I due clan rivali si sono incontrati, per puro caso, nel parcheggio dell’ospedale San Raffaele. Sono volate le prime ingiurie, poi sono arrivati i parenti armati di spranghe ed è scoppiata una maxi rissa, terminata con un uomo a terra con la testa spaccata. Sono finiti in manette in sette, tre uomini del clan Braidic (di cui uno deceduto poche ore dopo) e quattro dei De Ragna. Le due famiglie rom sono storicamente nemiche e in lotta per la supremazia nei campi nomadi milanesi, quello di via Idro e quello di via Chiesa Rossa. Un passato di faide, litigi, pestaggi, dispetti tra le donne. Il 28 gennaio nel campo nomadi c’era stata una sparatoria ed era intervenuta la polizia, che era stata presa a sassate.
LA RISSA - Lo scontro è avvenuto mercoledì mattina alle 11. Secondo quanto ricostruito dagli agenti, una ventina di esponenti dei clan rivali rom si sono incontrati per caso nel parcheggio dell’ospedale. Una delle famiglie accompagnava una donna dall’oculista, l’altra assisteva un altro parente che doveva fare una visita. Da un violento confronto verbale è partita la rissa, alla quale hanno partecipato circa una ventina di persone, alcuni avvisati tramite il cellulare e accorsi sul posto armati di bastoni. Anche una spranga del cancello è stata divelta e usata come arma. Luca Braidic, 49 anni, è finito a terra: ricoverato in prognosi riservata, è deceduto in serata. Ferito Marco De Ragna, di 46 anni.
GLI ARRESTI - Alcuni agenti di polizia in borghese hanno sentito le urla delle donne, hanno chiamato rinforzi e sono riusciti ad arrestare sette persone: oltre ai due feriti, in manette i fratelli Niko e Mirko Braidic, di 28 e 29 anni, e tre fratelli del clan rivale, Kevin, Sean e Valentino De Ragna, di 18, 22 e 27 anni. Sarebbe stato proprio il 18enne Kevin a sferrare il colpo di spranga mortale: è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
LA FAIDA - L’ultimo arresto per la storica rivalità tra i due clan risale al 23 settembre scorso, quando è finito in manette un 17enne. Le indagini della polizia , partite dalla sparatoria del 28 gennaio 2013, avevano già portato a tre arresti nei mesi scorsi; tra di loro il cosiddetto «principe» del campo, Diego Braidic, che ha svelato i retroscena di quella sparatoria. L’ondata di violenza nacque perché il clan di nomadi colpito (i De Ragna) «infastidiva» il clan aggressore (i Braidic) nella quotidianità del campo rom. False le dichiarazioni a proposito di un ragazzino che aveva messo gli occhi su una giovane di un’altra famiglia del campo: si trattava di una vera e propria faida per la supremazia, che tuttora prosegue con tragiche conseguenze.
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