Dopo averlo difeso - e dopo che il sindaco di Venezia ha ammesso le sue colpe e patteggiato - il Partito democratico ora scarica Giorgio Orsoni, coinvolto nello scandalo Mose e al quale ieri sono stati revocati i domiciliari. E alla fine il primo cittadino ha rimesso il mandato. "Le conclusioni che ho preso questa mattina sono molto amare perché ho verificato che non c'era quella compattezza che mi era stata annunciata", ha detto il sindaco di Venezia, "È per questo che ho voluto dare un segno chiaro della mia lontananza dalla politica, un segno che si è concretizzato innanzi tutto con la revoca della giunta che non riguarda l'operato amministrativo dei singoli assessori ma perché è venuto meno quel rapporto fra la mia persona e la politica che mi ha sostenuto finora. Il mio è un gesto esclusivamente politco e che vuole significare questo e con forza, anche se a qualcuno può non sembrare logico revocare una giunta che ha bene operato. Ma non è questo il punto, il punto è la chiara presa di distanza dalla politica. Questo è il primo gesto che ho fatto stamane, successivamente ho rassegnato le mie dimissioni, che per il momento non hanno effetto immediato ma dopo 20 giorni". Orsoni, ieri mattina era tornato in libertà, patteggiando una pena di 4 mesi e una multa di 15mila euro nell'ambito dell'inchiesta sul Mose. Secondo quanto si apprende, avrebbe ammesso davanti ai pm l'esistenza dei finanziamenti illeciti. Inoltre avrebbe raccontato ai magistrati che furono i vertici del Pd veneziano Davide Zoggia (presidente della Provincia di Venezia dal 2004 al 2009 e ora deputato) e Michele Mognato a spingerlo da Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova, a chiedere soldi per la campagna elettorale.
A chiedere le dimissioni era stata questa mattina Debora Serracchiani, secondo cui "abbiamo maturato la convinzione che non vi siano le condizioni perché prosegua nel suo mandato". "Invitiamo Orsoni a riflettere sull’opportunità di offrire le dimissioni", ha detto il vice segretario Pd spalleggiato da Roger De Menech, segretario regionale Pd, "Siamo convinti, inoltre, che non si debba disperdere quanto di buono il Pd di Venezia e tanti bravi amministratori hanno fatto e stanno facendo per la città. Per questo e per la necessaria chiarezza indispensabile in simili frangenti riteniamo che lo stesso Orsoni saprà dare prova di grande responsabilità". In giunta nel Comune di Venezia, tra l'altro, c'è già aria di crisi: ieri sera l’assessore ai servizi sociali, Tiziana Agostini (Pd), si è dimessa, oggi 24 consiglieri hanno chiesto un passo indietro al sindaco. Ieri Orsoni aveva ribadito la sua volontà a restare a Ca' Farsetti, ma le pressioni delle ultime ore potrebbero avergli fatto cambiare idea: una conferenza è stata convocata per le 12,30. Che voglia rimettere il mandato?
2 commenti:
Come dice la pubblicità, ALTISSSIMI, PURISSIMI E LEVISSIMI.
Si, si, il più pulito c'ha la rogna. Ma mi scandalizza il fatto che li abbiano votati.
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