lunedì 10 settembre 2012
Quando i numeri non contano...
L'Istat rivede al ribasso la stima sul Pil nel secondo trimestre 2012, che così segna il livello tendenziale più basso da fine 2009. Nel periodo aprile-giugno, riferisce l'Istituto di statistica, il prodotto interno lordo espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, e del 2,6% rispetto al secondo trimestre 2011. Le stime iniziali indicavano un -0,7% congiunturale e un -2,5% tendenziale. La variazione acquisita per il 2012 è quindi pari a -2,1 per cento.
AUMENTANO LE ESPORTAZIONI - Scendendo nel dettaglio, l'analisi evidenzia come rispetto al trimestre precedente i principali aggregati della domanda interna siano diminuiti dello 0,7% per i consumi finali nazionali e del 2,3% per gli investimenti fissi lordi. In calo anche le importazioni, che hanno registrato un -0,4%, mentre le esportazioni sono aumentate dello 0,2%.
CROLLO DEI CONSUMI FAMILIARI - I settori di attività più penalizzati risultano essere l'agricoltura (-1,9%) e l'industria (-1,6%), seguite da un calo nei servizi dello -0,5%. Aumenta la spesa della pubblica amministrazione (+0,2%), mentre cala quella delle famiglie, - 1%. Il calo su base tendenziale è -3,5% e si registra una flessione del 10,1% per gli acquisti di beni durevoli, del 3,5% per quelli di beni non durevoli e dell'1,1% per gli acquisti di servizi. Gl investimenti fissi lordi hanno segnato nel complesso un calo del 9,5%. In particolare si registrano flessioni tendenziali del 10,4% della spesa in macchinari e altri prodotti, del 22,4% degli investimenti in mezzi di trasporto e del 6,3% degli investimenti in costruzioni.
ITALIA DIETRO USA, GIAPPONE ED EUROZONA - Con questo valore, stima l'Istat, l'Italia si colloca dietro a tutte le grandi economie del pianeta: il Pil degli Stati Uniti nel secondo trimestre, in termini congiunturali, è aumentato dello 0,4%; in Germania dello 0,3%; è rimasto stazionario in Francia. In Gran Bretagna, invece, è diminuito dello 0,5%. In termini tendenziali, invece, si sono registrati incrementi del 3,6% in Giappone, del 2,3% negli Stati Uniti, dell'1,0% in Germania e dello 0,3% in Francia (nel Regno Unito il Pil è invece diminuito dello 0,5%). Complessivamente l'area Euro ha registrato un calo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in confronto allo stesso trimestre del 2011.
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