mercoledì 16 gennaio 2013

Supporto logistico silenzioso... (in guerra con Hollande)


Si allarga l'intervento internazionale in Mali. E l'Italia non se ne laverà le mani, anche se al momento viene esclusa ogni partecipazione militare diretta. Il nostro governo fornirà infatti «supporto logistico» all'intervento francese e dell'Ecowas in Mali, ma non dispiegherà truppe da combattimento nella zona. Lo hanno annunciato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, e della Difesa, Giampaolo Di Paola, in un'audizione dinanzi alle commissioni Esteri e Difesa riunite del Senato. Intanto la Corte penale internazionale ha aperto un'inchiesta sui presunti crimini di guerra commessi nel Paese africano a partire dal gennaio 2012. «Ritengo che alcuni degli atti brutali e delle distruzioni commesse costituiscano crimini di guerra», ha detto il procuratore della Corte, Fatou Bensouda, in un comunicato.

L'INTERVENTO MILITARE - L'Italia dunque non prenderà parte alle operazioni sul campo, come avvenne invece in Libia. L'operazione militare contro i jihadisti che controllano il nord del Mali, ha sottolineato il ministro Terzi, è «perfettamente in linea con la risoluzione 2085 del Consiglio di sicurezza dell'Onu ed è indispensabile per arginare l'avanzata dei movimenti estremistici». «È un'operazione inevitabile e corretta per evitare il consolidamento di una presenza terroristica che minaccia il Paese», ha aggiunto Di Paola. Contatti ci sono stati anche tra Di Paola e il suo omologo statunitense Leon Panetta che ha detto: «Oggi ho incontrato il ministro Di Paola: è stato un incontro molto produttivo e c'è comune preoccupazione per il Mali».

L'APPOGGIO LOGISTICO - L'Italia sta valutando i termini del suo apporto logistico. Per quanto riguarda gli aeroporti militari, potrebbe essere replicata l'esperienza già vissuta nel 2011, con risultati positivi sotto il profilo operativo, in occasione della missione multinazionale in Libia. Anche in questa circostanza si torna infatti a parlare della possibilità di permettere l'utilizzo di una o più basi aeree ancora da individuare tra quelle di Trapani (la più plausibile), Gioia del Colle (Bari), Brindisi, Amendola (Foggia). In attesa della definizione dei dettagli per quanto riguarda la missione di addestratori militari da inviare nel Paese africano, dovrebbe essere quindi assicurata la fornitura di alcuni aerei da trasporto militari, presumibilmente due C-130, per il trasferimento in loco di truppe, mezzi e materiali.

LA GERMANIA - La Francia dovrebbe avere presto l'apporto anche della Germania. «Coglierò certamente l'occasione delle celebrazioni per il 50esimo anniversario del Trattato dell'Eliseo, che si terranno lunedì qui a Berlino, per discutere con il presidente (francese) Hollande se ci sono altre aspettative» sull'impegno tedesco in Mali che per ora prevede soltanto un contributo logistico. «E poi decideremo conseguentemente alla situazione» nel Paese africano, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel durante una conferenza stampa a Berlino. Il rischio di un terrorismo che prende piede nel nord del mali va oltre l'Africa e può minacciare anche l'Europa ha aggiunto la Merkel. «La Germania - ha detto la Merkel parlando con i giornalisti - guarda alla sicurezza nel Nord Mali come alla sua stessa sicurezza perché naturalmente il terrorismo in Mali è una minaccia non solo per l'Africa ma anche per l'Europa».

IL BLOCCO ECOWAS - I soldati dell'Ecowas, il blocco dei Paesi dell'Africa occidentale, arriveranno in Mali «il prima possibile» ha assicurato il capo dello Stato della Costa d'Avorio e presidente di turno dell'organismo, Alassane Ouattara, durante una missione a Berlino organizzata per chiedere «il sostegno di tutti i Paesi europei». «Vogliamo mobilizzare le nostre truppe», ha specificato Ouattara, «il più velocemente possibile per aiutare l'esercito maliano e risolvere militarmente questa crisi». La Germania ha già garantito che metterà a disposizione due aerei da trasporto militari «Transall» per il trasporto delle truppe multinazionali dell'Ecowas perchè possano raggiungere la capitale del Mali, Bamako, e unirsi alle Forze armate locali e alle unità speciali francesi impegnate nella controffensiva al nord, controllato dalle milizie jihadiste.

LO SCONTRO - Le truppe francesi intanto hanno ingaggiato il primo scontro sul terreno con i guerriglieri islamisti nel nord del Mali. La battaglia-definita «difficile» dal ministro della Difesa francese, Jean-Yevs Le Drian- è avvenuta a Diabaly, dove ieri era giunto un convoglio militare partito nel pomeriggio da Niono, a circa 50 km di distanza. «Sia l'esercito maliano che quello francese sono sul posto», ha riferito una fonte della sicurezza del paese africano. Diabaly, caduta nelle mani dei ribelli del capo qaedista Abou Zeid lunedì scorso, si trova a 400 km di distanza da Bamako. Secondo Le Drian, è il covo dei jihadisti «più battaglieri, fanatici e meglio organizzati».

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