Chi è Sergio Mattarella? Chi è costui, cosa ci rappresenta? Ho letto distrattamente un sondaggio con un campione di oltre quarantacinquemila intervistati, in cui si chiedeva di indicare il nome del futuro presidente della repubblica. In testa c’era Prodi, se non erro – quello che ci ha portato nell’eurolager, a riprova della stupidità degli italiani – e Mattarella, semi-sconosciuto ai più, languiva in fondo alla classifica con il due virgola otto per cento. Se qualcuno voleva alla presidenza della scassatissima repubblica italiana una personalità di respiro internazionale (il solito Prodi per i soliti idioti, cioè gli italiani), Renzi con i suoi compari ha scelto diversamente. Questioni di opportunità politica e un altro colpo vincente, messo a segno per imbrogliare/imbrigliare il popolume. Un presidente debole e poco noto – per quanto adesso se ne tessano mediaticamente le lodi e se ne cantino “le gesta”, più che altro di famiglia – torna comodo per evitare brutte sorprese con le “riforme” e la legge elettorale, il cui percorso non è ancora concluso.
Sergio Mattarella, cosa sappiamo di lui? Figlio di Bernardo e fratello minore di Piersanti, democristiani di ferro del bel tempo che fu. Il fratello maggiore intortato in politica, ricordiamolo, ucciso brutalmente dalla mafia nel 1980 con otto colpi di pistola … Ma per qualche “sgarbo” fatto ai sodali o perché era contro? il dubbio rimane. I meriti personali di Sergio, ex dc, ex popolare, ex ulivo, ex margherita, socio fondatore del pd – un percorso politico sofferto, come si nota. Forse dettato dall’opportunismo? – sono sostanzialmente due. 1) Nel 1990 le dimissioni da ministro democristiano dell’istruzione con Andreotti, per protesta contro la legge di riassetto delle frequenze radiofoniche e televisive, nota come Mammì, che avvantaggiava scopertamente Berlusconi. 2) Nel 1995 la fiera opposizione a forza Italia nel partito popolare europeo, definendo la cosa un incubo. Non certo un amico fraterno del Cav e un “nazareno” entusiasta, come si nota. In ultimo, come zuccherino, alla fine del 2011 il parlamento a camere riunite lo ha nominato giudice costituzionale. Uomo di poche dichiarazioni ma dedito interamente alle istituzioni, ci fanno notare i media, che suonano la grancassa per il partito della nazione. Giurista, cristiano, antimafia, tutto di un pezzo è il messaggio per i gonzi.
Cosa abbia fatto di importante per il paese vero questa figuretta di professionista della politica, solo il cielo lo sa. Intanto su giornali, televisioni e agenzie è iniziata in automatico la sua beatificazione. Il sistema si ricompatta giubilando intorno alla luminosa figura di Sergio Mattarella, mentre noi sprofondiamo. Vediamo ora, a mio sommesso avviso, perché l’elezione di Mattarella presidente al quarto scrutino, con ben 665 voti contro i 505 richiesti, rappresenta un altro colpo riuscito, assestato con maestria contro il paese dal partito unico collaborazionista della troika. Ossia dal pd in via di espansione tentacolare, che si appresta a diventare con Renzi partito della nazione. I soliti idioti, gli italiani, alla fine, dopo un intensa campagna mediatica, si sentiranno rappresentati da Mattarella, anche se moltissimi fino a ieri non se lo “filavano” proprio. Seguiranno come sempre accade, non le salmerie, ma i sondaggi con alti gradimenti.
Anzitutto, il pd si ricompatta grantico, per l’ennesima volta, eleggendo il presidente della repubblica, dopo la sceneggiata dell’opposizione interna in occasione della legge elettorale, che sembrava (ma solo sembrava) preludere a una drammatica scissione. Tranquilli, piddioti euroservi filo-atlantisti di merda! La scissione del pd non è in agenda. Renzi è il vostro segretario-premier sine die e Mattarella il suo presidente! Elezioni anticipate non ci saranno e, come si strombazza … la ripresa è alle porte, per quanto rinviata di anno in anno. Bastano e avanzano la “dépendance” del sel e l’astuto culattone Vendola che agita la carota di Syriza (dopo il bastone della complicità con il pd), per irretire i pochi scontenti! Per quanto strepiti contro l’austerity aumentando il gradimento nei sondaggi, sel se ne starà buono buono, attaccato come un pidocchietto al pd, come dimostra puntualmente nelle elezioni amministrative, le uniche che oggi si ammettono. State pur certi che ominicchi da niente come Bersani, Civati, Fassina, Cuperlo al momento buono voteranno con disciplina di partito, per niente intenzionati a mollare il partito unico collaborazionista, cioè la gallina dalle uova d’oro… Così hanno fatto anche in questa occasione. Se anche qualcuno, in passato, è uscito dall’aula del senato fingendo sdegno (jobs act, legge elettorale), è stato bene attento a non far mancare il fatidico numero legale al suo governo.
In contemporanea, si finge che il cosiddetto patto del Nazareno – l’asse Renzi-Berlusconi per inculare il popolo – sia entrato in crisi e che l’elezione a presidente dello scialbo Mattarella (dai pochi meriti e dalla grande affidabilità per il sistema) non sia frutto del “patto scellerato”, dei cui contenuti e risvolti gli italiani sono tenuti all’oscuro. Berlusconi ha fatto la sua parte, opponendosi teatralmente all’elezione di Mattarella, sopportando Fitto. La parte debole del patto, cioè Silvio, sa che per il suo bene personale e il suo patrimonio familiare deve assecondare Renzi e il pd, facendogli da stampella quando serve e simulando opposizione quando conviene. Infine il cinque stelle, ossia l’iperimbecillismo grillino. Fa sempre comodo un’opposizione parlamentare, politicamente corretta, sostanzialmente di facciata, costantemente sull’orlo del fallimento, dalla quale si possono estrarre a piacimento deputati e senatori, per irrobustire ad libitum una maggioranza già ampia. Quanti dei transfughi pentastellati, in questa occasione, profittando del voto segreto, hanno votato per Mattarella? Anche il cinque stelle ha fatto la sua parte, nel gioco sporco. Come? In due modi. 1) “Rilasciando” parlamentari a vantaggio di Renzi e del futuro, costituendo partito della nazione. 2) Continuando a narcotizzare una sempre più improbabile protesta di popolo.
Questo è il quadro della situazione, non proprio confortante, e come ha dichiarato senza vergogna la mignatta piddina Bersani, finto oppositore di Renzi nel partito unico e candidato cinque stelle nelle quirinarie: “Sergio è un giurista, se tutto va, sarà un ottimo capo dello Stato. Renzi? Pensa ce l’abbia con lui ma non ho rivincite da prendermi. Noi vogliamo davvero aiutarlo.” Ottima la sua dichiarazione, per il discorso sul neopresidente del partito democratico della nazione, oltretutto rivelatrice.
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