Le autorità della Repubblica democratica del Congo hanno confermato di voler sospendere le procedure di adozione, nonostante gli impegni presi con l’Italia e con quei genitori che restano bloccati nel paese africano con i loro bimbi adottivi. Si complica così la vicenda delle 26 famiglie italiane. La decisione è arrivata dal ministro dell’Interno congolese che ieri ha convocato gli ambasciatori a Kinshasa di Italia, Stati Uniti, Francia, Belgio, Canada e Regno Unito per ribadire l’intenzione del governo di sospendere le procedure di adozione di minori, in applicazione della decisione presa il 25 settembre scorso. Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha subito convocato a sua volta l’ambasciatore del Congo a Roma, Albert Tshiseleka Felha. “Non avete rispettato gli accordi verbali presi a novembre con il nostro ministro Kyenge. Siamo sconcertati”, gli ha detto la titolare della Farnesina facendosi portavoce dell’intero governo italiano su un caso resta “fortemente preoccupante”.
Il 4 novembre scorso il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge si era personalmente recata a Kinshasa ottenendo dal ministro dell’Interno e dal viceministro degli Esteri locali l’assicurazione che “la Direzione generale per la Migrazione avrebbe confrontato con l’ambasciata italiana la lista delle adozioni considerate in regola e per le quali sarebbe stata quindi rilasciata l’autorizzazione alla partenza”. Solo pochi giorni fa Kyenge aveva assicurato che mancava solo un nulla osta. Poi l’iter si è di nuovo bloccato e l’irritazione italiana è cresciuta. Adesso, alcuni genitori vivono con l’ansia di dover lasciare in condizioni drammatiche i figli che in queste settimane hanno imparato a conoscere le loro nuove famiglie. Altri invece sanno già che dovranno passare il Natale in Congo, aggiungendo al disagio della situazione pesanti costi economici. La Farnesina ha fatto sapere che mentre i visti di alcune coppie sono già stati prorogati, per altre sarà fatta “una valutazione caso per caso”.
E mentre Bonino e Kyenge confermano “il forte impegno” del governo e dell’ambasciatore italiano a Kinshasa per fare pressioni sulle autorità congolesi per consentire alle famiglie italiane “di tornare al più presto con i bambini adottati”, continuano anche le polemiche, con la Lega Nord in testa che chiede le dimissioni del ministro per l’Integrazione. “La vicenda delle famiglie bloccate proprio in Congo per la delicatissima causa delle adozioni è scandalosa ed è l’ennesima prova dell’inettitudine del ministro. La misura è colma: Kyenge si dimetta”, ha dichiarato Massimo Bitonci, capogruppo del Carroccio al Senato, mentre la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria chiede che sia il premier Enrico Letta a prendere in mano “una situazione che, evidentemente, i suoi ministri non sono in grado di gestire”. Dal Partito democratico i senatori Andrea Marcucci e Roberto Cociancich ricordano invece che dal 10 dicembre a Palazzo Madama è pendente un’interrogazione urgente e chiedono che Bonino e Kyenge diano risposte “non via media, ma in Senato”.
3 commenti:
Non solidarizzo con quelle famiglie. Hanno dato retta alla Chienge e volevano adottare un bambino ictu oculi estraneo alla nostra nazione. Avrebbero potuto andare piuttosto in Russia dove Putin ha aperto un canale privilegiato per l'Italia perchè non abbiamo le adozioni omo ...
Massimo, l'ho postato non per solidalizzare, ci mancherebbe, ben gli sta. Il mondo è pieno di bambini che possono essere adottati. L'ho postato perchè a noi ci viene sempre tacciato di essere incivili. Poi si scopre che la vera inciviltà sta altrove.
E' ciò che ho pensato anch'io: ma con tutti i bambini da adottare proprio quelli del congo volevate?? Non vi basta vedere come si comportano poi? Hai voglia a civilizzarli fin da piccoli, il dna non lo puoi modificare...
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