Le navi della Marina militare che fanno parte dell'operazione "Mare Nostrum" nelle ultime 24 ore sono state impegnate nel soccorso a 17 imbarcazioni cariche di persone provenienti dalle coste del nord Africa. In tutto sono stati soccorsi oltre 2.500 migranti, numero ancora provvisorio. La nave anfibia San Giorgio è intervenuta in assistenza a 5 natanti imbarcando 998 migranti tra cui 214 donne e 157 minori. Il pattugliatore Orione in tre eventi di soccorso, l'ultimo dei quali ancora in corso, ha trasbordato da natanti in difficoltà oltre 400 migranti, numero ancora non definitivo. La fregata Scirocco in tre operazioni di recupero ha imbarcato 206 migranti e trasferito altri 94 sulla nave mercantile Glory Tellus (bandiera panamense). Quanto costa rimpatriare un clandestino? I barconi carichi di migranti continuano a salpare alla volta dell'Italia. Per evitare stragi in mare aperto è necessario intervenire. Ma i problemi restano sul tappeto. Uno studio del quotidiano Il Tempo rivela che per ogni clandestino rimpatriato l’Italia spende 25mila euro. E a conti fatti, considerando il numero che dal 2010 sono stati "espulsi" (41mila), l'esborso cui dovrebbe farsi carico lo Stato italiano sarebbe pari a 1 miliardo e 25 milioni di euro. Usiamo il condizionale non perché i conti siano sbagliati ma perché i clandestini ricevono il foglio di via ma materialmente solo un'esigua minoranza viene riportata nel proprio paese.
Se consideriamo il rapporto tra i decreti d’espulsione emessi delle prefetture e gli accompagnamenti alla frontiera, scopriamo che è di cinque a uno, se non addirittura inferiore. Nel corso degli anni i governi si sono alternati a Palazzo Chigi, ma la sostanza è rimasta pressoché uguale: con la frase "decreti di espulsione emessi" i ministri dell’Interno hanno snocciolato numeri importanti, ma senza che vi sia l'esatta corrispondenza con i clandestini effettivamente allontanati dal territorio nazionale. E a quanto risulta col passare degli anni gli accompagnamenti alla frontiera diminuiscono. A far lievitare i costi per lo Stato c'è la permanenza dei clandestini nei Cie. I sei mesi di tempo (180 giorni) concessi dalla legge per l’identificazione e l’espulsione vanno moltiplicati per i 40 euro al giorno per ogni straniero presente nelle strutture: 1200 euro al mese, seimila per il periodo concesso, a cui si devono aggiungere alcuni benefit. Di fatto un clandestino espulso costa allo Stato una cifra pari al salario medio di un lavoratore italiano. Sono numeri importanti su cui è bene riflettere, anche solo per capire che un'opera di prevenzione a monte, mediante gli accordi con i paesi di partenza, pur costando qualcosa sarebbe sicuramente molto meno dispendiosa per le casse dello Stato.
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