Aveva provato a soffocare la figlia dopo aver saputo che - violando i precetti dell’Islam - la ragazza, quasi maggiorenne, aveva rapporti sessuali con il fidanzato italiano di fede diversa dalla sua. Ma per la Cassazione il padre di fede islamica non merita l’aggravante di aver agito "per futili motivi". Secondo le toghe della Suprema Corte, "per quanto i motivi che hanno mosso l’imputato non siano assolutamente condivisibili nella moderna società occidentale, gli stessi non possono essere definiti futili, non potendosi definire né lieve né banale la spinta che ha mosso l’imputato ad agire". Inoltre, anche il fatto che il padre, dopo aver saputo del disonore che il comportamento della figlia aveva gettato sulla famiglia, abbia meditato il delitto per una notte intera, - scrive la Suprema Corte nella sentenza 51059 depositata oggi - è un lasso di tempo troppo breve per parlare di "premeditazione" con la relativa aggravante. Per queste ragione, gli "ermellini" hanno annullato con rinvio, limitatamente alle aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, la condanna a sette anni di reclusione inflitti ad Hamed Ahamed dalla Corte di Appello di Milano, il 7 novembre del 2012, per il tentato omicidio della figlia commesso nel capoluogo lombardo la mattina del quatto settembre 2011 nell’abitazione familiare. Ora la Corte di Appello deve riesaminare il caso ed essere più clemente.
mercoledì 18 dicembre 2013
Se islamico, va tutto bene...
Islamico soffoca la figlia. Per la Cassazione merita uno sconto di pena. Aveva tentato di uccidere la figlia perché aveva rapporti sessuali con un cristiano. Ma per le toghe non merita l’aggravante di aver agito "per futili motivi" di Luca Romano
Aveva provato a soffocare la figlia dopo aver saputo che - violando i precetti dell’Islam - la ragazza, quasi maggiorenne, aveva rapporti sessuali con il fidanzato italiano di fede diversa dalla sua. Ma per la Cassazione il padre di fede islamica non merita l’aggravante di aver agito "per futili motivi". Secondo le toghe della Suprema Corte, "per quanto i motivi che hanno mosso l’imputato non siano assolutamente condivisibili nella moderna società occidentale, gli stessi non possono essere definiti futili, non potendosi definire né lieve né banale la spinta che ha mosso l’imputato ad agire". Inoltre, anche il fatto che il padre, dopo aver saputo del disonore che il comportamento della figlia aveva gettato sulla famiglia, abbia meditato il delitto per una notte intera, - scrive la Suprema Corte nella sentenza 51059 depositata oggi - è un lasso di tempo troppo breve per parlare di "premeditazione" con la relativa aggravante. Per queste ragione, gli "ermellini" hanno annullato con rinvio, limitatamente alle aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, la condanna a sette anni di reclusione inflitti ad Hamed Ahamed dalla Corte di Appello di Milano, il 7 novembre del 2012, per il tentato omicidio della figlia commesso nel capoluogo lombardo la mattina del quatto settembre 2011 nell’abitazione familiare. Ora la Corte di Appello deve riesaminare il caso ed essere più clemente.
Aveva provato a soffocare la figlia dopo aver saputo che - violando i precetti dell’Islam - la ragazza, quasi maggiorenne, aveva rapporti sessuali con il fidanzato italiano di fede diversa dalla sua. Ma per la Cassazione il padre di fede islamica non merita l’aggravante di aver agito "per futili motivi". Secondo le toghe della Suprema Corte, "per quanto i motivi che hanno mosso l’imputato non siano assolutamente condivisibili nella moderna società occidentale, gli stessi non possono essere definiti futili, non potendosi definire né lieve né banale la spinta che ha mosso l’imputato ad agire". Inoltre, anche il fatto che il padre, dopo aver saputo del disonore che il comportamento della figlia aveva gettato sulla famiglia, abbia meditato il delitto per una notte intera, - scrive la Suprema Corte nella sentenza 51059 depositata oggi - è un lasso di tempo troppo breve per parlare di "premeditazione" con la relativa aggravante. Per queste ragione, gli "ermellini" hanno annullato con rinvio, limitatamente alle aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, la condanna a sette anni di reclusione inflitti ad Hamed Ahamed dalla Corte di Appello di Milano, il 7 novembre del 2012, per il tentato omicidio della figlia commesso nel capoluogo lombardo la mattina del quatto settembre 2011 nell’abitazione familiare. Ora la Corte di Appello deve riesaminare il caso ed essere più clemente.
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3 commenti:
una notte intera trascorsa a pensare come ammazzare la figlia non sarebbe premeditazione?
ma vaff
E il reato di femminilcidio non è stato manco preso in considerazione... Ma è islamico e dunque può permettersi di fare ciò che vuole.
benissimo, così uscirà il padre di Hina.
Che schifo, rabbia, e disgusto
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