Furioso. Giorgio Colombo, 59 anni, firma d'eccellenza, per tradizione di famiglia, dei Cantieri Nautici con sede a Grandola e Uniti è furioso. Sdegno che tracima il suo, mentre sventola il bollettino che gli ha inviato la Rai: 407,35 euro di «canone speciale» perché, con il pc che ha in azienda, potrebbe guardare la tv.
«Ma vi pare possibile? Siamo qui in cantiere tutti i santi giorni a spaccarci la schiena, da una vita, e la Rai ci viene a chiedere questi denari per qualcosa che neanche sappiamo se e come si possa riuscire a combinare. L'unico computer ci serve per i fornitori, per tenerci al passo con l'evoluzione della cantieristica e per le mille procedure burocratiche imposte dallo Stato assieme a una fiscalità senza pari nel mondo. E adesso è arrivata anche la Rai ad appiopparci questa nuova tassa camuffandola come un pagamento dovuto per godere della tv». Se vogliamo dirla tutta e bene è praticamente un tentativo di estorsione. Ecco perché si accendono di indignazione i computer della piccole e medie imprese artigiane, come denunciato anche dal quotidiano locale la Provincia di Como. Perché è da qui, chissà poi perché, che è cominciato il grande «rastrellamento» della Rai. Una raccolta di denari arrivata, come fanno notare i funzionari della Cna di Como, al Cantiere nautico di Giorgio Colombo ma anche a metalmeccanici, ad alimentaristi, persino ad un paio di auto-demolitori. «Siamo all'assurdo- sottolineano nel quartier generale della Cna in viale Innocenzo XI - perché molti di questi titolari di imprese artigiane sanno a stento come funziona un computer, figuratevi se si sognano di andare a capire se nel loro pc è installata o meno la scheda del sintetizzatore che permettere di guardare le trasmissioni televisive».
Si sforzano di rassicurare e spegnere le tensioni alla sede centrale della Cna di Como: «Qualche anno fa la Rai ci aveva già provato. Poi tutto era rientrato. Ora ci riprova, con la scusa che, oltre alla radio, che un imprenditore può tenere in azienda e al pc, eventualmente dotato di sintonizzatore, ci sono anche gli smartphone con cui, in teoria si può accedere ai programmi televisivi. Ma noi, che ci stiamo muovendo anche a livello nazionale per tutelarci, consigliamo ai nostri associati della provincia di non perdere tempo in risposte inutili. Eppure la situazione rischia di degenerare perché, se questo tentativo di racimolare denari andrà a coinvolgere più o meno tutte le nostre imprese si parla di diciottomila associati. E le prime avvisaglie non fanno altro che alzare la tensione dato che, da tre giorni a questa parte, stiamo ricevendo decine di telefonate di protesta per questi bollettini». Come dire? Da Como prove generali di ennesimo saccheggio nelle tasche degli italiani. Un programma monotono che può avere effetti collaterali: nel caso migliore sbadigli, nel caso peggiore fuga per la salvezza verso altri lidi. E se va in onda la provocazione allora spegniamola con il telecomando della protesta.
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