giovedì 21 maggio 2020

Una storia di dittatura

IO SONO LEGGENDA - LE COSE CHE NON SO - Giorno 73 - Molte cose mi sono ormai sconosciute. 

Non so ad esempio come si chiami un sistema nel quale la magistratura complotta apertamente per eliminare l'avversario politico in ascesa sovvertendo la funzione giudiziaria, mentre il presidente della Repubblica – che pure di quella magistratura è nominalmente a capo – si preoccupa del proprio taglio di capelli. Non so come si chiami un sistema nel quale viene compressa a tempo indeterminato ogni libertà fondamentale, da quella di movimento e di pensiero a quella di riunione (ribattezzata “assembramento”) e d'impresa, rinchiudendo i cittadini in una prigione prima grande appena quanto la loro casa, e poi quanto la loro regione – e spacciando questo come una graziosa ma provvisoria concessione. Non so come si chiami un sistema nel quale il potere è usurpato da forze politiche minoritarie e concentrato in una macchietta mai eletta da alcuno che decide senza neppure consultare il parlamento, “concedendo” e “permettendo” a capriccio come un sultano ottomano. Non so come si chiami un sistema che vieta ai liberi professionisti e agli imprenditori di lavorare per creare ricchezza ma poi pretende di estorcere loro tasse esose, garantendo con esse il misero stipendietto alla gran massa di inutili dipendenti pubblici che costituisce la sua unica base di consenso.

Non so come si chiami un sistema che falsifica sistematicamente i dati sanitari per mantenere un'emergenza artificiale e giustificare così l'esercizio di “pieni poteri” non previsti in costituzione. Non so come si chiami un sistema nel quale l'apparato di potere depreda senza più alcun pudore né freno il popolo disperato, e dove ogni risorsa viene drenata per alimentare il parassitismo clientelare e marci meccanismi mafiosi. Non so come si chiami un sistema che pretende di indottrinare la popolazione per farne strumento e vittima del proprio potere assoluto. Non so come si chiami un sistema nel quale la vita stessa dei cittadini è considerata un bene sacrificabile in nome delle convenienze politiche e delle esigenze propagandistiche, ad esempio negando inizialmente una minaccia sanitaria per esaltare invece la lotta contro un razzismo inesistente e causando così l'atroce morte di migliaia di sventurati. Non so come si chiami un sistema nel quale l'informazione è integralmente asservita, e propala ogni giorno notizie false e grossolanamente distorte per magnificare l'operato del governo e, al contempo, per censurare il dissenso e mettere in cattiva luce ogni realtà non conforme alla narrazione preordinata.

Non so come si chiami un sistema nel quale la proprietà privata non è più riconosciuta né tutelata. Non so come si chiami un sistema nel quale le forze dell'ordine eseguono ciecamente e implacabilmente ordini illegittimi, vessando e opprimendo i cittadini per bene, ma dimostrandosi completamente indifferenti allorché si tratta di contrastare i criminali. Non so come si chiami un sistema nel quale un manipolo di rozzi corrotti, bifolchi, semianalfabeti e ritardati mentali si sono arrogati il potere di decidere del destino di questa e delle prossime generazioni. Non so come si chiami un sistema dove la tracotanza, l'ignoranza e il conformismo sono elevati a uniche virtù. Non so come si chiami un sistema del genere, perché io lo chiamerei regime totalitario – ma mi dicono che ciò sia sbagliato, forse anche pericoloso.

Tratto dalla bacheca di Piergiorgio Molinari

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