mercoledì 21 novembre 2012

Terrorismo fiscale

Mamma, ho fatto il redditest di Stefano Filippi

Ho fatto il redditest. Non ho retto alla curiosità di sapere come verrò spolpato nei prossimi mesi. Alle 7,30 di questa mattina mi sono messo al computer. Dopo tre quarti d’ora sono crollato. Se volevo uscirne senza finire al neurodeliri, ho dovuto cominciare a inserire dati verosimili. A occhio, come si dice. Dopo un’altra mezz’ora ho visto apparire la scritta su fondo verde “coerente”. Coerente ma preoccupatissimo. Il via scatta sul sito http://redditest.agenziaentrate.it/. I problemi sono immediati: cliccato sul download appare una schermata inquietante con l’avvertenza che ciò “potrebbe mettere a rischio il computer in uso e le informazioni personali”. Alla faccia della sicurezza e della privacy spergiurate da Attilio Befera. “Eseguire solo se si accetta come sicuro l’autore della pubblicazione“. Appunto, è un salto nel buio. Dalle “ulteriori informazioni” vengo edotto che “l’accesso non è limitato ai file personali”, che “l’autore della pubblicazione è sconosciuto” (meglio per lui) e che “la firma digitale è generata con un certificato non protetto”. E’ un rapporto a rischio, come tutti quelli con il fisco, e bisogna barrare la relativa crocetta. La bugia è doppia: “Accetto il rischio” e “desidero eseguire l’operazione”. No, non lo desidero, sono costretto dal Grande Fratello del Fisco. “Benvenuto” mi dice il programma. “Per stimare la coerenza del reddito familiare devi raccogliere alcuni dati“. Alcuni?? L’elenco è sterminato: dati dell’abitazione principale e delle eventuali altre case, le bollette di luce gas telefono e telefonini, i kw di auto e motorini (ovviamente, tutti si ricordano i cavalli del motore ma non i chilowatt) e i relativi costi assicurativi divisi per Rca e incendio/furto. Le spese scolastiche e universitarie, quelle per “il tempo libero e la cura della persona” (se rientra anche la parrucchiera di mia moglie sono rovinato), le “attività sportive e ricreative“, l’abbonamento a Sky o Mediaset premium. E poi le spese mediche e sanitarie, quelle per cani e gatti, acquisto di gioielli e computer, assegni al coniuge divorziato, prestiti restituiti. Le spese per le vacanze vanno suddivise in viaggi organizzati, alberghi e altre spese. Oddio: e gli scontrini della pizza? Quelli per i regali? Le mance? Le bermuda in saldo? Per fortuna non è prevista la voce “spese per lo shopping delle figlie”: assolutamente insondabile.

Tutto questo è relativo al 2011, non all’anno che si chiude. E dove vado a cercare il necessario per compilare correttamente questa lista interminabile? Dovrò scomodare il commercialista. Anzi, forse è meglio che il redditest lo faccia lui stesso. Ma non è finita. Occorre riportare “investimenti e disinvestimenti“, cioè le spese per terreni, azioni, strumenti finanziari, imbarcazioni, eccetera. Qui però non sono sufficienti i dati del 2011: l’Agenzia delle entrate vuol conoscere anche quelli del 2009 e 2010. Attenzione: siamo ancora ai preliminari di questo rapporto a rischio, alla fase di raccolta dei dati. Ora comincia la compilazione. Altri problemi. Bisogna indicare il reddito familiare complessivo lordo. E dove si trova? Su un rigo del modello Unico? Sull’Isee della regione? Occhio che non basta sommare il lordo del 740, occorre aggiungere i redditi esenti ed esclusi, quelli soggetti a tassazione separata, a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o a imposta sostitutiva. Un rompicapo. E questo è il dato di partenza: sbagliato il reddito, sbagliato il resto. Comunque, avanti. Casa: proprietà, classificazione, metratura, percentuale di possesso. Mutuo estinto anni fa, per fortuna. Spese per la colf. Bollette suddivise tra luce e gas (premio Nobel al consumatore che riesce a distinguere con precisione le due voci nelle carte spedite dalle municipalizzate tra bimestri ballerini, anticipi, conguagli, eccetera). Spese per i telefonini comprese quelle per acquistarli o noleggiarli: fortunati i possessori di apparecchi aziendali. Spese per elettrodomestici, nuovi mobili, oggetti d’arte o antiquariato, che notoriamente sono beni di larghissimo consumo.

Capitolo auto (ma anche camper, roulotte, moto, barche a vela e aerei). Assicurazioni distinte per singole voci, canoni di leasing o noleggio. Assicurazioni: quanto si paga per polizze vita, infortuni, danni a terzi, malattia, altre. Contributi: obbligatori, volontari, previdenza complementare. Bisogna spulciare nelle buste paga, chiedere all’azienda o al commercialista. Ma chi ha tutto questo tempo da perdere? E soprattutto: Befera non ha già tutti questi dati, obbligatoriamente accompagnati dal codice fiscale? Spese per l’istruzione: acqua passata. Veniamo al tempo libero: non ho l’abbonamento allo stadio ma se esulto ogni tanto in curva devo conservare il biglietto? Non amo i cineforum ma il cinema sì, e il dubbio sul tagliando rimane. Non frequento palestre o piscine, ma a volte vado in bici o a correre: rischio qualcosa? Vogliono sapere se ho la pay-tv, se gioco on-line (ma ti pare?) e possiedo cavalli. Devo distinguere con attenzione come ho speso i miei soldi per le vacanze, per i centri benessere e i “servizi di cura alla persona“: ora dovrò conservare anche le ricevute del barbiere. Sono estenuato. L’operazione va ripetuta per ogni componente del nucleo familiare. E qui i dubbi sono tremendi: l’asciugacapelli va registrato da me (che ho pagato) o suddiviso tra il resto della famiglia (che lo usa)? Devo calcolare un “rateo vacanze” per i figli? Sky va attribuito a mia figlia che di fatto è l’esclusivista? E le paghette: devo pretendere ricevuta dai ragazzi? E come faccio a sapere come spendono i loro soldi?

Bisogna avere tempo e buontempo per dedicarsi al redditest. E quando compare la scritta “coerente” non devi abbassare la guardia. Perché il braccio armato dell’Agenzia delle entrate non demorde. C’è un’avvertenza finale: sei sicuro di aver calcolato bene il reddito complessivo? Hai aggiunto i redditi esenti (indennità di accompagnamento, retribuzioni da enti internazionali)? E i redditi esclusi (tipo l’assegno periodico per il mantenimento dei figli)? E quelli a tassazione separata (arretrati, liquidazioni, indennità di fine contratto)? E i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (interessi bancari, depositi, certificati di deposito)? E quelli soggetti a imposta sostitutiva (cedolare secca, Bot, titoli di stato)? E’ il colpo di grazia. Il redditest è una giungla. Ma questo è uno scherzo: i controlli che scatteranno presto, no. Cominciamo a conservare tutti gli scontrini perché il futuro è imprevedibile.

6 commenti:

Nessie ha detto...

Sarebbero da mettere al rogo e da bruciare, tutti quanti. In testa la Befana Befera. Chiamarli delinquentoni è quasi un complimento.

Eleonora ha detto...

Già Nessie. Ma daltronde, non può guadagnare tutti quei milioni di euro annuali stando solo a guardare.

Altro tassello per ammazzare gli italiani... perchè ai grandi evasori, del redditest non gliene può fregare di meno. Immagino.

Maria Luisa ha detto...

mi rifiuto di farlo e non sono un grande evasore, ho solo la mia pensione,
Maria Luisa

Eleonora ha detto...

Per il momento, mi pare d'aver capito che non sia obbligatorio.

Johnny 88 ha detto...

Mi avevano detto che l'Unione Sovietica era crollata. Evidentemente si sbagliavano, a quanto pare si è solo spostata da Mosca a Bruxelles...

Eleonora ha detto...

Infatti. Anzi, peggio ancora, quello di bruxelles è l'antica urss e anche un quarto reich.