"Il nuovo boss non è Al Capone, ma un carrierista senza scrupoli, in arte Renzie, buon amico di Berlusconi, di Verdini e di gente che avrebbe fatto paura ai gangster del proibizionismo. Oltre ad essere un bugiardo incallito, lo vogliono le banche, la Confindustria, De Benedetti, Scaroni, la finanza. Un perfetto uomo di sinistra. Non ci sarà alcuna discussione parlamentare. Letta non chiederà la fiducia, ma prenderà i suoi stracci e se andrà, licenziato come una serva da chi, nel suo partito, fino a ieri ne elogiava l'azione di governo. Al confronto del pdexmenoelle un nido di serpi è un luogo ameno". Beppe Grillo tuona dal suo blog nel giorno in cui il premier salirà al Colle per presentare le sue dimissioni.
Il leader del Movimento 5 Stelle rincara la dose: "Napolitano sceglierà Renzie (e non è un capriccio) che non è parlamentare, che non si è mai candidato nel ruolo di presidente del Consiglio durante le elezioni. Lo farà, come lo ha fatto per Monti e per Letta, ignorando il Parlamento, la Costituzione e la volontà degli italiani per la terza volta. Ora Napolitano darà via al rito delle consultazioni che dovrebbe per decenza risparmiarci. Un'immensa presa per il culo, il Presidente a vita riceverà le delegazioni dei partiti che rilasceranno all'uscita del Quirinale le solite frasi condite di ipocrisia ormai insopportabile. Se Al Capone ottenne il controllo del mercato degli alcoolici, Renzie otterrà quello delle nomine delle aziende di Stato, come ENI, ENEL, Finmeccanica e Terna che scadono tra due mesi. Dei luoghi dove risiede il potere reale. Letta e Renzie sono dei prestanome, utili a chi li ha sostenuti e li sostiene. Marionette. Il Parlamento e lo stesso Governo sono un'illusione ottica e il Quirinale una monarchia. Dall'esterno il cittadino assiste a una squallida lotta tra bande per il potere mentre "nel fango affonda lo stivale dei maiali".
Il M5s non parteciperà alle consultazioni al Quirinale. Lo ha deciso l’assemblea dei deputati del Movimento. I voti contrari alle consultazioni sono stati 62, 17 i favorevoli e 6 gli astenuti. Anche nella Lega Nord ci sono malumori. "Questa volta sono d’accordo con Grillo, queste consultazioni sono inutili e fossi il segretario della Lega non andrei al Quirinale, le crisi extraparlamentari sono un ricordo della prima Repubblica, il passaggio in Parlamento è fondamentale: Letta deve andarci, dimettersi lì e spiegare le ragioni", ha sostenuto il governatore lombardo Roberto Maroni.
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