giovedì 14 marzo 2013

MoVimento 5 stelle (e striscie)...

5 stelle e striscie: america loves Casaleggio di Paolo Mastrolilli per "La Stampa"

Nuovi incontri riservati tra emissari USA e la mente del M5s - Casaleggio ha parlato come un imprenditore: tagli ai costi della politica, meno tasse e burocrazia, agevolare le aziende e riformare la giustizia civile – I media stranieri convinti che solo il suo “strappo” può smuovere l’Italia…

Il rapporto tra gli Stati Uniti e Beppe Grillo non è una novità: i contatti diretti erano già cominciati nel 2008, all'epoca del "Vaffa Day", con l'amministrazione Bush. L'ultimo successo elettorale però lo ha trasformato in un interlocutore inevitabile per gli emissari di Washington, che hanno avuti diversi contatti con lui anche nei giorni scorsi. Gli Usa apprezzano la sua spinta per il cambiamento, nella speranza però che si traduca in riforme capaci di aumentare la competitività e la stabilità dell'Italia. Il primo segno tangibile dell'interesse che gli americani avevano per Grillo era emerso già il 4 aprile del 2008, quando l'allora ambasciatore Ronald Spogli aveva inviato al segretario di Stato Condoleezza Rice un rapporto in cui descriveva l'incontro avuto con l'ex comico. Il documento, che La Stampa ha pubblicato il 12 febbraio scorso, si intitolava "Pranzo con l'attivista italiano Beppe Grillo: Nessuna speranza per l'Italia".

Spogli descriveva l'attenzione del leader di M5S per il problema della corruzione, e concludeva il rapporto con una nota positiva: «Alcune delle sue idee sono utopiche e irrealistiche, ma nonostante l'incoerenza della filosofia politica, la sua prospettiva dà voce a una parte dell'opinione pubblica che non trova espressione altrove. La sua unica miscela di humour aggressivo sostenuto da statistiche e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema politico italiano». Ora sono passati quasi cinque anni, negli Stati Uniti c'è un'amministrazione diversa, ma l'attenzione è rimasta. La volontà di Grillo di dialogare solo con i media stranieri, e quindi di farsi capire all'estero, si è tradotta anche in una serie di incontri che il suo movimento ha avuto con i rappresentanti americani. Alcuni appuntamenti sono avvenuti a Milano, nei giorni scorsi, con Gianroberto Casaleggio, mente di M5S. I rappresentanti del movimento hanno spiegato nel dettaglio la loro strategia in Parlamento, che punta a dare segnali di forte discontinuità. Non intendono entrare nel governo, ma appoggiare tutti i provvedimenti che portino al taglio dei finanziamenti ai partiti, e dei costi della politica, e alla riduzione dei parlamentari.

Casaleggio ha colpito in maniera particolare, perché è apparso come un imprenditore che parla da imprenditore. Dice che in Italia bisogna tagliare le tasse, snellire la burocrazia, ridurre la pressione fiscale sulle aziende, riformare la giustizia civile per renderla più efficace, e garantire regole del mercato del lavoro meno stringenti. «Sembrava di sentire uno di Confindustria», ha commentato una fonte. La stabilità degli alleati è sempre al primo posto per Washington, e l'amministrazione Obama era contenta dei passi compiuti da Monti per salvare l'euro perché il crollo della moneta unica avrebbe effetti negativi sull'economia Usa. Alcune riforme di cui ha parlato Casaleggio, però, sono le stesse che vorrebbe Washington. Da qui l'interesse e la necessità di dialogare con una forza che vale il 25% dell'elettorato, sperando che diventi partecipe di un processo positivo.

1 commenti:

Nessie ha detto...

Bello il titolo, brava Ele! :-). Ho appena messo un commento da Foa sullo stesso tema. Ecco il testo:

AMERICA LOVES CASALEGGIO – Chissà come mai? Coraggio, anche noi siamo terra di conquista yankee, come la Libia, la Tunisia, l’Egitto, l’Iraq, l’Afghanistan e ci stanno esportando la rivoluzione in outsourcing. Verde. Come il colore dei grilli:

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/5-stelle-e-strisce-america-loves-casaleggio-52456.htm

Tu chiamala se vuoi “privatizzazione della politica”. Dopotutto siamo in austerity, no?

Avete sentito il solito binomio “anticasta” e “anticastaroli” Stella-Rizzo del Corserva come esulta nei confronti dell’altro binomio Grillo-Casaleggio?

Poi in nome del “privato è bello” si può perfino riciclare la solita “ciofeca comunista”.
Gente, qua ci vuole un fisico bestiale, per capire i loro intrugli…atlantisti. Sempre più complicati.