mercoledì 20 gennaio 2021

La verità liquida

Si è portati a credere che la verità sia un qualcosa di preciso, unico, intoccabile: se una cosa è vera, lo è in senso assoluto. Eppure è assai curioso constatare che non c'è nulla di più plasmabile della verità. Essa è un liquido che assumerebbe dieci forme diverse se la versassimo in dieci contenitori dissimili. E quei contenitori siamo noi, cacciatori bisognosi di certezze, capaci di osservare un qualsiasi evento e raccontarlo in modo del tutto personale. Dunque ciò che per me è una penna per altri potrebbe essere un rinoceronte. Prendete ad esempio l'insediamento di Biden. Ho letto un post in cui si esaltava l'eleganza di Obama e Michelle e la passione che scaturiva da quel tenersi per mano che tanto piace ai romanzieri social sempre desiderosi di far sapere di appartenere ad una certa fazione politica. Eppure non importa che proprio le mani della sua presidenza siano insanguinate delle innumerevoli morti di civili in Yemen, Somalia o Pakistan. Il suo ammiratore vedrà in lui solo il bene, il potere della democrazia, il ricordo di uno dei migliori Presidenti della storia americana. 


Prendete ad esempio Di Maio che nel 2017 chiamava "voltagabbana" quelli che ora chiama "responsabili". Oppure quel "mai col PD" velocemente finito nel dimenticatoio, laddove non più necessario. Se questa è verità per me, non lo è per una schiera di grillini che hanno costruito un comparto stagno nella loro testa in cui ogni allusione al tradimento viene respinta all'istante. Ed è così che questa gente finisce per narrare una verità in cui tutti gli altri partiti sono ladri, corrotti, nonostante il M5S abbia costruito e stia costruendo tutt'ora governi assieme ad essi. Inutile provare a farlo notare, perché una verità costruita su menzogne è inviolabile se quelle menzogne aiutano a sopravvivere. Prendete ad esempio un Premier che si trova a proprio agio nel migrare da un Governo sovranista ad uno europeista, come si passa dal soggiorno alla cucina, rinnegando le decisioni assunte in precedenza. Ciò che la ratio chiamerebbe "opportunismo" verrà decodificato come "grande capacità di adattamento per il bene del Paese" se il tifo prende il sopravvento e si arrocca dietro allo scudo di un sapere eretto per resistere nel tempo.


Prendete ad esempio il tentativo di far notare che l'UE, nonostante sia stata danneggiata dal silenzio della Cina (unico Stato che vanta una crescita del PIL nel 2020), non abbia mai avuto il coraggio di riversare la sua rabbia verso di essa. Se l'informazione tace sulle colpe di una dittatura, il mancato flusso di notizie si trasformerà in una realtà in cui la Cina non ha nulla a che vedere con ciò che stiamo vivendo. Ed ecco il partner ideale della verità: l'informazione. Un veicolo capace di costruire mondi, non di raccontare mondi. Essa dona frutti che alcuni colgono, altri no, provocando reazioni distanti l'una dalle altre, mosse paritariamente da ciò che stabiliamo sia veritiero affinché non smetta di funzionare la fabbrica delle nostre certezze che, per altri, potrebbero essere fesserie. Se dunque è vero (o forse no, a questo punto) che ogni singolo individuo vede solo ciò che ha voglia di vedere, lo è anche il fatto che la verità è una merce decisamente sopravvalutata, senza la quale è possibile svegliarsi serenamente. Infatti, non di verità molti necessitano, ma dell'illusione della verità.


Giovy Novaro

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