lunedì 24 dicembre 2012
L'agenda monti
Un paio di commenti: "Non c'è stato finora nessuno che abbia avuto il coraggio di smentire che tutti i dati dell'economia italiana sono peggiorati drammaticamente nell'ultimo anno. Quindi, se è vero che Monti ha preso in mano il paese che stava male, è altrettanto vero e incontrovertibile che lo ha lasciato che sta PEGGIO. Ora con che faccia tosta si presenta a recitare la parte del salvatore della patria? Capisco che che i paesi concorrenti dell'Italia siano entusiasti delle sue capacità di esecutore fallimentare, visto che possono ormai comprarci a prezzi di saldo, ma che ci siano Italiani che si innamorino di un un personaggio simile, rimane un mistero della fede."
"Un'agenda che avrebbe scritto qualsiasi amministratore di condominio: l'unico punto degno di nota (tra l'altro presente in tutti i programmi) è la riduzione del deficit, non una riga però sulle questioni etiche, se vuole scuole private o scuole pubbliche, sul fine vita... Ma non vedete che Monti è lo specchio per allodole messo lì da Bertone, Bagnasco, Casini & co? L'ingenuità ed il poco spessore intellettuale degli elettori italiani mi stupisce sempre di più..."
E' un documento snello, di appena 25 pagine, pubblicato in tarda serata su un sito ad hoc: www.agenda-monti.it. Contiene una serie di azioni programmatiche, alcune delle quali da attuare nei primi 100 giorni del prossimo governo. Un'agenda - come l'hanno definita in molti - con una serie di dati macro-economici che forniscono la cartina di tornasole sull'attuale situazione italiana, delineando il perimetro entro il quale si muoverà il prossimo esecutivo tra il pareggio di bilancio strutturale (messo nero su bianco anche nella Costituzione italiana) e la necessità di ridurre lo stock di debito pubblico di un ventesimo all'anno (ora oltre il 120% del Pil) per venire incontro ai desiderata della Ue, sancite dal Fiscal Compact.
L'INCIPIT - La premessa è sostanziale e ricalca perfettamente il carattere di Monti. Quell'incipit «non appena le condizioni generali lo consentiranno» richiama alla lontananza (antropologica) del suo personaggio da quello del venditore di fumo e imbonitore, demagogo e politicante di professione, che promette e poi non mantiene. Ma quel occorre impegnarsi «per ridurre il prelievo fiscale complessivo dando precedenza a lavoro e impresa», denota il sostanziale passaggio alla Fase 2, quella non attuata dal premier anche per le resistenze parlamentari e la breve esperienza temporale di Monti al timone del Paese.
I CONTI PUBBLICI - Nel testo c'è la considerazione - condivisa anche dall'ormai ex premier - degli enormi sacrifici fatti dagli italiani per rimettere in carreggiata il Paese: «L'aggiustamento fiscale compiuto quest'anno a prezzo di tanti sacrifici degli italiani ha impresso una svolta. Con l'avanzo primario raggiunto, il debito è posto su un sentiero di riduzione costante a partire dal prossimo anno. Per questo, se si tiene la rotta, ridurre le tasse diventa possibile». «Per la prossima legislatura - riporta il testo appena diffuso - occorre un impegno a ridurre il prelievo fiscale su lavoro e impresa. Anche trasferendo il carico corrispondente su grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio». Ecco qui l'ipotesi di una progressiva riduzione del cuneo fiscale sul lavoratore e sulle imprese, attuabile (forse) con una tassa patrimoniale di difficile applicazione e il rischio (enorme) di una fuga di capitali all'estero.
IL MERCATO DEL LAVORO - Nelle venticinque pagine anche il tema-lavoro: «La riforma del mercato del lavoro rappresenta un passo avanti fondamentale del nostro Paese verso un modello di flessibilità e sicurezza vicino a quello vincente realizzato nei Paesi scandinavi e dell'Europa del nord. Non si può fare marcia indietro. Serve monitorare l'attuazione delle nuove norme per individuare correzioni possibili e completare le parti mancanti, ad esempio quelle relative al sistema di ammortizzatori sociali, al contenuto di formazione dell'apprendistato o alle politiche attive del lavoro e all'efficacia dei servizi per l'impiego». Anche qui un sostanziale sostegno all'impianto della riforma Fornero, la necessità di verifiche costanti sull'operatività delle norme e l'ammissione di un richiamo maggiore alle politiche attive del lavoro (quelle inerenti la ricollocazione del lavoratore in esubero), finora dimenticate per rispondere all'emergenza del quotidiano. In attesa dell'Aspi nel 2015, l'assicurazione sociale per l'impiego, che diventerà l'ammortizzatore universale ampliando la platea (potenziale) di destinatari.
Fabio Savelli
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2 commenti:
Lo sai a chi penso? A tutti quei fini politologi (anche di destra) che quando questo dracula è apparso all'orizzonte lo hanno idolatrato, incolpando delle scelte non liberali i partiti in Parlamento. E ora? Chi gliel'ha scritta l'agenda? I partiti della maggioranza bulgara che ha avuto? Gli stessi che hanno telecomandato le manine della Fornero a tapparsi le orecchie qualche giorno fa? Ma non è che questi tecnici magari erano e sono sempre stati una manica di infami, e che questo era chiaro sin dal primo giorno a chi lo sapeva vedere senza occhi foderati di prosciutto?
Elly, ne approfitto e ti lascio qui i miei auguri di Buon Natale :)
Ecco chi gliel'ha scritta l'agenda Monti: il piddino renziano Pietro Ichino:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-sputtanato-dallo-scoop-di-dagospia-il-senatore-renziano-pietro-ichino-costretto-ad-ammettere-48554.htm
Ciao Elly e Buon Natale!
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