Nel corso della campagna elettorale lo staff del Professore sta cercando di far passare l'idea di un Mario Monti più umano e meno robotico. Dalla gag con il cane Empy alla birra sorseggiata con Daria Bignardi, dal linguaggio meno cattedratico agli slogan in politichese per raccimolare qualche voto in più. Il presidente del Consiglio Mario Monti Eppure il vero Monti viene sempre fuori: questa mattina, in un incontro organizzato dai candidati in Umbria della lista "Scelta Civica", il Professore ha spiegato senza troppi giri di parole che la politica non deve essere fatta con il cuore e deve attingere dagli insegnamenti del Bilderberg per aiutare l'Italia a uscire da un isolamento politico e culturale. Una massima che gli italiani hanno sperimentato sulla propria pelle durante il governo tecnico. Per tredici mesi il premier ha, infatti, anteposto i diktat della cancelliera Angela Merkel e le politiche austerity alle esigenze degli italiani.
mercoledì 13 febbraio 2013
Bilderberg, trilaterale... e altro
Monti - Non solo Bilderberg di Rita Pennarola
Non solo Bilderberg. O la Trilateral. Non bastavano nemmeno gli Illuminati alla collezione di Mario Monti, fin dal suo insediamento a Palazzo Chigi rimbalzato quotidianamente sul web per le sue conclamate appartenenze a logge supermassoniche mondiali. Lui, il premier, fin dal 2004 aveva fondato in Europa una compagine tutta sua. Si tratta di Bruegel, un nome che fa discutere fin dal suo primo apparire. Per Monti e i suoi, si tratta di un semplice acronimo (Brussels European and Global Economic Laboratory). Per i piu' sospettosi, evocare il grande artista fiammingo del 500, noto per la rappresentazione dei ciechi, e' l'implicito riferimento a quel panorama occulto della finanza mondiale che i cittadini non possono - e non devono mai - vedere. Ma chi e' e cosa fa Bruegel? Loro si definiscono naturalmente e senza alcun imbarazzo i filantropi dell'economia europea. Nel senso che solo grazie al loro insegnamento potremo avere nel vecchio continente i grandi economisti di domani. E giu' finanziamenti miliardari (in prima fila big pharma, con colossi come Novartis e Pfizer, poi banche come Unicredit ed UBS), economic schools in mezzo mondo, tutor prelevati dalle accademie piu' conservatrici del pianeta (anche quando la conservazione e' “di sinistra”). Tra i generosi elargitori di fondi non ci sono solo i privati, bensi' i governi di Stati come Italia, Francia, Belgio, Olanda e naturalmente la Germania.
Passiamo al board. Quando Monti lascia la carica di presidente (rimanendo padre fondatore del sodalizio), gli subentra l'ex presidente della Banca Centrale Europea Jean Claude Trichet. Fra gli italiani di prima fila ecco Vincenzo La Via, in Bruegel da lunga data ma assurto a notorieta' nazionale solo un anno fa quando Monti, diventato premier, lo chiama al suo fianco come direttore generale del Tesoro, carica che riveste tuttora. Chi e' davvero La Via? Nessun mistero, ma qualche sorpresa si', visto che si tratta di un numero uno alla Banca Mondiale, quello stesso organismo considerato artefice primo del pensiero unico e del temutissimo Nuovo Ordine Mondiale, di cui Mario Monti sarebbe tra i principali artefici, in Italia ed oltre. Ma a proposito di mondo, scorrendo la classifica 2012 dei think tank piu' influenti del pianeta resa annualmente da James G. McGann della Philadelphia University, Bruegel figura in ottava posizione su 40 compagini considerate, dietro giganti come Chatham House, che guida la lista, e ben prima di analoghe formazioni di Russia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti. Fra i pochi italiani in Bruegel non poteva non esserci Vittorio Grilli, attuale ministro dell'Economia. Infine lei, la “principessa comunista” Letizia Reichlin, figlia dei marxisti d'altri tempi Luciana Castellina ed Alfredo Reichlin.
Nel corso della campagna elettorale lo staff del Professore sta cercando di far passare l'idea di un Mario Monti più umano e meno robotico. Dalla gag con il cane Empy alla birra sorseggiata con Daria Bignardi, dal linguaggio meno cattedratico agli slogan in politichese per raccimolare qualche voto in più. Il presidente del Consiglio Mario Monti Eppure il vero Monti viene sempre fuori: questa mattina, in un incontro organizzato dai candidati in Umbria della lista "Scelta Civica", il Professore ha spiegato senza troppi giri di parole che la politica non deve essere fatta con il cuore e deve attingere dagli insegnamenti del Bilderberg per aiutare l'Italia a uscire da un isolamento politico e culturale. Una massima che gli italiani hanno sperimentato sulla propria pelle durante il governo tecnico. Per tredici mesi il premier ha, infatti, anteposto i diktat della cancelliera Angela Merkel e le politiche austerity alle esigenze degli italiani.
Quando in conferenza stampa strigliò il minsitro del Welfare Elsa Fornero per essersi lasciata scappare qualche lacrimuccia nel presentare la riforma del sistema previdenziale, Monti aveva reagito stizzito non ammettendo che ci si potesse commuovere mentre si chiedeva agli italiani di fare sacrifici per appianare parte del debito. Con la stessa tranquillità, infatti, il Professore ha reintrodotto un'imposta sull'abitazione (Imu) e ha fatto lievitare la pressione fiscale a livelli da record. Con la stessa tranquillità, ha affrontato il problema degli esodati senza mai risolverlo. Con la stessa tranquillità, ha depresso i consumi e penalizzato il mercato del lavoro. E, anziché ammettere il proprio fallimento, ha deciso di candidarsi a guidare nuovamente alla guida del Paese. Il suo segreto? "La politica deve farsi carico delle sofferenze, del malessere, del benessere di chi è governato ma la politica non deve essere fatta con il cuore", ha spiegato Monti intervenendo questa mattina a Perugia. "Quante volte a me è stato rimproverato in questo anno di non avere un cuore, o per lo meno di non avere un cuore visibile offerto alle platee", ha continuato il Professore secondo cui se i giovani non trovano lavoro è per colpa degli errori compiuti nel corso di decenni, "quando governi di vari colori pensavano che la caratteristica essenziale del governare fosse di dover essere buoni".
Secondo Monti, per tanti decenni, la politica ha cercato di dire di "sì" a tutti: "Ci sono sempre delle buone ragioni per dire 'sì' a questa o quella categoria, a questa o a quella esigenza. Quasi sempre si dice di 'sì' allargando i cordoni della borsa, cioè con la spesa pubblica. E siccome se si spende di più bisognerebbe aumentare le tasse, ma nel corso dei decenni si è pensato che forse sarebbe stato meglio acquisire i favori di quelle categorie nei confronti delle quali si spende di più, senza però acquisire gli sfavori dei contribuenti alzando le tasse, il conto è stato saldato aumentando anno dopo anno il debito pubblico". Insomma, a detta di Monti, i costi della politica non sono da imputare alla cosiddetta Casta ("Sono una piccola parte"), ma dalle "decisioni ispirate solo da interessi del brevissimo periodo, pensando alle prossime elezioni e non alle prossime generazioni". Per aiutarli a "uscire dal proprio isolamento politico e culturale", il premier vorrebbe spedire tutti i politici italiani al Bilderberg, il club di economisti e uomini della finanza che periodicamente si riunisce per esaminare la situazione economica mondiale. In realtà, nemmeno le misure prese dal premier intraprese in tredici mesi di governo tecnico sono state orientate secondo una lungimiranza che migliorasse il futuro del Belpaese. Troppo teso ad accontentare l'Unione europea e la Merkel, il Professore senza cuore ha finito per andare contro agli interessi degli italiani.
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