di sperimentazione, però - viste le esperienze passate - c'è poco da stare allegri.

Il «software» viene testato da più di un anno, ma il suo funzionamento ricorda molto da vicino il meccanismo che l'ex ministro dell'Economia, Vincenzo Visco, stava preparando con metodica e ossessiva cura: un incrocio di dati sensibili dei contribuenti per scoprire i potenziali evasori. Domani (l'avvio del sistema è previsto per la fine del prossimo mese) la «polizia fiscale» potrebbe diventare una triste realtà. Con la benedizione dei professori. Non solo l'acquisto di auto superveloci, barche, immobili, gioielli e altri beni di lusso saranno sottoposti a severo scrutinio come accade oggi con lo «spesometro». Anche le rette dell'asilo, le tasse universitarie, l'abbonamento alla pay-tv e l'assunzione di una domestica diventeranno obiettivi «sensibili» per il fisco. Ci sarà da temere anche per un weekend in una beauty farm o per una vacanza più costosa del solito, senza contare che pure normali incombenze come la parcella del veterinario o atti di generosità come la donazione a una onlus potrebbero far suonare il radar.

Si tratta di 100 «oggetti del desiderio» che saranno divisi in sette categorie. A seconda del peso specifico che sarà attribuito a queste ultime (anche cellulari e gioco online rientreranno nell'analisi) si otterrà un reddito presunto, valutato anche sulla base dell'indicizzazione Istat dei differenti tipi di famiglia e soprattutto in base all'area geografica (un acquisto costoso al Sud è molto più «sospetto» che al Nord giacché la capacità di spesa è inferiore). Il reddito così calcolato sarà confrontato con quello dichiarato al Fisco: se lo scostamento sarà eccessivo, l'Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere informazioni aggiuntive. Insomma, scandaglierà il patrimonio del presunto evasore.In teoria, tutte le dichiarazioni italiane potrebbero essere «anomale». Lo dimostra il «tombolone» degli studi di settore, l'incubo di artigiani e commercianti. Se lo Stato presume che essi abbiano un determinato reddito (anche se superiore a quello reale), la via migliore è sempre pagare obtorto collo. L'alternativa è entrare in un tunnel senza fine di ricorsi e controricorsi. Tutti i 50 milioni di contribuenti italiani potrebbero così ritrovarsi sulla stessa graticola che ormai da anni arrostisce gli autonomi. Un sistema fiscale basato sulla detraibilità delle spese forse funzionerebbe meglio di questo Panopticon burocratico. Ma fintantoché si continua sulla strada della repressione, nulla cambierà.

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