giovedì 24 gennaio 2013
E ora, votateli...
Scelta civica spa di Francesco De Dominicis
Luca Cordero di Montezemolo alla fine non si è candidato. Scelta di opportunità, quella del presidente della Ferrari, rimasto fuori dalla lista «Scelta civica» guidata dal premier Mario Monti. L'accusa di conflitto di interessi - per il legame col mondo Fiat e pure per la sua partecipazione nella Ntv del treno Italo, di cui è fondatore - sarebbe stata servita sul piatto d'argento e Montezemolo ha preferito fare un passo indietro. I conflitti di interesse, però, non mancano nella lista Monti che sembrano avere maggior peso rispetto alla sbandierata società civile. L'operazione è lunga. E per trovare il primo conflitto si può cominciare proprio dai legami con la galassia Fiat: uno lo ha ricordato ieri Oscar Giannino. Il leader di Fare per fermare il declino in un tweet ha puntato il dito contro Alberto Bombassei, patron della Brembo e candidato alla Camera nella circoscrizione Lombardia 2. Il suo colosso produce freni per autovetture ed è uno dei principali «fornitori» della casa automobilistica torinese. Proprio in Piemonte è in corsa, con la lista del professore, Paolo Vitelli capo del colosso degli yacht Azimut Benetti. Dalle auto alla nautica, dunque. Poi ci sono le banche. In Lombardia, numero 2 in lista dopo Bombassei, c'è Gregorio Gitti. In una lettera a Dagospia ha detto, assai infastidito, che non gli piace l'etichetta di «genero» di Giovanni Bazoli, presidente di banca IntesaSanpaolo.
Tuttavia è un fatto e non una menzogna. L'elenco degli imprenditori in corsa con il premier è lunghissimo. In Campania c'è, a esempio, Luciano Cimmino, amministratore delegato e proprietario del gruppo Carpisa-Yamamay (borse, valigie e abbigliamento intimo). In una delle liste per Montecitorio presentate nel Lazio c'è anche un «rappresentante» dell'elettronica: bisogna arrivare alla posizione numero 10 del «Lazio 2» per trovare Monica Lucarelli, manager della Ised (società romana che realizza software per la pubblica amministrazione, in particolare per il comparto sanità). Il movimento Italia Futura, fondato dall'ex presidente di Confindustria, ha piazzato in un posto «sicuro», Carlo Calenda, ex assistente di Montezemolo e già vicedirettore dell'Interporto di Nola (il gruppo di Punzo, socio di Montezemolo e Diego Della Valle in Ntv). Altra posizione blindata e seggio garantito, in Campania in quota Italia Futura, per Angelo D'Agostino dell'Ance, l'associazione dei costruttori. Terreno in cui è fin troppo facile, poi, tirare in ballo Pierferdinando Casini (leader Udc). Uno dei principali artefici della coalizione costruita attorno a Monti, infatti, non è presente in alcun consiglio di amministrazione, ma non è un mistero che sia il marito di Azzurra Caltagirone, figlia di Francesco Gaetano.
Che è uno degli imprenditori più importanti del Paese, con interessi e intrecci che spaziano dall'editoria all'edilizia, dalla finanza alle assicurazioni. Salvatore Matarrese, figlio di Michele (uno dei più importanti imprenditori meridionali attivo in diversi settori), è invece in lista in Puglia. Il comparto dei trasporti è rappresentato da Domenico Menorello (corre in Veneto) vicepresidente di Veneto Strade spa. Oltre alle candidature, ci sono i sostenitori. Pochi giorni fa il Corriere della sera ha pubblicato un lista di imprenditori che appoggiano e finanziano la campagna elettorale di Monti. Nell'elenco pubblicato dal quotidiano di via Solferino compaiono Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Diego Della Valle (Tod's), Fabrizio Di Amato (Tecnimont), Sergio Dompè (farmaceutica), Lupo Rattazzi, famiglia Agnelli (Exor), Alberto Galassi (ad di Piaggio Aero), Flavio Repetto (gruppo Elah Dufour), Francesco Merloni (termosanitari), Claudio de Eccher (Rizzani de Eccher, ponti e metropolitane), Carlo D'Asaro Biondo (Google, presidente Europa Sud e Africa, country manager per l'Italia), l'imprenditore Paolo Fassa, Pietro Salini (costruzioni), Benito Benedini (ex presidente Assolombarda).
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