In serata alla Camera l'ultima fiducia sul Ddl di riforma del Lavoro. Bufera Fornero: «Il lavoro non è un diritto». La Lega: «Ma ha giurato su Topolino?». Polemica per le parole del ministro al Wall Street Journal. Di Pietro: «La badessa vuole riscrivere la Costituzione?»
mercoledì 27 giugno 2012
Mater lacrimarum e le interpretazioni
... e immaginiamo quanto abbia lottato e quanto si sia sacrificata sua figlia per ottenere e mantenere quel posto di lavoro... nella stessa università di sua madre e di suo padre... e, idem, immaginiamo anche quanto abbia lottato e quanto si sia sacrificata miss Fornero.
In serata alla Camera l'ultima fiducia sul Ddl di riforma del Lavoro. Bufera Fornero: «Il lavoro non è un diritto». La Lega: «Ma ha giurato su Topolino?». Polemica per le parole del ministro al Wall Street Journal. Di Pietro: «La badessa vuole riscrivere la Costituzione?»
In serata alla Camera l'ultima fiducia sul Ddl di riforma del Lavoro. Bufera Fornero: «Il lavoro non è un diritto». La Lega: «Ma ha giurato su Topolino?». Polemica per le parole del ministro al Wall Street Journal. Di Pietro: «La badessa vuole riscrivere la Costituzione?»
Nel giorno dell'ultimo passaggio alla Camera del disegno di legge Fornero sul lavoro, il ministro del Welfare risponde alle critiche mosse qualche giorno fa da un commento del Wall Street Journal, che parlava di una riforma del lavoro inconcludente, capace solo «di svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia». In una lunga intervista Fornero ha replicato: «Stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti. L'attitudine delle persone deve cambiare. Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio». Il ministro ha fatto riferimento anche alla nuova disciplina dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, con la possibilità di licenziamento individuale per motivi economici da parte delle aziende.
LA POLEMICA - Frasi che hanno fatto subito scattare dure critiche, nel giorno degli Stati Generali del Welfare con contestuale lancio di petardi e fumogeni tra manifestanti e agenti: «Le parole del ministro Fornero sono aberranti - il commento di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista - il lavoro in Italia è un diritto costituzionale. Si rilegga gli articoli 1 e 4, tra i Principi fondamentali della nostra Carta». Concetto ribadito anche dalla Lega Nord: «Il lavoro è un diritto. Il ministro Fornero ha giurato sulla Costituzione o su Topolino?» si chiede il senatore del Carroccio, Gianvittore Vaccari. «Se i lavoratori per caso leggessero il Wall Street Journal di oggi - ha scritto Antonio Di Pietro sul suo blog - scoprirebbero che dal giorno alla notte hanno perso anche il diritto formale al lavoro. A quanto pare la badessa Fornero ha riscritto, tutta da sola e senza chiedere il permesso a nessuno, l'art. 1 della Costituzione. Cara professoressa, questa è un'asineria bella e buona» il commento del leader dell'Italia dei Valori.
LA PRECISAZIONE - Il ministro ha cercato poi di precisare il senso delle sue parole (così nell'originale: «We're trying to protect individuals not their jobs. People's attitudes have to change. Work isn't a right; it has to be earned, including through sacrifice»): «Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione. Ho fatto riferimento alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro, come sempre sottolineato in ogni circostanza».
LA RIFORMA - Il caso monta proprio nel giorno dell'approvazione della fiducia alla riforma del lavoro. Dopo le due votazioni di martedì, l'aula di Montecitorio si appresta a votare la quarta e ultima fiducia chiesta dall'esecutivo. Il provvedimento, salvo problemi dell'ultimo momento, sarà approvato in serata. Monti ha raccomandato di approvare la riforma prima del vertice Ue del 28-29 giugno, per mostrare che l'Italia non è solo un Paese con i conti in ordine ma che ha anche approvato quelle «riforme strutturali» senza le quali la Germania non vuole cedere alla messa in comune delle garanzie sul debito. Il presidente del Consiglio ha anche aggiunto che, subito dopo il voto finale, scriverà al presidente del Consiglio europeo, per sottolineare i «progressi» dell'Italia nelle riforme strutturali.
VOTO - Non sono mancate le stoccate contro il governo neanche nel corso delle dichiarazioni di voto sul ddl lavoro. «Sarete pure sobri. Ma siete solo dei sobri ricattatori politici e truffatori politici». Così il leader dell'Idv Antonio Di Pietro riferendosi al «presidente del consiglio che non c'è», alias Mario Monti.
Corinna De Cesare Fabio Savelli
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento