Il procedimento «è complesso» ha subito precisato il ministro Enrico Giovannini. Ma che gli uffici del dicastero siano a lavoro, è innegabile. La questione su cui si è messo in moto l’ex presidente Istat è cercare una soluzione per eliminare, in futuro, il problema esodati. Come? Anticipando l’assegno previdenziale rispetto all’età di pensionamento prevista dalla riforma Fornero. «Stiamo lavorando — ha puntualizzato il ministro del Lavoro a margine di una conferenza stampa all’Inail — sugli aspetti tecnici. Il procedimento è complesso. Può prevedere anche il contributo da parte delle aziende. L’idea è di avere una contribuzione da parte di tutti e tre i soggetti (lavoratore, impresa ma anche Stato, ndr) ma ci deve essere robustezza finanziaria».
IL PIANO - Il piano che ha in mente Giovannini potrebbe essere una soluzione per quella platea di italiani che, rimasti senza lavoro e senza i requisiti per la pensione, si sono trovati in una situazione di particolare gravità. Gli esodati sono stati la principale conseguenza della Riforma Fornero che alla fine del 2011 ha introdotto, tra le altre cose, un innalzamento dell’età pensionabile. I lavoratori che avevano perso il posto o si erano licenziati in vista della pensione che sarebbe scattata per loro nel 2012, si erano trovati improvvisamente con una riforma che cambiava le carte in tavola. Un pasticcio che il governo non vuole più ripetere. E per questo in futuro, esaurite tutte le soluzioni già possibili (ammortizzatori sociali, mobilità etc etc...), Giovannini sta studiando un prestito pensionistico garantito da aziende e Stato. Prestito che successivamente, una volta ricevuto il primo assegno previdenziale, dovrebbe essere restituito dal lavoratore.
IL PRESTITO - Il procedimento sembrerebbe simile, almeno in questa fase progettuale, a quello del prestito d’onore per gli studenti a cui viene concessa una linea di credito da rimborsare al primo contratto di lavoro. Doveroso l’uso del condizionale. E non solo perché, come ha spiegato Giovannini, il piano dev’essere «robusto dal punto finanziario e giuridico» (sono necessarie le risorse economiche delle aziende) ma anche perché dovrà essere accettato dalle «parti sociali». Non si tratterà comunque, ha voluto precisare il dicastero di Giovannini, di una controriforma pensionistica o di un sistema che violerà le regole della riforma Fornero.
I COMMENTI - «Ci fa piacere che il Governo stia lavorando in queste ore per elaborare una proposta robusta che eviti il formarsi di nuovi esodati — ha commentato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera —. Adesso, che anche il governo parla di un anticipo del pensionamento rispetto agli attuali tetti, si tratta di capire nel merito quale sarà la proposta». Poi la nota del ministero. «Si ribadisce — ha fatto sapere il dicastero guidato da Giovannini — che l’ipotesi alla quale si sta lavorando non modificherebbe le regole pensionistiche attualmente esistenti, ma offrirebbe uno strumento aggiuntivo cui si accederebbe su base volontaria, con il possibile coinvolgimento delle imprese, come già avviene nei casi previsti dalla legge per le aziende di maggiori dimensioni».
LA LEGA - L’idea del ministro ha messo in sobbuglio Lega Nord Lombardia, che ha rivendicato la paternità del progetto. «Il ministro del Lavoro Giovannini copia i provvedimenti che Regione Lombardia da mesi sta già adottando per il problema esodati — ha fatto sapere il consigliere lombardo Pietro Foroni —. Le sue dichiarazioni fanno riferimento a un prestito d’onore. Noi lo stesso provvedimento lo stiamo già discutendo da tempo e proprio una mia mozione che sta per essere discussa oggi, in consiglio regionale, obbligherà la Giunta ad attivarsi in tal senso, concedendo a qualche centinaio di lavoratori un prestito garantito dalla Regione i cui interessi verranno assorbiti dall’ente».
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