E così siamo tutti illegittimi... anzi, sono loro ad essere illegittimi..tutti: da Grillo a Letta ad Alfano. Ed illegittimo è anche il decadimento di Berlusconi, un bel rompicapo. Illegittimo è anche – oltre ai vari nomi che potete leggere sulla stampa mainstream, sui quali non mi dilungherò – il governo Monti e tutti gli atti che ha prodotto, come sono da invalidare tutti gli atti del governo Berlusconi e di quello precedente, ossia del secondo governo Prodi. Viene da chiedersi come la medicheranno e spunta il sospetto che “qualcuno” abbia desiderato il colossale rimescolamento di carte, perché questo è/può essere il crollo di una prima-seconda-terza Repubblica, come preferite. Attenzione: non crolli finti come i precedenti che hanno generato le macchiette della seconda o terza repubblica bensì crolli veri: come le “repubbliche” francesi, tanto per capirci, che ci hanno messo quasi due secoli per compiere il loro ciclo. E in Italia? Come è potuto accadere tutto ciò?
Prima di passare al “come”, vediamo quale può essere uno sviluppo futuro: qualcuno afferma che la Consulta abbia “dato tempo” al governo per elaborare ed approvare una nuova legge elettorale. In sostanza: quello che per anni non è stato mai fatto. Ma questo esula dai compiti della Corte e nemmeno nelle motivazioni della sentenza può esserci traccia di un tale “consiglio” giacché sarebbe illegittimo due volte: primo, perché anche parte della Corte – nominata negli ultimi 7 anni – è illegale, almeno per i nuovi membri ma, e soprattutto, perché la Corte (illegittima) mai potrebbe entrare così a gamba tesa in politica, dando “consigli” ad un altro potere, quello legislativo (illegittimo). Dilettanti allo sbaraglio – verrebbe da dire – e non cospiratori internazionali di larghe vedute: mezze tacche, galoppini del seggio, lacché del potere, ecco cosa capita agli sprovveduti. Vediamo un attimo com’è nata questa legge.
Se ben ricordate, la legge fu licenziata ancora da Ciampi e fu, ovviamente, precedente al referendum costituzionale (come norma prevede) che si svolse nel Giugno del 2006 e dal quale uscì bocciata dagli elettori la riforma costituzionale preparata dal governo di centro-destra. Quella riforma trasformava il Senato in organo consultivo quasi “territoriale” – ossia una sorta di Parlamento delle Regioni, sul modello del Bundesrat tedesco – e per questo motivo Calderoli creò la porcata: il premio di maggioranza assoluta per un solo voto di scarto è un abominio. La bocciatura della riforma, però, condusse ad un altro risultato: rimanendo il Senato assemblea legislativa quanto la Camera – ma con una legge elettorale pensata per una diversa architettura istituzionale – successe che ogni tornata elettorale contava solo più per le votazioni al Senato, essendo la Camera assegnata con il premio di maggioranza. Solo il governo Berlusconi (2008-2011) ebbe una maggioranza chiara, tutti gli altri risicarono e rosicarono voto su voto, e sempre solo al Senato. Chiarito questo passaggio, veniamo al successivo: può, questo Parlamento, legiferare in materia di legge elettorale? No, evidentemente, essendo illegittimo. La soluzione, quindi, è semplice e Beppe Grillo l’ha indicata: non bisogna essere dei costituzionalisti per capire che l’ultima legge elettorale valida è stata il cosiddetto “Mattarellum” e da questo non si può sgarrare. Ogni altra soluzione, che coinvolgesse l’attuale parlamento, sarebbe inutile perché subito cassabile da un ricorso alla Corte.
Non dimentichiamo la portata dei provvedimenti che – a norma di legge – hanno perso legittimità: il 5 per mille per il volontariato, tutte le norme in materia di lavoro delle ultime tre legislature, la riforma Gelmini, la riforma del mercato dell’acqua, la riforma Fornero delle pensioni insieme alla precedente riforma Damiano, gli aumenti dell’IVA del 2%, quelli sulle accise sui carburanti... insomma, dal 2006 tutto cancellato e da rifare. Viene da chiedersi come mai la Corte abbia osato tanto. Una traccia c’è, poi si dovrà valutare se è valida, ed è una traccia europea. Da molti anni – ossia dal caso Rete4/Europa7 – l’Italia è il Paese che più ricorre in sede europea: alla Corte di Giustizia Europea ed al Tribunale per i Diritti dell’Uomo. Quest’ultimo, addirittura, circa un anno fa se ne lamentò chiaramente: non è possibile – dissero i giudici europei – che metà del tempo sia assorbito dall’Italia e da fatti italiani! E che, una volta emanate le sentenze, nessuno in Italia le applichi! Di certo questa sentenza non gioca a favore dei potentati finanziari internazionali sorretti da tutti i governi in carica, soprattutto negli ultimi anni, che hanno messo in un angolo proprio la Costituzione (addirittura il Presidente!) ed ogni legge di garanzia. Per loro, di meglio che le garanzie del Porcellum è difficile trovare ed è anche faticoso pensare ad una riscrittura di un corpus legislativo così copioso da parte di un nuovo Parlamento eletto con il Mattarellum: che la rivoluzione l’abbiano fatta i giudici? Mah...
2 commenti:
e i trattati con l'europa?
Maria Luisa
Ecco, anche quelli sarebbero illegittimi. Specie gli ultimi.
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