domenica 27 settembre 2020

Tridico, gli aumenti e i pensionati

In tanti hanno gridato allo scandalo per l’aumento del compenso annuo del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, deciso dal Cda dell’istituto con una deliberazione dell’aprile scorso. Personalmente non lo ritengo uno scandalo. L’Inps è il più grande centro di spesa italiano: lo stipendio percepito in precedenza era inferiore persino al compenso di un dirigente di seconda fascia dell’Inps, e sproporzionato rispetto ai compensi di tantissimi altri dirigenti pubblici con responsabilità infinitamente inferiori. L’Inps ha inoltre smentito formalmente un altro elemento che ha fatto discutere, la retroattività dell’aumento a decorrere dall’assunzione dell’incarico nel maggio 2019.


Il vero grande scandalo è un altro, ed è finora passato inosservato. La deliberazione aumenta il capitolo di spesa per i compensi dei vertici Inps di 522.000 euro. Poiché la legge prevede che questo aumento debba avvenire senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, esso è stato finanziato per metà riducendo il capitolo destinato alle spese postali, e per metà riducendo il capitolo per manutenzione e noleggi.


Sembra un dettaglio irrilevante, ma non lo è. Uno dei primi atti della gestione Tridico fu di interrompere il programma di spedizione delle buste arancioni, con le quali l’Inps si proponeva di informare ogni cittadino sull’ammontare che avrebbe percepito al momento di andare in pensione. È una questione di civiltà: è arcinoto che moltissimi cittadini non hanno una idea chiara di quanto percepiranno quando andranno in pensione, e spesso tendono a sovrastimare l’ammontare, con conseguenze in alcuni casi drammatiche sugli equilibri finanziari delle famiglie. Sulla scia dei paesi nordici quasi tutti i paesi europei oggi hanno un programma di buste arancioni, parte di un più generale programma di educazione finanziaria. Costa pochissimo (il prezzo di un francobollo convenzionato con Poste Italiane, addirittura zero per chi optava per la posta elettronica) e può salvare una famiglia.


E qui sta il vero scandalo: le buste arancioni erano pagate sul capitolo “spese postali”, lo stesso che è stato ridotto per finanziare l’aumento dei vertici Inps. Un aumento quindi letteralmente finanziato sulla pelle di migliaia di cittadini, che (comprensibilmente) non hanno gli strumenti per interpretare esattamente le complicatissime regole delle pensioni italiane. È straordinario che un rappresentante dei 5S, i paladini della trasparenza sempre e ovunque, si sia prestato appena arrivato all’Inps a interrompere una delle operazioni di trasparenza più importanti e utili, e meno costose, degli ultimi anni. Perché l’ha fatto? Me lo sono sempre chiesto e non ho una risposta certa.


Credo abbiano giocato anche questioni personali, su cui però non voglio soffermarmi. Ma noto una coincidenza importante: al momento della interruzione improvvisa del programma, l’Inps si apprestava a inviare informazioni e chiarimenti su quota 100, che era appena stata introdotta. Un prezioso servizio ai cittadini date anche le difficoltà oggettive di interpretazione della nuova norma, da cui però si sarebbe compreso che chi si fosse avvalso di quota 100 avrebbe subìto una decurtazione della pensione: un fatto che non era chiaro a moltissimi italiani. Quelli erano i tempi del Conte 1, il governo gialloverde, e quota 100 era il cavallo di battaglia della Lega.


Repetita iuvant: il vero scandalo della vicenda non è né nell’importo dei compensi né nei tempi; lo scandalo è che l’aumento è stato finanziato sulla pelle di migliaia di pensionati ignari, per attuare una subdola operazione politica passata quasi inosservata, ma tra le più sciocche, meschine e anacronistiche degli ultimi anni.


Salvo Sottile

2 commenti:

Nessie ha detto...

Questa parassita mediatica si sente molto intelligente e crede di essere contro corrente, ma è un prontuario dei più triti e ritriti luogocomunismi. Il suo non è giornalismo, ma rissa perennemente attizzata, provocazione trolleggiante da social. Del resto lei fa di mestiere la "guardona del Sociale" (oltre che dei social) che va prezzemolando per tutti i trash-show tanto per ingrossare il suo bottino fatto di marchettume mensile.

Eleonora ha detto...

Ma fa schifo, esattamente come Scanzi.