Due bimbe di quattro e dieci anni sono state sottoposte all'infibulazione. La mutilazione dei genitali è stata decisa dai genitori, entrambi di origine nigeriana ma residenti in un piccolo centro della provincia di Perugia, che per questo sono stati messi agli arresti domiciliari dai carabinieri. Concorso in lesioni personali aggravate il reato ipotizzato a loro carico. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore perugino Massimo Casucci sta ancora cercando di delineare i contorni della vicenda.
I due coniugi hanno ammesso con gli investigatori di avere sottoposto le figlie alla pratica nel corso di un viaggio in Nigeria. Sono stati però arrestati in quanto le bambine sono nate e residenti in Italia. "La legge numero sette del 9 gennaio del 2006 - hanno ricordato gli stessi investigatori - ha infatti introdotto un articolo specifico per le pratiche di mutilazioni degli organi genitali femminili". Prevedendo la reclusione da quattro a 12 anni per chiunque in assenza di esigenze terapeutiche la cagiona. Gli accertamenti dei carabinieri del comando provinciale di Perugia, guidato dal colonnello Angelo Cuneo, sono stati avviati dopo una normale visita delle figlie della coppia del medico di una Asl fuori dall’Umbria. È stato lui ad accorgersi delle mutilazioni e a rivolgersi ai servizi sociali che a loro volta hanno allertato i militari.
Secondo gli investigatori, i coniugi sono "sicuramente soggetti a condizionamento geografico-culturale". I due risiedono comunque regolarmente in provincia di Perugia dove lavorano. Entrambi sono risultati incensurati. Una famiglia "ben inserita" nel territorio sociale e integrata con esso. Tra i particolari ancora da chiarire quando sia stata praticata l’infibulazione. Per questo le indagini continuano "con il massimo impegno" per arrivare a chi ha materialmente eseguito la pratica. Anche se, come detto, questo è avvenuto all’estero. "L’infibulazione è di fatto la peggior forma di mutilazione del corpo femminile", ha spiegato Saverio Arena, ginecologo dell’ ospedale di Perugia. La donna viene generalmente sottoposta alla pratica "da piccola e poi così presentata al futuro marito". "Il danno è una forte menomazione della donna - ha spiegato ancora il dottor Arena - e ad essa si associa una grande compromissione della sensazione di piacere".
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