Negrieri e neo-schiavisti tripudiano. Il Senato del BelPaese ha approvato il disegno di legge che di fatto abolisce il reato di clandestinità. La nuova norma da “società aperta” (alla faccia del trattato di Shengen) prevede che l’immigrazione clandestina non sia più reato e limita l’accezione penale soltanto ai casi di recidiva se vengono violati i provvedimenti amministrativi emessi in materia di immigrazione. Il sottosegretario Cosimo Ferri ha anche avuto la dabbenaggine o sfrontatezza di “illustrare” ai soddisfatti senatori (soltanto 15 i no al provvedimento) come da oggi in poi la legge colpirà quei dannati della terra che non riusciranno a trovare associazioni (negriere) compiacenti e permessi di soggiorno o status di “rifugiati politici”: costoro verranno espulsi e ove rientrassero in Italia sarebbero perseguiti penalmente. Ipocrisia della peggior specie. Si immagini infatti quale agente di polizia, con questa norma liberatutti, avrà la forza di fermare e “realmente” espellere un clandestino. Non esistendo più come clandestino sarà un libero cittadino a tutti gli effetti e con tutte le garanzie. Identificato, mettiamo, a Lampedusa, qualche ora dopo sarà a Padova o avrà già passato il Frejus, Chiasso o il Brennero. Per di più l’agente che lo aveva fermato a Lampedusa o chi per lui dovrà… notificargli (dove?) l’eventuale atto di espulsione. E tacciamo le nostre riflessioni sull’iter di espulsione: su quanto tempo ci vorrà, come e con quali denari sarà fatta e così via. Barzellette. Insomma, mercato del lavoro nero e delinquenza a parte, a rastrellare i clandestini come massa di manovra a basso costo saranno i soliti noti: i “padronati” e le false “organizzazioni umanitarie” che della cosiddetta “accoglienza” con i soldi pubblici hanno fatto una lucrosa industria. E gli italiani disoccupati? Dovranno essere “competitivi” con i neo-quasi-cittadini e quindi “flessibili” al massimo. Quasi in ginocchio. E quegli immigrati che non rientreranno nelle categorie di pseudo-privilegiati da avviare al lavoro sottopagato o di “familiari da ricongiungere”? Beh, saranno “espellibili a discrezione”. Flessibili anche loro. Povera Italia.
giovedì 3 aprile 2014
Sull'ex reato di clandestinità
I clandestini? In Italia non esistono più. Per legge. Il senato cancella il reato e si arrampica pure sugli specchi di a.c.
Negrieri e neo-schiavisti tripudiano. Il Senato del BelPaese ha approvato il disegno di legge che di fatto abolisce il reato di clandestinità. La nuova norma da “società aperta” (alla faccia del trattato di Shengen) prevede che l’immigrazione clandestina non sia più reato e limita l’accezione penale soltanto ai casi di recidiva se vengono violati i provvedimenti amministrativi emessi in materia di immigrazione. Il sottosegretario Cosimo Ferri ha anche avuto la dabbenaggine o sfrontatezza di “illustrare” ai soddisfatti senatori (soltanto 15 i no al provvedimento) come da oggi in poi la legge colpirà quei dannati della terra che non riusciranno a trovare associazioni (negriere) compiacenti e permessi di soggiorno o status di “rifugiati politici”: costoro verranno espulsi e ove rientrassero in Italia sarebbero perseguiti penalmente. Ipocrisia della peggior specie. Si immagini infatti quale agente di polizia, con questa norma liberatutti, avrà la forza di fermare e “realmente” espellere un clandestino. Non esistendo più come clandestino sarà un libero cittadino a tutti gli effetti e con tutte le garanzie. Identificato, mettiamo, a Lampedusa, qualche ora dopo sarà a Padova o avrà già passato il Frejus, Chiasso o il Brennero. Per di più l’agente che lo aveva fermato a Lampedusa o chi per lui dovrà… notificargli (dove?) l’eventuale atto di espulsione. E tacciamo le nostre riflessioni sull’iter di espulsione: su quanto tempo ci vorrà, come e con quali denari sarà fatta e così via. Barzellette. Insomma, mercato del lavoro nero e delinquenza a parte, a rastrellare i clandestini come massa di manovra a basso costo saranno i soliti noti: i “padronati” e le false “organizzazioni umanitarie” che della cosiddetta “accoglienza” con i soldi pubblici hanno fatto una lucrosa industria. E gli italiani disoccupati? Dovranno essere “competitivi” con i neo-quasi-cittadini e quindi “flessibili” al massimo. Quasi in ginocchio. E quegli immigrati che non rientreranno nelle categorie di pseudo-privilegiati da avviare al lavoro sottopagato o di “familiari da ricongiungere”? Beh, saranno “espellibili a discrezione”. Flessibili anche loro. Povera Italia.
Negrieri e neo-schiavisti tripudiano. Il Senato del BelPaese ha approvato il disegno di legge che di fatto abolisce il reato di clandestinità. La nuova norma da “società aperta” (alla faccia del trattato di Shengen) prevede che l’immigrazione clandestina non sia più reato e limita l’accezione penale soltanto ai casi di recidiva se vengono violati i provvedimenti amministrativi emessi in materia di immigrazione. Il sottosegretario Cosimo Ferri ha anche avuto la dabbenaggine o sfrontatezza di “illustrare” ai soddisfatti senatori (soltanto 15 i no al provvedimento) come da oggi in poi la legge colpirà quei dannati della terra che non riusciranno a trovare associazioni (negriere) compiacenti e permessi di soggiorno o status di “rifugiati politici”: costoro verranno espulsi e ove rientrassero in Italia sarebbero perseguiti penalmente. Ipocrisia della peggior specie. Si immagini infatti quale agente di polizia, con questa norma liberatutti, avrà la forza di fermare e “realmente” espellere un clandestino. Non esistendo più come clandestino sarà un libero cittadino a tutti gli effetti e con tutte le garanzie. Identificato, mettiamo, a Lampedusa, qualche ora dopo sarà a Padova o avrà già passato il Frejus, Chiasso o il Brennero. Per di più l’agente che lo aveva fermato a Lampedusa o chi per lui dovrà… notificargli (dove?) l’eventuale atto di espulsione. E tacciamo le nostre riflessioni sull’iter di espulsione: su quanto tempo ci vorrà, come e con quali denari sarà fatta e così via. Barzellette. Insomma, mercato del lavoro nero e delinquenza a parte, a rastrellare i clandestini come massa di manovra a basso costo saranno i soliti noti: i “padronati” e le false “organizzazioni umanitarie” che della cosiddetta “accoglienza” con i soldi pubblici hanno fatto una lucrosa industria. E gli italiani disoccupati? Dovranno essere “competitivi” con i neo-quasi-cittadini e quindi “flessibili” al massimo. Quasi in ginocchio. E quegli immigrati che non rientreranno nelle categorie di pseudo-privilegiati da avviare al lavoro sottopagato o di “familiari da ricongiungere”? Beh, saranno “espellibili a discrezione”. Flessibili anche loro. Povera Italia.
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