Il decreto Bankitalia diventa un caso europeo. Il Commissario Ue per la concorrenza ha inviato al ministero dell’Economia una lettera con una richiesta di chiarimento, per capire se dietro la rivalutazione miliardaria del capitale sociale della Banca centrale – il relativo decreto ha scatenato la bagarre in Parlamento per la quale ieri sono stati puniti in sede disciplinare 24 deputati, tra i quali 22 del’M5S – si celi un aiuto di Stato mascherato perché fortemente limitato dalle norme dell’Unione europea. Aiuti, in particolare, agli istituti bancari che trarranno benefici in termini di patrimonializzazione dalla rivalutazione prima e poi dalla vendita delle quote stesse. L’arrivo della missiva è confermata da fonti del Tesoro: “Il ministero sta ora valutando”, spiegano. Mentre il portavoce del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia chiarisce che “i tempi dell’analisi della Commissione Ue delle norme sulle quote di Bankitalia dipendono dall’Italia: ora sta alle autorità italiane rispondere alla nostra richiesta di informazioni”.
“Ventisei M5S sospesi dalla Boldrini, 26 medaglie”, festeggia intanto Beppe Grillo sul suo blog elencando, uno per uno, i nomi dei deputati sanzionati dall’ufficio di presidenza della Camera per gli scontri in Aula del 29 dicembre. “Il M5S fece ostruzionismo, e alla fine la Boldrini applicò per la prima volta nella storia l’ormai famosa ‘ghigliottina’ tagliando gli interventi in aula e approvando il decreto senza altre discussioni. Il M5S protestò rumorosamente, la deputata Lupo si beccò un ceffone in faccia ad opera dell’illustre statista questore Dambruoso, e oggi arriva la sentenza della Presidenza che punisce tutto ciò”.
L’Unione europea – secondo quanto risulta all’Ansa – si è attivata anche su denuncia dell’Adusbef alla quale ha scritto lo scorso 11 febbraio per confermare l’apertura del fascicolo SA.38311 (2014/CP) su “Revaluation of Banca d’Italia – Italy”. Il decreto sotto esame, che l’allora ministro Saccomanni non avrebbe mai notificato a Bruxelles, prevede in particolare la rivalutazione da 300 milioni di lire a 7,5 miliardi di euro delle quote di via Nazionale, in possesso di molti istituti di credito, e in vieta di detenere più del 3% del capitale. Sopra questa soglia sono in particolare Intesa-SanPaolo e Unicredit, ma anche Generali, Cassa di risparmio di Bologna, Inps e Carige. Il decreto prevede, la dismissione delle quote eccedenti che, se non trovano investitori sul mercato, possono essere acquistate “temporaneamente” dalla Banca d’Italia stessa. Un’altra norma, poi, prevede la possibilità della distribuzione di un dividendo, da parte della banca d’Italia, fino al 6% del valore di ogni singola quota. Da qui le proteste in Parlamento, con in testa il Movimento Cinque Stelle, sul “regalo miliardario alle banche”. Il caso è stato anticipato oggi da Repubblica. Secondo il quotidiano, la lettera è partita pochi giorni fa per capire dal Tesoro se, dietro la rivalutazione delle quote di Bankitalia, non ci siano aiuti di Stato agli istituti. Nell’articolo si cita in particolare la denuncia dell’eurodeputato dell’Idv, Niccolò Rinaldi, ma sul tavolo della commissione vi sarebbe almeno un altra denuncia: quella delle due associazioni di consumatori Adusbef-Federconsumatori che all’inizio del mese avevano presentato un esposto a circa 130 procure generali e alla Corte dei Conti contro la riforma di Bankitalia.
“Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi la mail della Commissione Europea – afferma oggi il presidente di Adusbef Elio Lannutti – C’è indicato un indirizzo al quale mandare ulteriore documentazione. Ho anche chiamato il funzionario e posso dare la conferma che sul tema si è attivata la commissione”. L’articolo di Repubblica, che evidenzia come “per ora Bruxelles non salta alla conclusione, perché il caso Bankitalia è appena agli inizi”, sostiene che al di là delle segnalazioni le autorità europee avevano comunque notato l’operazione, in considerazione anche dell’esame dell’Eba – l’autorità europea sulle banche – sui bilanci degli istituti. “Quando ieri ho saputo della mia sanzione avevo detto che la storia li avrebbe puniti per questo. Ecco, il giorno dopo quella sanzione la storia inizia a punirli…”, commenta il deputato M5S Alessio Villarosa. “Sono felicissimo. Lo avevamo già detto che la Bce non aveva avuto in tempo utile i documenti di quella operazione”. Mentre il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, fa sapere che “il decreto su Banca d’Italia è finito nel mirino dell’Unione europea. Un atto vergognoso. Vogliamo discutere in Parlamento delle critiche”.
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