domenica 27 settembre 2020

La poraccia Lucarelli

Quella povera crista di Selvaggia Lucarelli, oltre che a scrivere stronzate sulla carta igienica del fatto quotidiano, fa ospitate in tv in brutti e inutili show e, fino a una settimana fa, attaccava in lungo e in largo Salvini, adesso, inizia a cambiare bersaglio, lei, paladina a difesa di ogni sopruso femminile purché la femmina non sia di destra, comincia a parlare di Giorgia Meloni. E ne parla così.


Perché la Meloni sta fregando tutti


E quindi è finita così: che mentre Matteo Salvini puntava tutto sull’inesperta, arcigna, ambiziosa Susanna Ceccardi dopo aver già puntato sull’inesperta, arcigna, ambiziosa Lucia Borgonzoni forse consigliato dall’amica inesperta, arcigna, ambiziosa Annalisa Chirico, l’esperta e ambiziosa Giorgia Meloni lo sorpassava a destra e si portava a casa le Marche. Nel frattempo, Matteo Salvini doveva fingere contemporaneamente di congratularsi con Giorgia Meloni per il suo partito che è cresciuto ovunque, per il leader indiscusso Luca Zaia e il successo in Veneto, per Elisa Isoardi e il suo tango a Ballando con le stelle e insomma, per il vice-leader della Lega è stato un discreto lunedì di merda. E’ stato un lunedì splendente invece per Giorgia Meloni, che col suo Fratelli d’Italia rosicchia voti praticamente ovunque e accresce il consenso personale. 


E mentre gli altri vincitori festeggiano, al massimo, lo scampato pericolo, la Meloni festeggia un sicuro successo. Che pare inarrestabile, nonostante tutto. Nonostante le gaffe, gli inciampi, frasi e posizioni imperdonabili o forse grazie a tutto questo. I tempi in cui Giorgia doveva ritoccare i suoi manifesti e sembrare Charlize Theron sono finiti. Da un po’ di tempo la allena Fabrizio, il personal trainer di Francesco Totti, ha schiarito i capelli, è dimagrita. Studia da leader, insomma, ma senza il ridicolo trasformismo di Salvini che mette la felpa da truzzo per parlare di immigrati o gli occhialini da statista per parlare di ripresa economica. La Meloni non è una trasformista, non annusa e non si adegua all’umore delle folle populiste, perché lei É la folla e il suo umore. E mentre Salvini si ostina ad andare nelle piazze dove ormai tra “gomito del selfista” e cori poco benevoli, sembra il cantante anni ’80 che ha azzeccato una sola canzone e spera che dopo 40 anni qualcuno, in Abruzzo, alla sagra della ventricina, se la ricordi ancora, Giorgia fa altro. 


Lei gli show non li fa in piazza. Li fa in Parlamento. Perché lei non si trasforma, si trasfigura. Inizia a parlare e qualcosa di non umano, di mefistofelico si impadronisce di lei. Si narra che il premier Conte, dopo il famoso discorso alla Camera in cui la Meloni lo rimproverò di ridere, quello durante il quale è stata vista chiaramente espettorare l’anima di Belzebù con un colpo di tosse, non abbia mai più più dormito a luce spenta. Ora, quando il premier viene avvisato del fatto che in aula forse parlerà la Meloni, nella sua famosa pochette infila sempre un micro- paletto di frassino. E sta anche in questo, il successo della Meloni. Nel fatto che nei suoi discorsi appassionati paia di intravedere più la luce del fervore - anche sgangherato-che quella della convenienza. Non solo. 


Le dedicano meme, i suoi discorsi diventano jingle, creano fotomontaggi in cui è la gemellina di Shining o la protagonista dell’Esorcista e lei, divertita, li posta sulle sue pagine social. O indossa il costume tricolore, lasciando che si dica di tutto. O va in tv a cantare “Io sono Giorgia”. E’ pericolosamente simpatica, Giorgia Meloni. Lo è in maniera infida e strisciante, perché risulta simpatica pure a chi vota altro e deve fare uno sforzo di memoria per mettere in fila quello che ha detto negli anni, le posizioni sugli omosessuali, sulla famiglia, sugli immigrati. Il suo “Ho un rapporto sereno con il fascismo”, che è come se io dicessi “Ho una relazione epistolare con Angelo Izzo”, oppure “Utero in affitto reato universale” o  “In una scuola viene eliminato il maiale per fare posto al cous-cous, alimento tipico nordafricano. Ora sono i figli degli italiani a doversi adeguare alle esigenze alimentari di chi dovrebbe integrarsi? Questa è follia”. 


La sua sceneggiata al direttore del museo egizio, le posizioni sull’Europa, il suo chiedere un contraddittorio per il monologo di Rula Jebreal, come se dopo il racconto di uno stupro bisognasse bilanciare qualcosa, magari dando voce a uno stupratore, chissà. Bisogna davvero fare un esercizio di memoria, per non farsi fregare da Giorgia Meloni. Tenere un’agendina nella tasca con gli appunti sulle cose peggiori che ha detto in questi anni, con le sue promesse peggiori, con i suoi programmi peggiori e dare una ripassata ogni volta che ci frulla in testa un pensiero maligno. Ogni volta che “Però è simpatica Giorgia Meloni, vedi come è autoironica, vedi come è coerente”. Ecco, quando succede, aprire l’agendina e pronunciare voce alta: “Abolire il reato di tortura che impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro!”. L’ha detto lei. E nonostante tutto, il suo è l’unico partito che cresce. Un genio lei, e smemorati noi.


(Selvaggia Lucarelli Da Il Fatto)

3 commenti:

Nessie ha detto...

Ele, ma non ti arrivato il mio post sulla Lucarelli ?

Eleonora ha detto...

Si, l’ho pubblicato e ti ho risposto. Ma per sbaglio, l’hai scritto sul post precedente, ma non importa.

Nessie ha detto...

Ah, mi sono sbagliata, scusa. Ora magari la ripeto anche qui, dato che è un personaggio che mi fa venire l'orticaria :

"Questa parassita mediatica si sente molto intelligente e crede di essere contro corrente, ma è un prontuario dei più triti e ritriti luogocomunismi. Il suo non è giornalismo, ma rissa perennemente attizzata, provocazione trolleggiante da social. Del resto lei fa di mestiere la "guardona del Sociale" (oltre che dei social) che va prezzemolando per tutti i trash-show tanto per ingrossare il suo bottino fatto di marchettume mensile".