Il governo dei record. Negativi, ovviamente. Mentre il premier Enrico Letta si trova in Messico per siglare importanti accordi, la Banca d'Italia certifica un nuovo fallimento dell'esecutivo in carica. Lo scorso novembre il debito della macchina statale è, infatti, aumentato di 18,7 miliardi: raggiunge così un nuovo massimo storico superando i 2.104 miliardi di euro. A questo si aggiunge il dato negativo delle entrate tributarie che, nei primi undici mesi del 2013, sono in marginale calo. Nonostante il governo Letta abbia inasprito la pressione fiscale, le entrate si sono attestato sopra i 339 miliardi di euro, contro i 340,7 miliardi registrati nello stesso periodo del 2012. Secondo gli analisti di via Nazionale l’aumento del debito pubblico è riconducibile principalmente al fabbisogno del mese (6,9 miliardi) e all’aumento a 11,5 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro che hanno raggiunto 59 miliardi. "Come negli anni passati - fanno notare dalla Banca d'Italia - nel mese di dicembre è molto probabile che il debito si sia fortemente ridotto, riflettendo un consistente avanzo e il netto calo delle disponibilità liquide del Tesoro, tornate a fine anno poco al di sopra del livello di fine 2012". Nei primi undici mesi del l’incremento del debito a 114,6 miliardi di euro ha riflesso principalmente il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, che si aggira intorno ai 90,2 miliardi, e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro che, invece, si attesta sui 24,6 miliardi. Per quanto riguarda il fabbisogno, gli analisti di via Nazionale hanno fatto presente che ha inciso per 12,8 miliardi il sostegno finanziario ai Paesi dell'Eurozona. "In particolare - si legge nel report - la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility è stata pari a 6,7 miliardi". I versamenti della terza e quarta tranche della sottoscrizione del capitale dell'European Stability Mechanism (Esm), effettuati nei mesi di aprile e ottobre, sono stati complessivamente pari a 5,7 miliardi. Dal 2010 il contributo italiano al sostegno finanziario ai Paesi dell’Eurotower è stato pari a 55,1 miliardi, di cui 33,6 miliardi riguardanti la quota dell’Italia dei prestiti dell’European Financial Stability Facility (Efsf), 11,5 riguardanti la sottoscrizione del capitale dell’Esm e 10 miliardi relativi ai prestiti bilaterali in favore della Grecia (la cui erogazione è terminata alla fine del 2011).
martedì 14 gennaio 2014
Debito pubblico italiano e salvastati ue
Nuovo record del debito pubblico: pesa il sostegno ai fondi Ue "salva Stati". Sull'ennesimo incremento pesa il sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro. Dal 2010 il contributo italiano è stato oltre i 55 miliardi di Sergio Rame
Il governo dei record. Negativi, ovviamente. Mentre il premier Enrico Letta si trova in Messico per siglare importanti accordi, la Banca d'Italia certifica un nuovo fallimento dell'esecutivo in carica. Lo scorso novembre il debito della macchina statale è, infatti, aumentato di 18,7 miliardi: raggiunge così un nuovo massimo storico superando i 2.104 miliardi di euro. A questo si aggiunge il dato negativo delle entrate tributarie che, nei primi undici mesi del 2013, sono in marginale calo. Nonostante il governo Letta abbia inasprito la pressione fiscale, le entrate si sono attestato sopra i 339 miliardi di euro, contro i 340,7 miliardi registrati nello stesso periodo del 2012. Secondo gli analisti di via Nazionale l’aumento del debito pubblico è riconducibile principalmente al fabbisogno del mese (6,9 miliardi) e all’aumento a 11,5 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro che hanno raggiunto 59 miliardi. "Come negli anni passati - fanno notare dalla Banca d'Italia - nel mese di dicembre è molto probabile che il debito si sia fortemente ridotto, riflettendo un consistente avanzo e il netto calo delle disponibilità liquide del Tesoro, tornate a fine anno poco al di sopra del livello di fine 2012". Nei primi undici mesi del l’incremento del debito a 114,6 miliardi di euro ha riflesso principalmente il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, che si aggira intorno ai 90,2 miliardi, e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro che, invece, si attesta sui 24,6 miliardi. Per quanto riguarda il fabbisogno, gli analisti di via Nazionale hanno fatto presente che ha inciso per 12,8 miliardi il sostegno finanziario ai Paesi dell'Eurozona. "In particolare - si legge nel report - la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility è stata pari a 6,7 miliardi". I versamenti della terza e quarta tranche della sottoscrizione del capitale dell'European Stability Mechanism (Esm), effettuati nei mesi di aprile e ottobre, sono stati complessivamente pari a 5,7 miliardi. Dal 2010 il contributo italiano al sostegno finanziario ai Paesi dell’Eurotower è stato pari a 55,1 miliardi, di cui 33,6 miliardi riguardanti la quota dell’Italia dei prestiti dell’European Financial Stability Facility (Efsf), 11,5 riguardanti la sottoscrizione del capitale dell’Esm e 10 miliardi relativi ai prestiti bilaterali in favore della Grecia (la cui erogazione è terminata alla fine del 2011).
Il governo dei record. Negativi, ovviamente. Mentre il premier Enrico Letta si trova in Messico per siglare importanti accordi, la Banca d'Italia certifica un nuovo fallimento dell'esecutivo in carica. Lo scorso novembre il debito della macchina statale è, infatti, aumentato di 18,7 miliardi: raggiunge così un nuovo massimo storico superando i 2.104 miliardi di euro. A questo si aggiunge il dato negativo delle entrate tributarie che, nei primi undici mesi del 2013, sono in marginale calo. Nonostante il governo Letta abbia inasprito la pressione fiscale, le entrate si sono attestato sopra i 339 miliardi di euro, contro i 340,7 miliardi registrati nello stesso periodo del 2012. Secondo gli analisti di via Nazionale l’aumento del debito pubblico è riconducibile principalmente al fabbisogno del mese (6,9 miliardi) e all’aumento a 11,5 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro che hanno raggiunto 59 miliardi. "Come negli anni passati - fanno notare dalla Banca d'Italia - nel mese di dicembre è molto probabile che il debito si sia fortemente ridotto, riflettendo un consistente avanzo e il netto calo delle disponibilità liquide del Tesoro, tornate a fine anno poco al di sopra del livello di fine 2012". Nei primi undici mesi del l’incremento del debito a 114,6 miliardi di euro ha riflesso principalmente il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, che si aggira intorno ai 90,2 miliardi, e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro che, invece, si attesta sui 24,6 miliardi. Per quanto riguarda il fabbisogno, gli analisti di via Nazionale hanno fatto presente che ha inciso per 12,8 miliardi il sostegno finanziario ai Paesi dell'Eurozona. "In particolare - si legge nel report - la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility è stata pari a 6,7 miliardi". I versamenti della terza e quarta tranche della sottoscrizione del capitale dell'European Stability Mechanism (Esm), effettuati nei mesi di aprile e ottobre, sono stati complessivamente pari a 5,7 miliardi. Dal 2010 il contributo italiano al sostegno finanziario ai Paesi dell’Eurotower è stato pari a 55,1 miliardi, di cui 33,6 miliardi riguardanti la quota dell’Italia dei prestiti dell’European Financial Stability Facility (Efsf), 11,5 riguardanti la sottoscrizione del capitale dell’Esm e 10 miliardi relativi ai prestiti bilaterali in favore della Grecia (la cui erogazione è terminata alla fine del 2011).
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