giovedì 17 gennaio 2013
Donne, anello debole della società
Dottor Francesco Dettori, procuratore della Repubblica, Bergamo si ritrova sulle prime pagine della cronaca nazionale per due fatti eclatanti, successi a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Prima la violenza su una ragazza nel centro della città, poi l’esecuzione di un barista a Cortenuova. Qualcuno torna a parlare di allarme criminalità. «I due episodi hanno matrice diversa. La violenza è stata compiuta da un singolo e, a prima vista, parrebbe qualcosa di non pianificato, l’opera di uno sprovveduto che ha agito nei pressi della propria abitazione, usando la propria vettura. Ovviamente, un episodio grave e da non sottovalutare, ma occasionale».
Alla luce di questi due episodi così gravi, si è indotti a pensare che ci sia stato un salto di qualità del crimine nella nostra provincia. «Non credo proprio. Non penso che fino al giorno della violenza sulla giovane la Bergamasca fosse un’isola felice e che da allora sia diventata un inferno. I due episodi non sono indice di un unico allarme, di un’unica matrice. Ecco, se ci fossero stati due omicidi della stessa natura o due violenze sessuali ravvicinate, allora sì si poteva ipotizzare il fenomeno preoccupante. Detto questo, è pacifico che non bisogna abbassare la guardia e che bisogna continuare a presidiare il territorio».
La ragazza è stata aggredita in una zona centrale della città. «Ovvio che è impossibile un presidio del territorio al 100%. E così anche ai cittadini sono richiesti sforzi che a volte sembrano cozzare contro i diritti della persona».
Tipo? «Le donne sono l’anello debole di una società in cui è parzialmente ancora inculcata l’assurda mentalità della femmina come oggetto del possesso. Lo dico con tutto il rammarico, ma sarebbe bene che di sera non uscissero da sole».
Ma così sembra che la ragazza sia andata a cercarsela. «Non voglio colpevolizzare la giovane che ha subito violenza, anzi a lei vanno le nostre scuse per non aver saputo offrire la degna protezione. Ma a volte bisogna ragionare in termini reali».
Non le sembra una sconfitta? «Sì, vero: è una sconfitta della convivenza civile».
Ci sono rimedi? «L’episodio è chiaramente collegato a un difetto di vigilanza. Bisogna intensificare il controllo del territorio, soprattutto di notte».
Fa i conti senza l’oste. È da anni che le forze dell’ordine lamentano la carenza di organico. «Siamo al lavoro per realizzare uno studio del territorio che permetta la razionalizzazione dell’utilizzo delle forze dell’ordine, mirando a una presenza capillare e continuativa sul territorio».
La Procura è entrata nel mirino di parte dell’opinione pubblica per essersi limitata a chiedere gli arresti domiciliari per l’aggressore. «Lo ripeto: la misura cautelare del carcere va utilizzata come extrema ratio e in questo caso la Procura, analizzando i vari fattori fra cui la personalità dell’indagato, ha ritenuto che i domiciliari fossero sufficienti».
Che ne pensa della protesta esplosa sotto l’abitazione del kosovaro accusato della violenza? «Questi episodi vanno condannati. C’è anche una questione di umanità».
Vale a dire? «Vale a dire che nell’abitazione presa di mira dai contestatori, venerdì sera c’erano anche la moglie dell’indagato e le sue figlie piccole, che non c’entrano nulla».
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Sinceramente, un uomo non in possesso delle facoltà mentali necessarie per fare il Procuratore. La sua intervista è un delirio dalla prima all’ultima parola. Sorvoliamo sul “povero stupratore” e sulla famigliola circondata dai contestatori – anzi, non sorvoliamo: se ne tornino in Kosovo, prima di fare altri danni. Ma laddove Dettori, anzi “il Dettori” – in gergo leguleio a loro tanto caro – giustifica la concessione dei domiciliari, il sangue và alla testa. Se il caso di uno stupratore reo confesso che per sua stessa ammissione non è riuscito a controllarsi non è l’extrema ratio che deve condurre al carcere, allora qual è? E non venga a dirci che non essendo riuscito nell’intento – come dice lui – dello “stupro in senso stretto”, grazie alla reazione della ragazza, allora il reato è meno grave. E se la Procura, ovvero lui, ha ritenuto sufficienti i domiciliari, allora, con rispetto parlando vadano a farsi “kosovare” dal loro protetto. L’essere immigrato e quindi con possibili contatti all’estero lo rende il candidato ideale ad evadere; l’essere reo confesso toglie ogni dubbio sulla sua colpevolezza; la sua mancanza di auto-controllo per sua stessa ammissione, lo rende invece pericoloso e in grado di reiterare il reato. E allora, Dettori, quali sono le motivazioni per le quali non è in carcere, tranne il fatto che è parte della minoranza privilegiata e coccolata dalle toghe?
Terminiamo il commento con l’apoteosi sociologica. Ritenere responsabile un presunto “clima sociale” per lo stupro della 24enne è fondamentalmente idiota: l’immigrato è quanto di più estraneo vi sia – in termini di cultura – alla società ospite, quindi ascrivere il reato sessuale di un immigrato, alla cultura autoctona, è scientificamente errato e umanamente folle. Se un Kosovaro violenta una ragazza non sarà per caso “colpa” – prima di tutto sua – e poi della cultura d’origine? Ma come: ci dicono sempre di “non generalizzare”; che se uno straniero violenta, non è colpa di “un’intera” cultura; e poi, vorrebbero addirittura “generalizzare all’incontrario”, colpevolizzando la società che lo ospita. Hanno menti bizzarre e patetiche. Ricordiamo una cosa. Quando parlano a favore dei “ricongiungimenti familiari” – quella legge che permette agli immigrati di “importare” moglie e figli – i vari “esperti” d’immigrazione li giustificano come modo per evitare che “maschi in età sessuale diventino violenti predatori urbani”, la presenza della moglie e dei figli li renderebbe “meno pericolosi”: bè, abbiamo ora il caso – uno dei tanti – di un immigrato in Italia da anni con moglie e figli al seguito. Questo non l’ha resto “meno pericoloso”. Siamo consapevoli che con i nostri attacchi a magistrati e politici – soprattutto i magistrati che hanno la mano pesante con chi “pensa” – ci facciamo nemici potenti. E la cosa ci piace. Avere nemici potenti, significa essere liberi.
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7 commenti:
Le donne se ne stiano a casa di sera, mentre gli extracomunitari siano liberi di uscire, scorrazzare per la città, vendere droga e fare tutti i loro porci comodi, eh? quanto alla legge sui ricongiungimenti familiari: oltre alle cose che dici tu, ricordiamoci che sono estese ai vecchi genitori che, se in età pensionabile, ricevono L'ASSEGNO SOCIALE che sostanzialmente è una pensione, superiore alla nostra minima, per gente che NON HA MAI VERSATO UN CENTESIMO DI CONTRIBUTI!!! in periodi critici come questo, l' INPS dovrebbe arginare i suoi sprechi tagliando immediatamente queste "pensioni" ai vecchi stranieri, che oltretutto non rappresentano una forza lavoro ma solo un peso sociale, con le loro patologie legate all'età che vengono a gravare sul servizio sanitario nazionale. Questa è una cosa di cui credo d'averti già parlato, e che è una spina nel mio fianco per quanto è ingiusta. Michela Ombraserena.
Michela, bentrovata. Anzitutto, credo tu abbia capito come la penso sulla "multiculturalità". Fosse per me, li rimanderei TUTTI a casa propria perchè creano disagi sociali, altrochè scambi culturali o braccia per mandare avanti l'italia. Perchè s'è visto che dovunque si insediano, nascono scontri pesanti e cresce a dismisura il degrado. Dopodichè, ti rispondo che la legge sulle pensioni minime regalate agli extracomunitari anziani che NON hanno MAI lavorato nel nostro territorio e NON hanno MAI soggiornato un solo giorno in italia, fu creata dal governo cattocomunista di centrosinistra. Ma la cosa peggiore è che nessun governo di centrodestra, questo orrore NON lo abbia mai cancellato nonostante gli abbai della lega. Inoltre, altri governi (e amministrazioni regionali), hanno contribuito e contribuiscono ad erogare servizi ANCHE ai clandestini. Posso dirti che il mio comune d'origine (con amministrazione di centrodestra), eroga assegni agli extracomunitari per pagare le bollette del gas e della luce. Oltre, chiaramente ad avere priorità nelle liste per gli appartamenti popolari e gli assegni familiari. E si che sono tutte misure ingiuste. Specie in tempi di crisi vere o presunte.
pensa a quando avremo questi bei soggettini in parlamento:http://www.stranieriinitalia.it/attualita-pape_diaw_sel_modificare_la_bossi-fini_no._va_proprio_buttata_via_16502.html
Anche a Ferrara le graduatorie per le case popolari sono intasate da extracomunitari,per quanro riguarda la sanità i servizi sono erogati anche ai clandestni, i medici di base, però, possono accettare o meno di avere fra i propri pazienti gli extra( mio marito non ha accettato)Da tener presente che, per evitare i ticket, i signorini vengono spediti in PS con la richiesta di urgenza indifferibile, e passano avanti a tutti nei turni.
Ti segnalo questa perla: a Amsterdam il sindaco socialista ha intenzione di deportare i colpevoli di xenofobia in appositi ghetti in periferia, dove vivranno dentro dei containers.
I lager dei tempi moderni.
Amsterdam, omofobi e xenofobi "confinati" in periferia
Immagina te cosa sarebbe successo se si decidesse di fare lo stesso, ad esempio, con gli zingari beccati a rubare o con i finti profughi libici.
Contemporaneamente, le nuove case popolari saranno costruite rispettando i dettami del Corano, dal momento che, come ammette lo stesso Sindaco, verranno riservate in buona parte a musulmani.
Ad Amsterdam arrivano anche le "case halal"
STANNO SILENZIOSAMENTE ATTUANDO UNA PULIZIA ETNICA DELL'EUROPA PEGGIORE DI QUELLA PENSATA DA HITLER
E pensare che tra un mese dementi simili saranno alla guida anche del nostro paese...
Maria Luisa, uno dei provvedimenti dei primi 100 giorni di governo qualora il pd vincesse, è quello di dare cittadinanza ai bambini degli stranieri nati in italia. Sappiamo tutti infondo che questa è una cosa prioritaria, no?
IoLeggo, non è che noi siamo messi tanto meglio. Tra cattocomunisti, massoni, ebrei... voglio dire. Ne abbiamo ben donde.
Come sempre si nota l'assordante silenzio delle femministe della domenica
Ovviamente, Johnny, quando si tratta di extracomunitari, MAI una parola.
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