giovedì 11 aprile 2013

Niente è gratis...


«Spesso diamo la democrazia come scontata. Ma non lo è». Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, dopo avere visitato oggi a Torino il Museo della Resistenza. «Mi ha toccato molto», ha aggiunto: «questo è un luogo in cui devono essere portati i giovani, perché è qui che si impara il senso della democrazia». La presidente Boldrini, insieme al sindaco Piero Fassino, ha visitato il museo ascoltando le spiegazioni del presidente, Gian Maria Ajani, del direttore Guido Vaglio e del presidente del comitato scientifico, Vladimiro Zagrebelsky, informandosi, tra l’altro, sulle iniziative che il sodalizio culturale intraprende per le scuole e scambiando commenti sulla proliferazione di messaggi di contenuti neofascisti sul web e i social network. Alla fine del percorso si è fermata davanti all’ampia parete in cui i visitatori attaccano i loro post it ( ce ne sono migliaia) e ne ha lasciato uno scritto di suo pugno: «Questo museo fa capire il senso della democrazia». All’ingresso la presidente era stata accolta dall’avvocato e partigiano Bruno Segre. Boldrini, durante la visita, ha anche definito «un grande dono» i racconti di testimoni diretti come i sopravvissuti dai campi di prigionia, sottolineando che questi loro ricordi, capaci di rinfocolare grandi sofferenze, devono essere rispettati e recepiti «per conservare e tramandare una memoria condivisa»: raccoglierli solo «per avere una storia in più è un po’ come rubare».

L’IDEA DI “POLITICA GRATIS” È UTOPIA NEGATIVA: La presidente della Camera ha aperto poi i lavori della kermesse con una riflessione sull’attualità: «L’idea della politica gratis è un’utopia negativa, un modello che dobbiamo smettere di inseguire anche se esso conta ancora su notevoli sostegni mediatici». «La politica - ha proseguito - non può essere raffigurata solo o principalmente come la competizione tra chi taglia di più i costi. Ed è una banalità quella che fa i conti degli euro che si `sprecherebbero´ in ogni seduta parlamentare, come se il confronto tra le posizioni, l’approfondimento anche faticoso dei problemi, fosse una permanente dissipazione di tempo e di denaro».

UN MONDO MENO ARMATO: Per la presidente , il dibattito sulla riduzione delle spese militari «fino a ieri considerato `ideologico´ ha assunto oggi la concretezza di un bivio: l’utopia di un mondo meno armato si è finalmente spogliata di ogni astrattezza per diventare stringente discussione su una possibile destinazione alternativa delle risorse pubbliche».

Boldrini riceve i profughi. “Solleciterò il governo”

«Delusi», nonostante l’incontro con la presidente della Camera, a Torino per inaugurare Biennale Democrazia: il primo in assoluto in Italia fra un’alta autorità dello Stato e i profughi del progetto Emergenza Nord Africa. I duecento migranti speravano in qualcosa di più: dopo il corteo da Porta Nuova al teatro Regio, scandendo lo slogan di «casa, reddito e dignità per tutti», i migranti avrebbero voluto leggere dal palco la lettera indirizzata a Laura Boldrini. Alla fine della lectio magistralis che ha aperto questa edizione della Biennale, la presidente, a lungo portavoce dell’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, ha ricevuto una delegazione di venticinque migranti - anche donne e bambini - fra i quali alcuni dei 420 che da sabato 30 marzo occupano l’ex villaggio olimpico in via Giordano Bruno.

«Riferirò al Ministro»: «Boldrini ha detto che porterà all’attenzione del ministro le nostre istanze, fra cui il problema della residenza - hanno riportato i migranti dopo l’incontro a porte chiuse in teatro -. Però siamo delusi. Tutto ci aspettavamo tranne un “riferirò”». Il sindaco Fassino, anche lui presente, si è detto speranzoso che l’occupazione dell’ex villaggio olimpico non inneschi un meccanismo a catena. «Fassino ha aggiunto che la Città potrebbe farsi carico dei corsi di italiano per i migranti», ha riferito un presente all’incontro.

Il giudizio sull’Emergenza: Il progetto Emergenza Nord Africa «non ha funzionato». È stato il giudizio esplicito della presidente della Camera Boldrini, nell’incontro con i profughi nordafricani che protestavano per chiedere assistenza. Per la terza carica dello Stato, il progetto «ha dimostrato criticità che sono sotto gli occhi di tutti. L’uso di enormi risorse non ha portato ai risultati dovuti, sono stati fatti accordi con enti che non avevano le competenze e non è stato legato il soggiorno ai servizi, che spesso non sono stati dati. È stata una grande disfunzione da parte di tutti, mi dispiace molto». La presidente aveva già espresso una velata critica nel primo pomeriggio, all’uscita dal vertice in prefettura con i rappresentanti del Comune di Torino e una quindicina di associazioni che seguono i migranti. «Da questa accoglienza che è stata non tutta positiva, spero si possa capitalizzare sulle cose che hanno funzionato», aveva detto Boldrini. Poi, al Museo della Resistenza, la presidente ha ricordato come «la democrazia non sia affatto scontata», anche nel nostro Paese. Ha quindi attaccato il suo post-it sul muro dei visitatori: «Questo museo fa capire il senso della democrazia».

Un altro tipo di accoglienza: La proposta della presidente per rimediare ai danni provocati dalla gestione dell’Emergenza Nord Africa: «Un grande Paese come l’Italia può far fronte a flussi migratori consistenti basta investire di più nello Sprar», ovvero nel sistema di protezione dei richiedenti asilo gestito attraverso una rete di enti locali. «Speriamo - ha aggiunto Boldrini - che il sistema di accoglienza dei Comuni possa diventare un po’ più ampio, perché ospitare 3 mila persone non è realistico, bisogna investire di più in questo sistema che c’è ed è strutturato, e mi auguro che si possa arrivare a dei numeri più realistici». A tale proposito Boldrini ha spiegato che lo scorso anno in Italia «ci sono state 15 mila domande di asilo, un numero molto esiguo rispetto ad altri paesi europei».

La critica al Paese: «Ogni volta che ci sono dei flussi migratori consistenti è come se in Italia si dovesse ricominciare sempre un po’ da zero. E invece ci sono state delle pratiche su cui bisognava investire forse un po’ di più», ha quindi concluso la presidente.

L’accenno nella lectio: Nella lectio Boldrini ha ricordato come debba il suo percorso anche a quelle «silenziose e tenaci utopie a cui ho cercato di dar voce per più di vent’anni, dal diritto degli ultimi alla fame di speranza e di vita di chi si è messo in viaggio senza sapere se mai sarebbe arrivato. Penso alle centinaia di migliaia di migranti e rifugiati a cui l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite prova ogni giorno a restituire dignità e futuro».

4 commenti:

Johnny 88 ha detto...

Ovvio che nulla è gratuito, men che meno gli emolumenti della comunista in tailleur che praticamente da sempre vive alle spalle degli altri.

Eleonora ha detto...

Tanto poi, il suo stipendio milionario e i profughi li paghiamo noi, no?

Io Leggo Solo Feltri ha detto...

Sprar... per chi non lo sapesse sono progetti finanziati con soldi pubblici che prevedono per il "profugo"

1. casa gratis per tutta la durata dell'esame della richiesta di asilo
2. formazione professionale
3. corsia preferenziale nelle assunzioni

Lo vada a dire ai funerali degli italiani che si ammazzano perchè esodati, perchè a 40 anni non ti assume più nessuno, perchè vessati dalle cartelle esattoriali, che bisogna investire più negli Sprar!

Eleonora ha detto...

Un pò ot, intanto il governo si prepara a varare un decreto legge che dimezzerà i risarcimenti ai sinistri con vittime che resteranno invalide. Sentito proprio poco fa sul programma di santoro.