venerdì 8 agosto 2014

Il criminale


Se metti in acqua diciotto barche con buchi sotto la chiglia e queste iniziano ad affondare, mi sembra ridicolo che tutti puntino lo sguardo su quella che affonda più in fretta, piuttosto che considerare il fatto che sono state tutte costruite da incompetenti, ed è il cantiere cialtrone che va chiuso. Mario Draghi regge il cantiere Eurozona dove tutti, e tutto, sta affondando, ma gli viene comodo imbrogliare i media e il pubblico puntando il dito sulla barca Italia che affonda un po’ più delle altre. La crescita dell’Eurozona, dopo 14 anni di gran promesse, è pietosa, non riesce mai a superare quel triste zero virgola, mentre la Gran Bretagna cresce come basilico al sole; la deflazione europea è fuori controllo, cioè i prezzi crollano di minuto in minuto perché non c’è domanda, e tutti i gran proclami di Draghi per frenare questa valanga sono stati accolti dai mercati e dai consumatori come ridicolaggini, fra l’altro disoneste perché tutte tese solo a favorire speculazioni finanziarie; le cosiddette “riforme” tanto invocate da Draghi come pozione magica di salvezza, non hanno salvato nessuno dei Paesi che le hanno fatte: Finlandia (ottavo mese a crescita zero), Olanda (terza recessione dal 2009), Francia (record disoccupazione e crollo immobiliare + manifatturiero storici), Belgio (consumi a tasso negativo, crescita 0, commissariato dalla UE) e Germania (crollo ordini industriali a -4%, PIL in calo, stipendi stagnanti da 10 anni, il suo calo di domanda interna deprime tutto l’export europeo). Poi le gloriose riforme di Draghi e dell’Eurozona hanno infilato nella calza della Befana anche il più alto tasso di disoccupazione europea dalla nascita dell’euro (Eurostat). Vi basta? Ah! Dimenticavo, le banche, proprio quelle regolamentate da Mario Draghi che oggi dispensa ricette severe su come curarci. Bé, la maggioranza delle banche europee sono marce, ma veramente, cioè di fatto fallite. Leggete bene:

A) La Bank of International Settlements ci dice in un rapporto che “le banche in Europa non sono riuscite a rimediare alla loro catastrofica esposizione a prestiti che saranno inesigibili perché gli indebitati sono al collasso”. E  il collasso è proprio opera della Troika di Draghi e delle sue Austerità, come ormai ammettono anche Goldman Sachs e gli Hedge Funds.

B) Reuters ci dice che le stesse banche europee con buchi contabili che si vedono dalla Luna, hanno prestato 3.000 miliardi di dollari ai Mercati Emergenti, e che sarà difficile che li riavranno indietro… Poi indovinate a chi, per questo motivo, le medesime banche diranno no al mutuo o al finanziamento? A voi, a voi, e infatti registriamo il più alto declino nei prestiti bancari alle famiglie dal 2008.

C) Il 90% dello strombazzato calo dello spread e degli interessi sui titoli di Stato dei Paesi come Spagna, Irlanda o Italia, ci dice uno studio di Bloomberg, non è dovuto a reali progressi dell’economia di quegli Stati, ma ai trucchi speculativi di Mario Draghi alla BCE. Quindi aria fritta, che Renzi oggi usa per infinocchiare i soliti poveri italiani.

D) E gran finale, il Financial Times ci informa che le banche più fallite di tutta l’Europa non sono quelle spagnole o italiane, ma quelle tedesche.

Ora, mi si perdoni se a fronte di questo sfacelo mi sento di scrivere all’esimio Draghi un plateale “stattene zitto”. Chi legge la stampa finanziaria internazionale sa che Mario Draghi è costantemente citato come il peggior governatore di Banca Centrale della Storia. Ci si chieda: perché l’Italia della metà degli anni ’90 – che non  faceva la riforme di Draghi, che non strisciava supina di fronte a Bruxelles, che usava la spesa pubblica molto ma molto più di oggi… perché veniva definita da Standard & Poor’s come “economia leader d’Europa”? Allora Mario, che ci rispondi? Avevamo l’Eurozona allora? No. Avevamo invece il triplo della spesa pubblica di oggi, che come i veri economisti sanno è l’attivo di tutto il settore privato di cittadini e aziende. Oggi la folle dittatura delle Austerità  ha stroncato la spesa pubblica, e stroncati affondiamo. Tutto qui.

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